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Asti è ancora senza casse di laminazione
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Asti è ancora senza casse di laminazione

Molte sono state le opere effettuate sul Tanaro e nell'insieme, almeno a sentire gli esperti, la situazione è di discreta sicurezza pur se diversi interventi di mitigazione del rischio possono

Molte sono state le opere effettuate sul Tanaro e nell'insieme, almeno a sentire gli esperti, la situazione è di discreta sicurezza pur se diversi interventi di mitigazione del rischio possono ancora essere attuati. A monte di Asti sul Tanaro, in sponda destra, da Motta di Costigliole fino ad Asti, sono state ricostruite le arginature in sponda sinistra e destra nel tratto cittadino di Asti, da monte fino a valle della tangenziale. Questi interventi sono stati progettati con un "franco" mediamente dell'ordine di un metro per la portata "di progetto" con tempo di ritorno cioè di 200 anni. Anche il tratto Asti-Castello d'Annone, Rocchetta e Cerro Tanaro è stato interessato da arginature.

Diverse le opere realizzate anche sul Borbore, a partire dalle arginature in sinistra a monte della ferrovia Asti Chivasso e in destra da valle di tale ferrovia fino allo sbocco nel fiume Tanaro. Anche questi argini dovrebbero essere stati progettati per la piena duecentennale. Fenomeni di tracimazione, almeno stando agli studi effettuati per il P.A.I. del Comune di Asti approvato nel 2012, potrebbero invece ancora esserci a monte della ferrovia Torino-Genova per la piena cinquecentennale. Arginature sono state realizzate anche sul Torrente Versa in sponda sinistra e destra da valle di Corso Alessandria fino alla tangenziale.

Il Tanaro è stato inoltre disalveato e risagomato nel tratto a monte di Asti tra Motta di Costigliole e Isola d'Asti, tra Variglie e Località San Carlo e tra Castello d'Annone e Cerro Tanaro. Da monte del ponte di Corso Savona fino a valle del ponte della tangenziale l'alveo è stato ampliato e sono state realizzate aree golenali in sponda sinistra e destra, in concomitanza con la realizzazione delle nuove arginature, è stato inoltre abbassata la traversa esistente a valle del ponte della ferrovia Asti-Nizza Monferrato per un'altezza di circa un metro. Il tratto terminale del torrente Borbore alla confluenza con il fiume Tanaro è stato deviato, come anche il Rio Fontanasanta nel Comune di Castello d'Annone con realizzazione di un tratto in galleria e sbocco nel fiume Tanaro a monte del concentrico di Castello d'Annone.

Alcuni interventi hanno poi visto la ricostruzione o l'ampliamento di ponti. Sul fiume Tanaro è stato ricostruito il ponte della Provinciale per San Martino Alfieri con l'ampliamento in sponda destra con nuove arcate e fornici e anche il ponte stradale e ferroviario di Corso Savona nel comune di Asti è stato ricostruito. Il ponte della ferrovia Asti-Nizza Monferrato è stato ampliato in sponda destra con nuova arcata ad opera delle Ferrovie dello Stato. Sul Borbore è stata realizzata la ricostruzione del ponte di Corso Alba nel Comune di Asti, la ricostruzione del ponte di Viale Don Bianco mentre la ricostruzione del ponte della ferrovia Torino-Genova, intervento peraltro previsto dal Piano Stralcio 45 e probabilmente finanziato non è mai stato realizzato.

Discorso a parte meritano le casse di laminazione a monte di Asti ed Alessandria. Queste opere erano state previste dal Piano Stralcio 45. La realizzazione di tali opere, ritenute "necessarie" da un primo progetto di AIPo del 2006, sembra non essere stata riconfermata da studi più recenti. La questione è controversa e sarebbero necessari approfondimenti di modellistica idraulica, anche se va detto che i recenti studi del Progetto Nazionale per la Valutazione delle Piene in Italia (VA.PI.) che hanno stimato portate cinquecentennali più elevate sembrerebbero suggerirne la costruzione. Casse di laminazione che a monte di Canelli, sul torrente Belbo, sono state inaugurate nel novembre 2008.

Anche in questo caso va detto che nei primi progetti era stata individuata la costruzione anche di altre casse di laminazione a monte. Forse anche in considerazione del fatto che sul Belbo gli eventi di piena storici estremi (1926, 1948, 1968, 1994) si sono verificati con frequenza in media ogni ventitrè anni. Ben oltre le piene "statistiche".

Lodovico Pavese

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