Anche per il Comune di Asti organizzare il referendum del 20 e 21 settembre sta diventando un incubo tra defezioni, obblighi sanitari e costi improponibili
Organizzare il referendum confermativo in programma il prossimo 20 e 21 settembre, quello sul taglio del numero dei parlamentari, si è trasformato in un mezzo incubo per l’amministrazione comunale. Sono così tante le criticità legate all’allestimento dei 78 seggi del capoluogo che il sindaco Maurizio Rasero ha dovuto scrivere al Prefetto Alfonso Terribile per condividere con lui i problemi più gravi chiedendo soluzioni, percorribili, affinché il diritto di voto sia garantito a tutti, ma nel rispetto dei protocolli di sicurezza anti-Covid.
Ed è proprio qui che il Comune rischia di restare con il cerino in mano poiché, proprio sull’Ente, insiste il grosso del lavoro mentre si deve fare i conti con decisioni che non competono all’amministrazione comunale e a dir poco grottesche.
Scuole “apri e chiudi”
In ordine di tempo il primo problema riguarda la decisione di iniziare l’anno scolastico il 14 settembre pur sapendo che moltissimi plessi ospiteranno i seggi, obbligando gli alunni, tornati in classe a distanza di quasi 7 mesi dall’inizio della pandemia, a restare subito a casa, tre giorni dopo, per consentire la sanificazione dei locali prima delle operazioni di voto. Alcuni presidenti di regione hanno, comprensibilmente, posticipato l’apertura delle scuole dopo il voto, ma non Alberto Cirio che sembra non volerne sapere di tenerle chiuse un giorno più del previsto.
«Aprire le scuole prima per poi chiuderle tre giorni dopo è semplicemente un’apoteosi dell’assurdità – commenta l’assessore al bilancio Renato Berzano – Hanno scelto il momento peggiore per fare qualcosa di cui la collettività non sentiva tutta questa urgenza. Ci sono altre priorità adesso ed è ridicolo, quando hai già mille difficoltà, aggiungerne un’altra come questa, fatta con modalità di cui nessuno ha certezze».
Il seggio volante per i malati Covid
Un esempio su tutti riguarda la creazione di un seggio volante, di competenza del Comune di Asti, ma in funzione su tutta la provincia, che vada “porta a porta” dagli elettori positivi al Covid, ma in quarantena domiciliare, per consentire loro di votare. Un presidente, due scrutatori e un autista che, manco a dirlo, sarà un’impresa ardua convincere tenuto conto del rischio sanitario e di quanto poco si guadagni a lavorare nei seggi. «Mi domando come si possa pensare di trovare qualcuno disposto ad andare a casa dei malati di Covid per farli votare, – continua l’assessore Berzano – ma un analogo problema ci sarà nel seggio dell’ospedale che, in teoria, raccoglie i voti dei pazienti e quindi anche dei Covid positivi». Il prefetto dovrà rispondere anche a questa perplessità che si ricollega ad un altro problema: il seggio nella Casa di Riposo “Città di Asti”.
«E’ un seggio speciale dove andavano a votare sia i degenti sia i residenti nella zona limitrofa, – continua Berzano – ma se i parenti degli ospiti non possono accedere liberamente nei locali per via dei protocolli anti Covid possiamo invece far entrare sconosciuti? E’ assurdo». Qui è probabile che il seggio, separato dalle aree dove vivono gli anziani, venga aperto agli elettori, ma non ai degenti così da impedire ogni possibile contatto.
Le prime rinunce
Ad oggi stanno fioccando le rinunce di presidenti e scrutatori estratti pochi giorni fa per definire i componenti dei seggi. Se i sostituti non fossero sufficienti toccherà al sindaco Rasero precettare i dipendenti del Comune per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Ma anche qui non è scontato che si arrivi a completare l’organico.
La sanificazione dei seggi
Ammesso che questi problemi vengano risolti in tempo, restano i dubbi su quando e come sanificare i seggi. Secondo una prima ipotesi bisognerà forse sanificare sabato sera al termine delle operazioni preparatorie e prima di sigillare i locali, ma è certo che la sanificazione dovrà essere fatta domenica sera, dopo la chiusura dei seggi, e alle 15 di lunedì prima dello spoglio delle schede.
«Faccio però presente che i seggi da sanificare sono 78 e le persone incaricate per farlo sono 4 di una ditta esterna cui daremo l’appalto – continua Berzano – Inoltre per sanificare i locali sarà necessaria la presenza del presidente di seggio che dovrà attendere fino a quando non finiranno i lavori, magari a tarda notte».
Chi gestirà le code ai seggi?
Anche sull’altro fronte, quello dei votanti, ci sono problemi a non finire. Vietati gli assembramenti ai seggi, sarà necessario regolamentare i flussi di ingresso e uscita degli elettori anche se nessuno sa chi dovrà occuparsene. «Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine se potessero farlo loro, ma hanno risposto no – spiega l’assessore – Allora, poiché il Comune non è nelle condizioni di poter gestire anche i controlli agli ingressi, abbiamo domandato al prefetto se sia possibile utilizzare la protezione civile, gli alpini o addirittura l’esercito. In questo momento non lo sappiamo».
Si vota con guanti e mascherina
Gli elettori dovranno recarsi ai seggi muniti di mascherine e guanti per non toccare con mano le matite utilizzate nelle cabine elettorali. Matite che, altro quesito, dovranno essere sanificate o no tra un elettore e l’altro? Probabilmente no. E gli smartphone? E’ vietato entrare nel seggio con il telefonino, ma se lo si lascerà sul banco o in una scatola dove chiunque potrà appoggiare il proprio smartphone, potrebbe rivelarsi rischioso e possibile vettore del virus. D’altro canto con l’app Immuni installata e suggerita dal Governo, l’idea di lasciare a casa il telefono proprio quando potrebbe tracciare eventuali esposizioni al virus sarebbe un controsenso. Nulla è stato detto riguardo alla temperatura dei votanti che sembra non sarà rilevata all’ingresso delle scuole.
«Un voto demagogico che ci costerà tantissimo»
Una situazione complicatissima, che il sindaco di Asti Maurizio Rasero critica partendo dai vertici del Governo.
«Questo referendum è pura demagogia, è un modo per buttare i soldi nel water, un voto che non serve a nulla e a nessuno, voluto da un Parlamento vergognoso». Rasero non può certo essere accusato di non avere le idee chiare sul referendum che vuole tagliare il numero dei parlamentari per tagliare, in parte, i costi della politica. Ancora una volta Rasero non ha alcun problema a dichiarare tutto il suo sdegno verso una consultazione che «non ha alcun senso, come non ha senso la data scelta per indirlo, pochi giorni dopo la riapertura delle scuole rimaste chiuse da fine febbraio: una decisione inconcepibile».
«Però, – continua il sindaco di Asti – è una decisione che al Comune costerà un sacco di soldi, che dobbiamo vedere dove trovare, per fare almeno 5 sanificazioni delle scuole nel giro di pochi giorni. Avrebbero potuto scegliere una data prima dell’inizio dell’anno scolastico per fare questo inutile referendum, ma essendo un Governo di incapaci questa decisione ci obbligherà a superare grosse difficoltà con costi assurdi in un momento nel quale si fanno sacrifici economici enormi. Tutto questo per fare pura demagogia».
Rasero, in merito all’organizzazione dei seggi, spiega che di certo non ha alcuna intenzione «di mettere a rischio la salute dei dipendenti del Comune per prendere il voto a casa dei malati di Covid» e si augura che sia l’Asl a reperire infermieri specializzati per andare a far votare gli elettori in quarantena.
«Dipendesse da me – conclude il sindaco – allestirei una maxi tensostruttura in piazza del Palio per portarci tutti i seggi. Chi volesse andare a votare dovrebbe andare lì o non votare affatto, invece di occupare le scuole con costi assurdi per il Comune. Ripeto: questo referendum è solo uno schifo, ma ho parlato con il presidente Cirio e non ha nessuna intenzione di posticipare l’inizio dell’anno scolastico e neanch’io lo farò».
[in alto foto di repertorio]