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Asti, Coldiretti e Confagricoltura per protesta non votano il bilancio Atc

Dopo l’abbassamento all’83% della quota indennizzi per danni da cinghiali e fauna selvatica. Mentre in Regione la stessa maggioranza fa saltare un suo emendamento sul mandato dei presidenti Atc.

Una presa di posizione per ribadire la totale contrarietà della Coldiretti e di Confagricoltura alla decisione della Giunta regionale di abbassare dal 100% all’83% la quota di indennizzi per i danni da fauna selvatica (cinghiali e capriolo in primis) da riconoscere agli agricoltori.
Una riduzione che riguarderà già i conti del 2024 che rappresenta una fetta di reddito perso sul quale le aziende agricole invece contavano. Coldiretti ha già scritto al presidente Cirio per chiedere un passo indietro su questa decisione e nei giorni scorsi, insieme a Confagricoltura, i suoi rappresentanti in seno al consiglio direttivo dell’Atc di Asti (Ambito territoriale Caccia, l’ente che materialmente eroga gli indennizzi ai quali contribuisce con una quota del 10% da fondi propri derivanti dai contributi dei cacciatori della provincia) non hanno votato il bilancio consuntivo 2024. Hanno spiegato le ragioni del loro gesto, sottolineando che non vi è nulla di personale nei confronti della dirigenza Atc ma un segnale preciso di protesta nei confronti della Regione. A Coldiretti si è affiancata Confagricoltura mentre il rappresentante Cia non era presente alla seduta.
Intanto, il settore della caccia è stato al centro di una spaccatura all’interno della stessa maggioranza regionale. Alcuni consiglieri di Forza Italia (Fava, Beccaria, Biglia, Buzzi Langhi, Graglia) e alcuni della Lega (Icardi e Carosso) hanno votato contro l’emendamento presentato da Sergio Bartoli, presidente della quinta Commissione Ambiente per conto della Lista Civica che ha sostenuto Cirio presidente. Uno scontro tutto interno alla maggioranza sulla decisione di eliminare l’attuale vincolo dei due mandati per i presidenti degli Ambiti territoriali Caccia e Comprensori Alpini. Lo spirito dell’emendamento era guidato dal fatto che si tratta di incarichi molto tecnici che necessitano di competenze specifiche ed esperienza. L’emendamento, se approvato, prevedeva che, senza alcuna riconferma automatica, fosse però consentito ai Comitati di gestione la possibilità di valorizzare le figure che si erano dimostrate capaci senza rischiare di perderle per un limite meramente formale.
Il presidente di commissione Bartoli l’ha definita «una vera imboscata, senza confronto preventivo. Si è perso di vista il merito della proposta preferendo colpi bassi e dispetti interni».

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