A poche ore dall’approvazione in Giunta della delibera che formalizza al Cbra la manifestazione di interesse dell’amministrazione di Asti a ospitare, nell’area Pip di Quarto (circa 54.000 mq), il secondo termovalorizzatore del Piemonte è lo stesso sindaco, Maurizio Rasero, a tornare sull’argomento con una diretta Facebook. Rasero ricostruisce tutte le vicende dell’area industriale candidata a ospitare il termovalorizzatore, ma sottolinea che questo sarebbe solo uno degli scenari che potrebbero, fra molti anni, avverarsi. Questo perché l’area di Quarto, vicino alla vetreria e all’impianto di Gaia, che non ha mai trovato una sua vocazione in 20 anni, è già stata interessata da progetti più o meno noti, mai ritirati ufficialmente.
Rasero ricorda il progetto “Hydrogen Valley” che consiste nella produzione di idrogeno da fonti rinnovabili finalizzata al suo utilizzo nell’ambito della mobilità sostenibile. «Questa è una pratica che abbiamo seguito in Provincia, – spiega – e siamo riusciti a fare progettazione con un finanziamento, mi pare, di 50.000 euro del San Paolo». Progetto che doveva interessare la piana di San Marzanotto a fianco della ferrovia Asti-Alba che avrebbe potuto attivare treni a idrogeno con rifornimento nell’Hydrogen Valley. Iniziativa spostata, poi, a Quarto, ma non vincolante rispetto alla destinazione finale dell’area.
Il sindaco parla anche della logistica che vede Asti, attraverso il Consorzio Slala, aver preso contatti con diversi operatori interessati a costruire grandi capannoni. Quarto sarebbe ideale perché pianeggiante, ma anche qui l’iniziativa non si è ancora tradotta in qualcosa di più concreto. Certo è che per Rasero la logistica, collegata al retroporto di Genova, è da anni uno dei temi più importanti nell’ottica del rilancio dell’occupazione.
Per ultima la proposta di valutare la costruzione del termovalorizzatore seguendo l’esempio di Torino dove l’impianto avrebbe portato, secondo i suoi sostenitori, benefici economici e ambientali. La Regione Piemonte ha stabilito un quantitativo di rifiuti da smaltire tramite termovalorizzazione, aprendo la possibilità per nuovi impianti e il Comune di Asti, con la delibera votata oggi, presenterà la propria candidatura per ospitare uno nuovo, offrendo i terreni di Quarto. Ma il sindaco ha sottolineato che la decisione finale sarà presa solo dopo attenta valutazione di tutti i pro e i contro, con la priorità assoluta alla salute dei cittadini.
«La delibera di Giunta non sancisce la costruzione di un termovalorizzatore ad Asti, ma esprime la volontà di valutare questa possibilità» sottolinea Rasero nella diretta. Il Comune, quindi, intende avviare un dialogo con gli Enti competenti per studiare la fattibilità del progetto e le sue eventuali ricadute sul territorio. «La delibera di oggi non dice dice che ad Asti ci sarà un termovalorizzatore. Dice che Asti ha dei terreni di proprietà comunali che può mettere a disposizione per investimenti di qualsiasi tipo, in questo caso per ragionare sulla termovalorizzazione. Lo rende noto al nostro Consorzio di bacino rifiuti che lo renderà noto all’Ambito regionale dei rifiuti che farà le sue valutazioni. Nel fare le valutazioni, intanto, ci dirà se il territorio è adatto o no e quindi se non è adatto, finirà subito tutto. Ma se adatto ci dirà in che modo si potrebbe realizzare quell’impianto. Ecco, nel momento in cui ci venisse detto che l’impianto può essere realizzato, andremo a costituire un comitato composto da tutti gli Enti interessati per vedere nel dettaglio tutti i pro e i contro. Se avessimo anche soltanto il minimo dubbio che, a fronte di mille pro di tipo economico e occupazionale, ci fosse un rischio per la salute dei cittadini o per compromettere quella parte della città, faremo un passo indietro. Ripeto, il primo valore di cui terremo conto è comunque la salvaguardia della salute dei cittadini».
[nella foto il termovalorizzatore del Gerbido di Torino]