Un anno dopo Giulia Cecchettin, Non Una di Meno è scesa in piazza con l’amarezza di un desiderio che non si era avverato. L’anno scorso si chiedeva che Giulia fosse l’ultima vittima di violenza di genere; da allora all’8 novembre 2024 si sono contati 104 femminicidi, uno ogni tre giorni.
Così ieri sono tornate a manifestare, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere. E lo hanno fatto con importanti numeri alla mano, quelli restituiti da un sondaggio in forma anonima sul tema della violenza.
«Lo abbiamo chiamato “sorell3 io ti credo” – spiegano – perchè chi ha subito e subisce atti persecutori, stalking, umiliazioni e altre forme di violenza sappia di essere da noi creduta e, quindi, accolta e protetta».
Sono bastate meno di due settimane per ricevere più di 120 risposte, segno che la voglia di parlare e raccontare è tanta. Come tanta è ancora la violenza di genere. Il 92% delle risposte è stata data da persone di genere femminile.
«Abbiamo così raccolto 18 casi di violenza fisica, 28 di violenza sessuale tra violenza, stupri e altri atti non consensuali e 47 palpeggiamenti – riferiscono da Non Una di Meno – Il 47% delle persone che hanno risposto al sondaggio ha subito violenza psicologica, verbale o economica da parte di un partner e il 24% è vittima di stalking.
I numeri salgono ancora quando si parla di molestie (61%). Il campione è significativo perchè le risposte sono state fornite da persone che vivono diverse condizioni sociali e appartengono a etnie differenti».
A questi si aggiungono i numeri dei passaggi in Pronto Soccorso dell’ospedale di Asti per Codice Rosso dall’inizio dell’anno. Sono state 89 le accettazioni per violenza fisica, psicologica, domestica e sessuale. Di questi 71 hanno riguardato donne, 4 uomini e 14 minorenni.
Alla luce di queste risposte, cosa chiede Non Una di Meno? «Servono più fondi e più centri antiviolenza la cui attività deve essere capillare e ben comunicata. Soprattutto la scuola e le forze dell’ordine devono essere costantemente formate in modo d non sottovalutare i fatti di violenza. Sono necessarie nuove case protette di acoglienza per le donne vittime di violenza e per i loro figli. Serve una maggiore libertà di denuncia delle molestie sul posto di lavoro, senza continui attacchi da parte del Governo alle rappresentanze sindacali. Infine, i femminicidi che si sarebbero potuti evitare perchè la vittima aveva già denunciato il persecutore, sono responsabilità di uno Stato che parla di sicurezza a fini propagandistici e non si occupa della prevenzione».
Una sedia arancione dallo Zonta alla Questura
e un minuto di silenzio in carcere
Ieri lo Zonta Club di Asti ha presentato e donato una sedia arancione alla Questura di Asti come simbolo di memoria, denuncia e speranza e per sottolineare l’importanza di agire contro la violenza di genere.
La sedia arancione Zonta vuole rappresentare il sostegno alle vittime che si troveranno a denunciare episodi di violenza e sensibilizzare il pubblico sul tema ormai quotidianamente attivo e reale. La presidente di Zonta Asti Ornella Stella l’ha simbolicamente consegnata al vice questore vicario Nicola Somma e a tutto il personale della Polizia di Stato che riceve le donne e le sostiene nel primo passo verso l’uscita dalla violenza. La sedia vuota simboleggia l’assenza di tante donne che non possono più raccontare la loro storia, vittime di femminicidio o di altre forme di violenza. Tuttavia, con il suo colore arancione, porta anche un messaggio di speranza: un invito a lavorare insieme per prevenire la violenza e offrire un futuro migliore alle nuove generazioni.
Sempre lo Zonta, nella stessa giornata di ieri, ha partecipato al momento di riflessione che si è svolto al carcere di Asti dove istituzioni e società civile si sono unite per commemorare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Fra i presenti la direttrice della Casa di Reclusione Giuseppina Piscioneri, la presidente del Tribunale di Asti Ombretta Salvetti, il capo di gabinetto della Questura di Asti Stefano Ceveriati e la presidente Zonta Stella con alcune socie del club.
Nel salone teatro dell’istituto penitenziario, dopo il minuto di silenzio in memoria delle vittime di femminicidio, si è tenuto un importante momento di approfondimento con la presentazione del libro “SOS Donna” da parte dell’autore Pellegrino Delfino.
La Commissione Pari Opportunità del Comune
fa un invito preciso: “Rompiamo il silenzio!”
Attraverso letture le componenti della commissione pari opportunità del Comune di Asti hanno sostenuto l’evento “Rompiamo il silenzio” organizzato dalle Creative Asti, rivolto ai ragazzi delle scuole superiori astigiane. Sabato in piazza San Secondo per la popolazione, con il messaggio “io non mollo” e la distribuzione di braccialetti creati appunto con molle.
Lunedì la commissione ha visitato i locali del Comando Provinciale dei Carabinieri dedicati alle vittime di violenza. Si tratta della “La stanza tutta per sé”, nata dalla collaborazione con il Soroptimist di Asti che permette una giusta privacy a chi vi accede per sporgere denuncia, spesso con figli piccoli al seguito.
La commissione ha poi deposto rose bianche e una gerbera arancione al cippo del cimitero dedicato alle vittime di violenza.
Fra gli incontri di “Rompiamo il silenzio!”, coordinati da Francesca Amerio, anche quelli accolti dagli studenti dell’istituto superiore Vittorio Alfieri con il convegno cui hanno partecipato l’avvocato Maria Grazia Lani, lo psicologo Matteo Angelo Fabris, Piero Baldovino presidente dell’associazione Mani Colorate e la psicologa Viviana Garbagnoli. Il giorno seguente altro incontro con Nadia Miletto, della CPO del Comune di Asti, volontari del Centro Antiviolenza L’Orecchio di Venere e la psicologa Ilaria Lombardi.
Grazie al contributo di queste figure professionali, gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi con esperienze concrete e di approfondire le strategie di prevenzione e supporto per contrastare la violenza di genere.
Le classi coinvolte (2D e 2E del Liceo Artistico, 4B e 5° dell’Istituto Professionale “Sella”) affiancati dai loro professori Monica Gatti, Andrea Marello, Lisa Medici ed Emanuela Carelli, hanno dimostrato un notevole coinvolgimento.
SOS Donna sceglie le parole giuste
“Quello che la voce non dice, urla nell’anima”: è stato proprio così al reading organizzato da SOS Donna ieri all’ospedale Cardinal Massaia. Nel pubblico classi di ragazzi dell’Istituto Agrario Pena, dell’Alberghiero, del liceo Scientifico Vercelli, della Casa di Carità Arti e Mestieri.. L’attrice e regista Federica Tripodi e la musicista Monica Lo Grasso hanno colpito nel cuore di chi è sensibile a questi temi.
Un film per riflettere
Ieri sera, nella sala Cambursano della Questura di Asti, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’Associazione Nazionale Polizia di Stato sezione di Asti ha organizzato la proiezione a soci e familiari il film “La bambina segreta” del regista iraniano Ali Asgari.
Il film è stato presentato dalla socia Donatella Testa, giornalista e Past President dell’Inner Wheel astigiana.
(Fotoservizio corteo Non Una di Meno Billi)