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Asti-Cuneo: le ispezioni archeologiche tra Cherasco e Verduno rallenteranno l’apertura dell’ultimo cantiere

Il Ministero ha chiesto (in ritardo) un’integrazione alla documentazione già in suo possesso, ma la Regione confida che alla fine i tempi dei lavori saranno rispettati

Anche questa estate il cantiere dell’Asti-Cuneo ha fatto parlare di sé creando l’ennesima apprensione tra i sindaci del territorio per un possibile rallentamento dei lavori sul lotto 2.6 sub A “Verduno-Cherasco”. Lotto collegato al 2.6. sub B “Roddi-Verduno” che, invece, sta procedendo, per quanto ci siano voluti quasi 20 anni per vedere il cantiere. A mettere in allerta i territori, che saranno serviti dall’autostrada più attesa d’Italia, sono le procedure burocratiche propedeutiche all’apertura dell’ultimo lotto: la valutazione di impatto ambientale, l’accertamento della conformità urbanistica, i sopralluoghi archeologici, etc..

Qualche giorno fa il Ministero della Transizione Ecologica ha presentato una richiesta formale di integrazione ai documenti già in suo possesso così da poter definire, una volta per tutte, le ultime autorizzazioni necessarie per cantierare il lotto 2.6 sub A. Ma per depositare la documentazione richiesta, tra cui una valutazione comparativa tra il vecchio tracciato (nel quale era prevista una galleria) e quello nuovo, a raso, è stato necessario chiedere una proroga dei termini, oltre i venti giorni previsti in questi casi. Ciò vuol dire che la documentazione potrebbe essere consegnata dal Ministero tra la fine dei settembre e l’inizio di ottobre, difficilmente prima. È questo che potrebbe rallentare l’apertura dell’ultimo cantiere e creare un “buco” tra la chiusura del penultimo lotto, “Roddi-Verduno”, e il successivo.

Potrebbe, ma la Regione è sicura che ciò non accadrà. Entro la fine dell’anno i lavori del troncone dell’A33 tra Alba e Verduno saranno terminati, addirittura con un anno di anticipo rispetto al cronoprogramma. Si tratta dei primi 5 km, di un totale di 9,8, che mancano per collegare la parte dell’Asti-Cuneo ferma a Cherasco fino alla tangenziale di Alba.

«La concessionaria è pronta a fornire i documenti richiesti, ma la proroga si è resa necessaria per le circa 70 ispezioni archeologiche che dovranno essere effettuate sull’ultimo tratto – racconta l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Marco Gabusi – I documenti si mandano tutti insieme, ma certo che se queste richieste di integrazioni fossero arrivate, come previsto, entro il 18 aprile avremmo guadagnato tempo. Comunque entro la fine dell’anno, inizio 2023 la concessionaria punta a partire con l’ultimo cantiere. Quindi nessun dubbio che l’opera non venga conclusa anche perché stiamo parlando del progetto approvato dal Cipe».

Circa 350 i milioni necessari per completare l’opera, ma la burocrazia ha voluto offrire, ancora una volta, quel senso di pathos che accompagna la costruzione dell’A33 da due decenni, senza contare l’infinita attesa che astigiani e cuneesi hanno dovuto sopportare da quando si iniziò a parlare dell’infrastruttura, a metà degli anni ‘60.

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