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Asti, i 100 anni del decano dei giornalisti e il suo amore per il “mestieraccio” [foto e video]

Luigi Garrone è stato festeggiato all’università da colleghi, amministratori e tanti amici. Su di lui una “fabbrica di aneddoti” e un affetto sconfinato

«Gatti arrostiti, facciamo in fretta e non fate discorsi tanto lunghi»: i 100 anni non hanno per nulla scalfito la verve e l’ironia di Luigi Garrone, il decano dei giornalisti astigiani che nei giorni scorsi, all’Università, è stato festeggiato da tanti colleghi (e non solo). Originario di Mongardino (“il paese più bello del mondo” ripete da quando ha la ragione), Garrone ha scritto una lunga e importante pagina del giornalismo astigiano. Come ha ricordato il collega Carlo Cerrato, lo ha fatto quando quello del giornalista locale era un mestiere ancora tutto da inventare.

Impossibile elencare tutte le testate per le quali ha lavorato Garrone: per tantissimi anni è stato il corrispondente Ansa per Asti e provincia ma, contemporaneamente, ha sempre lavorato per molti altri giornali locali, regionali e nazionali. E tutto questo mentre svolgeva il suo lavoro di dirigente alla storica Way Assauto in qualità di responsabile delle relazioni internazionali.
Luigi è stato un partigiano impegnato e chi ha avuto la fortuna di averlo al suo fianco durante le attese fra una conferenza stampa e l’altra, ha avuto la sua testimonianza diretta su un momento che ha cambiato la storia d’Italia.

Uomo profondamente religioso e legato alla sua famiglia (dall’amatissima Lina scomparsa qualche anno fa ai figli Paolo e Giorgio con le loro famiglie) Luigi Garrone ha dato prova negli anni di bontà e onestà, di disponibilità verso tutti e di aiuto verso i colleghi, soprattutto i più giovani. Dotato di un innato senso per la notizia, è testimone di un mondo del giornalismo fatto consumando le suole delle scarpe, quando non esistevano comunicati stampa, mail, social. Ha insegnato a tutti come ci si tengono strette le fonti ma è stato anche sempre un passo avanti nell’imparare le nuove tecnologie di comunicazione. Fino all’altro ieri lo si poteva trovare a scrivere al computer, scannerizzare una foto, inviare mail e messaggi al cellulare. E fino a due settimane fa lo si poteva anche trovare per strada, sulla sua inconfondibile Panda, soprattutto verso Mongardino dove non manca l’appuntamento settimanale con il campo da bocce o la partita a carte.

Per lui solo parole belle da chi ha voluto tracciare qualcuna delle sfaccettature della sua persona. E Luigi, senza perdersi d’animo, ha avuto parole per tutti: «Il “mestieraccio” mi ha accompagnato in buona parte della vita permettendomi di conoscere valenti e stimati amministratori, magistrati, autorità, forze dell’ordine, colleghi giornalisti e tanti cittadini e lavoratori. Mi ritengo fortunato perchè insieme alla mia famiglia tutti mi avete portato a braccetto fino a tagliare il traguardo dei 100 anni».

(Fotoservizio Ago)

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