È stata una mattinata interessante quella che si è svolta alla Fondazione Goria; un momento di riflessione e approfondimento sulla figura dell’educatrice e pedagogista, Lina Guenna Borgo (1869-1932), sul suo metodo educativo «aperto», mirato all’autonomia dei bambini, all’inclusione, all’attenzione verso le famiglie e il territorio e al valore dell’arte e della cultura come riscatto sociale.
Un incontro organizzato dall’Associazione Culturale «Le donne della Lina» (costituita il 20 dicembre 2017) e in particolare da Rita Castellana, Rita Devasini e Marinella Di Francisca in collaborazione con le insegnanti dell’Istituto Monti, Patrizia Fiore e Lia Rosso; un appuntamento che ha coinvolto alunni di due quarte del corso di Scienze Umane cui ha partecipato anche Laurana Lajolo, tra le fondatrici dell’Associazione.
Ad aprire la mattinata è stata la stessa Lina Borgo che, grazie ad un video creato con l’intelligenza artificiale, ha salutato e ringraziato gli studenti per la loro partecipazione; quindi, attraverso quattro laboratori: «Tesoro? Sentieri e mupping…oltre le carte» condotto da Agnese Argenta, «Maestra Lina, dialogo in corso» condotto da Marilena Galante, «Come le mani insegnano a pensare» guidato da Sabrina Rosio e «Il teatro di Lina» raccontato dalla presidente dell’Associazione, Marinella Di Francisca, sono stati mostrati documenti, fotografie e materiali didattici per illustrare il metodo educativo della maestra Lina.
«E’ dal 2017 che portiamo avanti queste attività, – sottolinea Rita Devasini – un metodo antico ma molto attuale». «I bambini sono stimolati da questo approccio – aggiunge Sabrina Roasio, insegnante alla scuola per l’infanzia Lina Borgo – che è inserito nelle attività quotidiane in modo naturale; con il passare degli anni, sono stati inseriti strumenti più tecnologici come lavagne interattive o proiettori a pavimento su cui scrivere, un’evoluzione – dice l’insegnante – della lavagna con il gessetto».
Tecniche che favoriscono la manualità e la creatività, un metodo inizialmente dedicato alle scuole dell’infanzia e alle primarie ma che, ad esempio con corsi di teatro, con il disegno a terra o la ricerca in archivio, può essere applicato a qualsiasi età. Gli studenti del Monti, che conoscevano in modo superficiale questo tipo di didattica, sono stati affascinati e colpiti e attraverso i laboratori hanno approfondito la conoscenza di Lina, il cui pensiero, improntato alla pace e all’accoglienza, è sempre attuale. Al termine lo psicologo Giuseppe Virciglio ha commentato: «è stato anche un momento per apprendere, per riflettere, per sviluppare e per costruire».