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L’appello

Asti, disabile “prigioniera” di un bagno chiede una casa popolare con il figlio

Vive in un appartamento privato ma non può raggiungere i servizi con la sedia a rotelle. Il figlio da anni chiede un cambio alloggio per poterla accudire

«Io e mia madre chiediamo solo di poter vivere insieme in un alloggio popolare che consenta a me di poterla accudire notte e giorno e a lei di potersi muovere in casa nonostante la sua invalidità al 100%. Non abbiamo debiti con nessuno, finora abbiamo sempre pagato i nostri affitti. E pensare che gli alloggi che andrebbero bene per noi ci sono, ma non ci vengono assegnati».
Una storia di resilienza a cui serve un alloggio a misura di disabile quella che ci racconta Roberto Poliante, disoccupato dopo aver lavorato per molti anni come operaio fino a che la sua ditta ha chiuso e licenziato tutti.
Finora ha tirato avanti con il Reddito di Cittadinanza ma è uno di quelli a cui è stato revocato. Durante il periodo del sussidio ha frequentato i corsi di formazione, ha firmato i “patti” e fatto qualche lavoretto saltuario dichiarato. «Ho seguito le regole – dice Roberto – perchè sono un ex occupante della casa di via Allende e conosco le conseguenze nel non farlo. Però ora ho davvero bisogno di aiuto».
Più di lui, di aiuto ha bisogno la madre, Rosa, 87 anni e un’invalidità al 100%. Una donna immigrata giovanissima dal Sud che ha sempre lavorato: donna delle pulizie, coltivazione degli orti per i fornitori Saclà e infine ausiliaria socio-sanitaria.
«Mia madre non può più stare da sola perchè ha una serie di patologie che non le consentono di camminare in sicurezza – spiega il figlio – Nell’alloggio in cui vive ora, affittato da un privato, la conformazione del bagno è tale che non consente ad una sedia a rotelle di arrivare ai servizi igienici. Sono io a prestarle assistenza, ma vivo da un’altra parte».
Poliante, infatti, è attualmente assegnatario di un alloggio Atc lontano dalla casa della madre.
Ma sia casa sua che quella di sua madre sono troppo piccole per vivere insieme e in più quel bagno dell’appartamento di Rosa è una barriera architettonica insormontabile per una sedia a rotelle.
«Da anni ho chiesto all’Atc l’assegnazione di un alloggio con due camere da letto adatto ad una persona con disabilità. Mi basta cambiare il mio alloggio con uno che abbia una camera in più in un condominio senza barriere architettoniche e tutto è risolto». L’uomo ha anche segnalato due alloggi vuoti che farebbero al suo caso, ma uno è stato assegnato da poco mentre l’altro, con i suoi 80 mq, è ritenuto troppo grande per lui e la madre.
«Non so più come fare. Non posso vivere qui con lei, non posso portarla a casa mia e non posso permettermi (e non voglio) una badante 24 ore su 24».

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