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Asti-Cuneo, free flow gratis solo a Verduno: «Rasero e Gabusi non hanno fatto gli interessi degli astigiani»

Ambiente Asti, Uniti si può e Europa Verde interpellano il sindaco per chiedergli conto della sua assenza al Ministero: «Fa le videochiamate con Pechino, ma non con Roma»

I consiglieri comunali Mario Malandrone (Ambiente Asti), Gianfranco Miroglio (Europa Verde -Verdi), Vittoria Briccarello e Mauro Bosia (Uniti si può) intervengono sul “caso” del free flow dell’Asti-Cuneo prossimo allo spegnimento, ma solo a Verduno, accusando l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi e il sindaco di Asti Maurizio Rasero di non aver difeso gli interessi degli astigiani.

Facciamo un passo indietro: poiché l’ultimo lotto dell’Asti-Cuneo, il 2.6a da Verduno a Cherasco, non sarà percorribile fino a dicembre 2025, la Regione e la società che gestiste l’A33 si sono confrontati a Roma, al Ministero dei Trasporti, nella segreteria del vice ministro Rixi, per verificare che non ci siano ulteriori ostacoli, soprattutto di natura burocratica, nel nuovo cronoprogramma dell’opera. Riunione alla quale hanno partecipato lo stesso Cirio, Gabusi, l’assessore regionale Bussalino, il sindaco di Alba Alberto Gatto (ma in videoconferenza mentre viaggiava in treno nella giornata nera dei collegamenti ad Alta Velocità). Assente, invece, il sindaco e presidente della Provincia di Asti Rasero.

Nell’incontro è stato confermata la decisione di spegnere il portale “free flow” di Verduno (Alba Ovest), ma solo quello, dal 14 ottobre. Una sorta di indennizzo per i ritardi sui lavori, soprattutto per gli albesi che usano l’A33 come tangenziale e strada veloce per l’ospedale di Verduno. Una scelta che per Malandrone, Miroglio, Briccarello e Bosia è «una disparità di trattamento che solleva dubbi sull’equità delle decisioni prese, soprattutto considerando che il territorio astigiano è uno dei principali fruitori dell’A33 e ne supporta il traffico commerciale». I quattro consiglieri comunali hanno quindi depositato un’interpellanza al sindaco e agli assessori competenti dove, tra le righe, puntano il dito contro Rasero e Gabusi per non aver curato gli interessi degli astigiani.

«Gli utenti che percorrono l’A33 nel tratto tra Isola e Costigliole/Govone, che include anche molti automobilisti e camionisti astigiani, continueranno a pagare il pedaggio, nonostante la gratuità prevista per i cuneesi e gli albesi – osservano le forze di opposizione – L’introduzione del free flow sulla tratta astigiana ha comportato un effetto collaterale negativo, il ritorno di molti mezzi pesanti e automobili sulla statale 231 di Motta, aumentando il traffico e peggiorando la qualità della viabilità su una strada già molto trafficata. La decisione di esentare dal pagamento solo una parte del percorso sembra favorire gli utenti del Cuneese e dell’Albese, lasciando invece penalizzati i cittadini astigiani che continuano a pagare il pedaggio per percorrere tratte simili o addirittura più brevi. Perché il sindaco di Asti, – si domandano i consiglieri – nonché presidente della Provincia non era presente alla riunione (come il sindaco di Alba) o di persona o in videoconferenza? Come mai l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi (presente alla riunione) non ha fatto l’interesse della propria comunità elettorale di appartenenza, garantendo un equo trattamento? Quali sono le motivazioni alla base della decisione di rendere gratuito solo un tratto dell’autostrada A33, lasciando invariato il pagamento per gli automobilisti astigiani e penalizzando in particolare chi viaggia tra Isola e Costigliole/Govone?».

Ma, al di là dell’interpellanza, è il consigliere Mario Malandrone a bacchettare due volte Rasero: «Avrebbe dovuto essere presente in quella riunione al Ministero, almeno collegandosi via internet, come ha fatto il sindaco di Alba. Ma niente. È strano – continua il consigliere di Ambiente Asti – perché non ha nessun problema a collegarsi con la Cina per portare i saluti della città a tutti gli eventi promossi dai cinesi nei quali non riesce a esserci di persona. Quindi, Rasero riesce a fare le videochiamate con Pechino, ma non con Roma?».

[nella foto la riunione al Ministero dei Trasporti oggetto dell’interpellanza]

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