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Asti e il 25 Aprile: «Le bande partigiane furono un esperimento di democrazia»

L’orazione ufficiale di Laurana Lajolo è stata un “ripasso” dei principali articoli della Costituzione e della storia della Resistenza

“Un esperimento di democrazia, in cui il senso di solidarietà era ben saldato a quello di responsabilità comune: l’errore di uno poteva costare la vita di tutti”. Un omaggio profondo alle bande partigiane quello che Laurana Lajolo, oratrice ufficiale del 25 Aprile ad Asti, ha fatto in piazza San Secondo in cui si è tenuta la cerimonia di ricordo dell’anniversario della Liberazione.

Con un pensiero anche alle donne: «Molte di loro proprio fra gli spari hanno conosciuto per la prima volta il sapore dell’emancipazione e dei diritti, hanno compreso che potevano diventare protagoniste del loro destino, anche se a costo della vita e questa consapevolezza avrebbe portato loro il diritto di voto».

E non è mancata una presa di posizione politica precisa e attuale: «A nome di tutto l’Anpi esprimo la contrarietà alla proposta di premierato che rompe gli equilibri dei poteri dello Stato fortemente voluti e previsti dalla nostra Costituzione che, lo ricordo, è frutto della Resistenza e di una pacificazione nazionale. Ma fu anche scritta per impedire ogni autoritarismo, sovranismo e differenze territoriali: questo lo dovrebbe ricordare ogni istante chi ha firmato per incarichi pubblici e ha il dovere di attenersi a questi principi».

Un’orazione, quella di Laurana Lajolo, costruita quasi come una lezione di “ripasso” dei principali articoli della Costituzione e dei nomi di chi diede la vita in quegli anni terribili per consegnarci la libertà di pensiero e di vita.

Con un momento di grande commozione quando, ricordando che fra pochi giorni ricorrerà l’80.mo anniversario della morte dell’operaio Way Assauto Remo Dovano per aver affisso i manifesti inneggianti alla festa del Primo Maggio, ha letto un passo dell’ultima lettera che l’uomo inviò alla fidanzata prima di essere fucilato al tiro a segno di Sessant “Ti invio queste ultime rose rosse che presto diventeranno tante gocce di sangue. Ma sappi che muoio sereno”.

Prima del suo intervento, quello di Valeria Sollazzo, a nome delle donne di “Non una di meno” e dedicato a Marisa Ombra e alle donne della Resistenza. Ha ricordato le 21 Madri Costituenti che, nonostante i diversi partiti di appartenenza, si unirono per garantire i diritti alle donne.

Appassionato l’intervento di Guido Cardello, vice presidente Anpi di Asti che ha ribadito alcuni punti fondamentali: «L’antifascismo non è divisivo e non è un reato» riferendosi alla carcerazione di Ilaria Salis in Ungheria accusata di lesioni nei confronti di alcuni poliziotti. «Un’accusa, se accertata, che in Italia sarebbe giudicata dal Giudice di Pace e non prevede misure cautelari – ha detto Cardello – anche questo è antifascismo».

E poi, invitando tutti a riflettere sui principi che hanno fondato la Resistenza e sui ragazzi e giovani che allora diedero la vita per la libertà, ha letto alcuni passi dell’ormai noto monologo dello scrittore Antonio Scurati che la Rai non ha voluto mandare in onda sollevando un caso politico.

(Foto Ago)

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