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Il caso

Asti-Cuneo, «Il “Free flow” è un metodo infernale di pagamento e dev’essere rimosso»

Anche l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero si scaglia contro il nuovo sistema di pedaggio. Federconsumatori chiede l’intervento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti

Avviato il 1° settembre, il sistema “Free flow” sull’Asti-Cuneo continua a essere al centro di critiche da parte di utenti alle prese con un portale di pagamento on line, stando alle lamentele, non sempre funzionante e poco “amichevole”, touch point fisici, ad Alba e Asti, che spesso sarebbero fuori servizio senza contare il principale effetto domino creato dall’attivazione: l’aumento esponenziale del traffico, anche di mezzi pesanti, sulle strade provinciali e nei centri abitati dove i sindaci avevano risolto i problemi di traffico proprio grazie all’apertura dell’Asti-Cuneo.

Nell’Astigiano il “Free flow” non si paga da Asti a Isola, passando sotto il portale 1, ma dopo lo svincolo di Isola si attiva il pedaggio che colpisce soprattutto coloro che usano l’uscita Costigliole/Govone o che abitano a Castagnole delle Lanze (interessati dal portale 2). Nelle ore di punta la SS 231 tra Motta e Isola è presa d’assalto dai mezzi con evidenti rischi per la sicurezza dei residenti oltre al fatto che sono aumentati rumori e smog.

Contro l’idea stessa del “Free flow” si è espresso l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero dicendo alla società Asti-Cuneo che c’è una sola azione da fare: spegnere il “Free flow” una volta per tutte e ripristinare la barriera di Govone. «Avevamo chiesto che l’intero tratto della tangenziale di Alba, quello da Castagnito a Cherasco, per 19 km rispetto gli attuali 9, diventasse gratuito – ricorda Cesare Cuniberto dell’Osservatorio – In questo modo si potevano ristorare i residenti per i danni subiti e il traffico dalle provinciali sarebbe passato sull’autostrada, alleggerendosi nei paesi. Il concessionario avrebbe compensato il mancato incasso, dal 2026 al 2033, semplicemente non spendendo 15 milioni di euro per costruire il “Free flow”. Ma non siamo stati ascoltati. In più questa proposta avrebbe evitato tutti i problemi indiretti generati dal sistema».

L’Osservatorio non ha dubbi: «Il “Free flow” non funziona – aggiunge Cuniberto – e alla luce della situazione che si è venuta a creare il problema non si risolve, come afferma l’assessore regionale Gabusi, mettendo mano ai problemi informatici che non dovrebbero proprio esistere. Ciò che non funziona è l’idea stessa del “Free flow” in Italia dove il telepedaggio non è adoperato in maniera significativa come in altri Paesi. Solo una minoranza di persone ha il telepedaggio (ad esempio il Telepass ndr). Chi non ce l’ha non può perdere tempo a cercare un posto dove pagare e non è tenuto ad avere competenze informatiche per pagare pochi euro con un metodo così farraginoso e infernale».

Per l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero non importa quale soluzioni trovi la Regione per compensare all’Asti-Cuneo i 15 milioni di costi sostenuti, «ma è fondamentale ripristinare la situazione che c’era prima con la barriera di Govone e il casello di Cherasco». Cuniberto, con amarezza, segnala però «il silenzio dei sindaci» che «non hanno voglia di fare crociate contro la Regione con cui devono averci a che fare, indipendentemente dal colore politico».

Ad Asti il “Free flow” è già stato attenzionato da Federconsumatori della Cgil. «Diverse persone sono venute in ufficio per lamentarsi della disfunzione nei pagamenti o per i costi maggiorati nella notifica dei pedaggi – spiega il responsabile Claudio Torchio – L’aspetto più grave è che il “Free flow” impone alla gente, di fatto, di avere il Telepass o dispositivi analoghi e questa è una forzatura. Quindi abbiamo già chiesto all’Autorità di Regolazione dei Trasporti di attivarsi per valutare eventuali azioni».

Dall’Asti-Cuneo replicano che stanno monitorando la situazione e che sono disponibili a confrontarsi, ma fanno presente che «la maggior parte degli utenti paga regolarmente senza alcuna difficoltà». La società ricorda che, oltre ai due touch point di Asti e Alba, è in funzione l’info point di Govone dove si può pagare il pedaggio e avere assistenza. «Il sistema informatico deve funzionare e non essere un’odissea per gli utenti, – replica l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi – ma smontare tutto non mi pare un’idea che possa essere presa in considerazione».

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