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Attualità

Asti, gli invalidi del lavoro diventano testimonial della sicurezza

Iniziativa dell’Anmil per trasmettere la cultura della sicurezza sul posto di lavoro attraverso l’emozione di chi ha subito sulla sua pelle il non rispetto delle norme

Giornata Anmil

Un’associazione che, nonostante i suoi quasi 80 anni, guarda avanti e si dota di una grande modernità di pensiero.
E’ l’Anmil, (associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro) che nei giorni scorsi ha celebrato la Giornata nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro.
Anche la sezione di Asti vi ha aderito, forte dei suoi 1300 iscritti guidati dal presidente Roberto Sardo, con una cerimonia al Monumento dei Caduti sul Lavoro in corso Pietro Chiesa.
Ed è lì che il presidente Sardo ha divulgato alcune importanti novità che riguardano la linea di azione dell’Associazione ricordando che molte delle morti da Covid sono da addebitare ad infortuni mortali sul lavoro

La Scuola della Testimonianza

«Abbiamo dato vita alla Scuola della Testimonianza – ha detto Sardo – per far diventare i nostri soci dei formatori della sicurezza, per trasferire nel mondo del lavoro ma anche della scuola, non solo regola burocratiche ma anche emozioni e cultura della prevenzione che passa attraverso l’esperienza diretta di chi ha subito sulla sua pelle il mancato rispetto delle norme».
Un’iniziativa che punta a risparmiare in futuro non solo vite e dolori, ma anche miliardi di euro di assistenza e risarcimenti che pesano sulla ricchezza della collettività.
«Siamo convinti, in questo drammatico contesto della pandemia, che la credibilità dei nostri testimonial li possa trasformare in ambasciatori della prevenzione».

I dati di infortuni e morti

Un anno strano, quello dei dati, difficile da confrontare perché si parla di quelli raccolti da gennaio ad agosto, dunque compresi del periodo di lockdown che, ovviamente, ha drasticamente ridotto le attività lavorative di tutta Italia.
Ma non pensate che ci sia una flessione così evidente di denunce rispetto al 2019.
Per quanto riguarda il totale degli infortuni, in provincia di Asti si passa dai 1327 del 2019 ai 1252 del 2020 con una flessione del 5,7%; quasi tutte le altre province piemontesi segnano una diminuzione ben maggiore di infortuni.
Quelli mortali sono addirittura cresciuti passando dai 4 del 2019 (sempre nel periodo gennaio/agosto) ai 5 di quest’anno.
Flessione forte invece nelle denunce di malattie professionali che hanno subito un crollo del 67% (127 nel 2019 contro le 42 di quest’anno).
Numeri oltre i quali vuole andare l’Anmil di Asti, ricordando che insieme alla mera contabilità degli infortuni, si deve pensare a mantenere ed incrementare le tutele.
Con un’apertura molto importante e significativa.

I diritti al risarcimento devono riguardare anche le famiglie di fatto

«Pur essendo un convinto assertore del valore del matrimonio tradizionale – ha detto Sardo – ho un grande e doveroso rispetto per altre forme di convivenza che di forte alla tragedia delle morti sul lavoro mostrano una fragilità giuridica che noi dobbiamo assolutamente superare. Non possiamo lasciare come estranee al danno e al correlato risarcimento le “vedove di fatto” così come le madri, i padri e i fratelli».
Una battaglia dunque per far riconoscere i diritti negati a cui va aggiunta la situazione assurda degli orfani dei caduti sul lavoro che a 18 anni aggiungono alla perdita dell’affetto e del sostegno di un padre o di una madre anche quella del diritto alla rendita.

Serve una semplificazione delle procedure

Con un ultimo appello che va a saldarsi con eguale richiesta avanzata da molte parti della società civile: la sburocratizzazione di una serie di lacci e legacci che impediscono una politica attiva di assistenza e di tutela. L’Anmil, insieme alle altre associazioni, annunciano di aver sviluppato proposte e idee adeguate a traghettare verso il dopo pandemia. Aspettano solo di essere ascoltati.

Daniela Peira

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