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Platani ex mulino di corso Savona
Attualità
Il caso

Asti, i platani davanti all’ex mulino devono essere abbattuti per costruire una pista ciclabile

Distrutto l’edificio, in corso Savona gli ambientalisti chiedono di salvare i sette alberi rimasti, ma nella convenzione del 2021 tra Comune e proponenti era già previsto di eliminarli

Abbattuto l’ex mulino di corso Savona, che per anni è stato un simbolo dell’ingresso sud di Asti, ma che con il passare del tempo era diventato un edificio decadente e di certo non un bel biglietto da visita, ora l’attenzione mediatica si è spostata sui sette platani situati tra la carreggiata e il sito dove sarà costruito il nuovo supermercato Lidl. L’ex mulino, infatti, sarà rimpiazzato da una media struttura di vendita alimentare con superficie lorda complessiva pari a 1.823 mq e una superficie di vendita effettiva di 898 mq. Il progetto originale di riqualificazione dell’area non prevede di lasciare i platani al loro posto perché, proprio dove si trovano gli alberi, è indicata la costruzione di una pista ciclabile che collegherà quella già presente sul ponte del Tanaro e quella esistente in via Cuneo. Da qui la preoccupazione degli ambientalisti, ma non solo di loro, che i platani siano spacciati e che, ancora una volta, non si riesca a tutelare, pur nel rispetto del diritto di costruire, il verde pubblico.

Lo dice la convenzione del 2021 siglata dal Comune con i proponenti

È su un punto che gli ambientalisti chiedono trasparenza annunciando battaglia. Chi ha autorizzato l’abbattimento dei platani per rimpiazzarli con una pista ciclabile? La risposta la si trova nella convenzione edilizia per l’attuazione del piano esecutivo denominato “ex mulino”.

Un documento, siglato il 21 dicembre 2021 davanti a un notaio e firmato dal Comune di Asti e dai vari soggetti che hanno proposto il Pecli. In un passaggio del documento c’è scritto che per la costruzione della nuova pista ciclabile sarà necessario abbattere le essenze arboree esistenti, ma vengono anche indicate delle compensazioni, a cominciare dalla realizzazione di una barriera verde alla scuola Baussano. Quindi l’amministrazione comunale, siglando la convenzione del 2021 e, prima ancora, con la delibera di Giunta 310 “Pecli ex mulino” del 14 settembre 2021 già era a conoscenza che i platani sarebbero stati abbattuti in favore di una pista ciclabile.

Adesso si chiede al Comune di cambiare idea e salvare i platani, anche se il progetto è ormai esecutivo e la Lidl potrebbe non essere d’accordo nel rivedere i programmi. Sul portale Change.org è stata lanciata la petizione “Fermiamo l’abbattimento dei platani dell’ex mulino di corso Savona”: «Dobbiamo fermare l’abbattimento di questi alberi e pretendere che vengano gestiti secondo le migliori pratiche arbori-colturali. Dobbiamo far capire alle autorità di Asti che non siamo d’accordo con le loro decisioni che compromettono la bellezza e l’ecosistema della nostra città».

L’assessore all’Urbanistica Monica Amasio, che non faceva parte della Giunta nel 2021 e non aveva votato quella delibera, si trova adesso a dover gestire la faccenda: «Mi spiace che le piante possano essere abbattute, – replica – ma ho chiesto agli uffici e alla Lidl se sia possibile mantenere la barriera di verde davanti al nuovo supermercato, oggi non prevista. Per quanto riguarda i platani propongo di non abbatterli, ma spostarli mettendoli a dimora altrove». L’assessore all’Ambiente Luigi Giacomini (anche lui non in Giunta nel 2021) si è invece attivato per cercare di capire se sia fattibile spostare la pista ciclabile di alcuni metri e quindi preservare i platani.

L’architetto Catrambone: «L’ex mulino non era da salvare»

Ma se il destino dei platani è appeso a un filo, abbattere l’ex mulino è stata una scelta inevitabile nonostante ci siano state voci che abbiano perfino immaginato un suo recupero per costruire alloggi o un ristorante panoramico. Suggestioni e proposte lanciate senza però considerare il valore dell’edificio in sé, i costi di ristrutturazione e chi avrebbe dovuto mettere i soldi in un’impresa piuttosto rischiosa, dato lo stallo del mercato immobiliare.

Dubbi sollevati anche dall’architetto e urbanista astigiano Domenico Catrambone che ha firmato i progetti di diversi supermercati e conosce bene le dinamiche legate all’arrivo di queste strutture di vendita. Valeva la pena di tentare un recupero dell’ex mulino? «Per circa un ventennio nessuno si è preoccupato dell’ex mulino che via via si era ridotto in quelle stato, ma dal punto di vista architettonico era brutto, sproporzionato e non aveva alcun significato né valore come “archeologia industriale” – commenta l’architetto che, tra gli altri lavori, ha anche firmato il progetto di recupero dell’ex Saffa di corso Ivrea – I mulini sono strutture molto difficili da salvare. Per quanto riguarda i platani, forse adesso è un po’ tardi per intervenire sul progetto. Ma, in caso di abbattimento, il Comune avrebbe dovuto chiedere alla Lidl di piantarne cinquanta in un altro posto».

Per Catrambone, infatti, nonostante l’iniziativa venga fatta in “autoriconoscimento”, l’amministrazione comunale ha sempre una voce in capitolo per mitigare gli impatti negativi dovuti all’atterraggio delle strutture commerciali, oggi spesso realizzate in copia e quindi molto simili da una città all’altra. «All’ex Saffa, dove gli edifici risalivano al 1870, abbiamo mantenuto due strutture, ma lì si trattava davvero di archeologia industriale. – conclude l’architetto – In ogni caso, quando queste società propongono certi progetti, il Comune deve sempre essere parte attiva e dare gli indirizzi che reputa necessari».

[nella foto i platani davanti all’ex mulino di corso Savona a rischio di abbattimento]

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