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Asti, arriva il “pane sospeso” per chi non può permettersi di comprarlo

Per ora sono tre le panetterie che hanno raccolto l’appello della San Vincenzo. In frazione più generosi che in città

Aumentano le famiglie in difficoltà e anche il pane, il cibo primario per eccellenza, diventa un “lusso” a tavola.
Da questa necessità sbarca anche ad Asti, come già accade in altre parti d’Italia, il “pane sospeso”, ovvero la possibilità per i clienti, in alcune panetterie aderenti all’iniziativa, di pagare il pane (anche un solo panino) e lasciarlo in negozio. Il panettiere lo metterà in una cesta che viene raccolta ogni giorno dai volontari che lo distribuiscono alle famiglie bisognose.
Ad Asti l’iniziativa è della Conferenza Don Bosco della Società San Vincenzo de Paoli e sono già tre le panetterie che hanno sposato l’idea: “Il Falco” di via Brovardi 1, “Le Briciole” di corso Dante 58 e “L’antico sapore del pane” di frazione Sessant.
A ben guardare si tratta di panetterie dove la solidarietà era già applicata dai titolari che, a fine giornata, abitualmente già consegnavano il pane invenduto ad associazioni di volontariato.
Ma questa volta si coinvolgono anche i clienti più generosi.
«Per ora non ha ancora attecchito molto, ma noi continuiamo a proporlo ai nostri clienti – dicono Barbara Stefanini e Agnese Barabas de Le Briciole – E’ giusto che chi può aiuti chi è così in difficoltà da non riuscire neppure ad acquistare il pane».
Anche Antonio De Falco e Anna Maria Marino della panetteria di via Brovardi avevano già dimostrato solidarietà durante il periodo Covid esponendo a fine giornata, in sacchetti chiusi, l’invenduto del giorno alla chiusura sera, davanti alle serrande del negozio: «Sono soprattutto gli anziani i più sensibili all’appello della San Vincenzo. Magari anche solo un panino, ma ci pensano».
Il successo più evidente dell’inizsiativa si registra alla panetteria di Sessant.
«Tutti i giorni abbiamo chili di pane pagati dai clienti per le famiglie in difficoltà – dice Patrizia Pomo che gestisce il negozio con Silvio Boano – Da noi sono i clienti di mezza età i più generosi. E spesso per imitazione: vedono che lo fa il cliente davanti e decidono di lasciare qualche pagnotta pagata anche loro».

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