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Collina Volta

Asti, i proprietari di casa di Collina Volta: «Prima di pagare vogliamo vedere i conti»

Ieri sera l’affollata assemblea a Palazzo Mandela dopo la ricezione di conguagli da pagare entro fine giugno con cifra fra i 15 mila e i 340 mila euro.

Pacati, educati, composti ma estremamente stupiti, scossi, arrabbiati e decisi i proprietari di palazzine, alloggi, villette della Collina Volta, la grande area residenziale delimitata da via Spandre che un mese fa si sono visti recapitare una lettera in cui il Comune chiede di versare, nel giro di 60 giorni, cifra che vanno dai 15 mila ai 350 euro a seconda della superficie occupata con i loro immobili.

La prima cifra riguarda i proprietari di alloggi; raddoppia per chi ha costruito o comprato una villetta e le cifre più alte sono per Atc e cooperative che 35 anni fa presero in concessione il terreno espropriato dal Comune per il piano di edilizia economica popolare.

Tutto nasce dalla causa che i proprietari iniziali fecero al Comune non considerando corretto il valore dell’esproprio. Una causa lunghissima che venne intentata sia davanti al tribunale civile che al Tar. Nel 2015 si concluse l’iter davanti al Tar e ripartì quello civile che si è concluso l’anno scorso con un conto, al Comune di Asti, di circa 2 milioni 850 mila euro. Comprensivo di interessi, spese legali, differenza del valore dell’esproprio fra quanto già versato e quanto stabilito dalla Cassazione e indennità di occupazione di tutti gli anni passati in attesa della sentenza.

Ieri sera, a Palazzo Mandela, si è tenuta una riunione indetta dal sindaco, alla presenza del segretario generale, dei dirigenti e di quasi tutta la giunta con i proprietari degli immobili. Rasero ha aperto la riunione con una frase emblematica: «Dopo il Covid, questa è la grana più grossa che mi sono trovato a gestire come sindaco in questi 8 anni di mandato».

E’ stato ripercorso l’iter e sono state chiarite alcune cose: la prima è che il Comune di Asti ha già pagato i proprietari, anticipando dunque la somma dovuta. La seconda è che il Comune, per legge, deve rivalersi sui proprietari altrimenti la Corte dei Conti sanzionerebbe sindaco, giunta e dirigenti; la terza è che nel conto fatto ai proprietari sono state escluse le spese legali sostenute nella lunghissima causa civile e quanto dovuto dal Comune per i terreni ancora di sua proprietà facenti parte del Peep.

Dunque i proprietari devono pagare, pro quota calcolata in millesimi, la differenza fra quanto venne già dato come valore del terreno all’atto dell’esproprio e in una seconda tranche nel 2015 più gli interessi maturati più il diritto di occupazione.

La reazione non si è fatta attendere. Fra i primi a prendere la parola il direttore dell’Atc Piemonte Sud del quale Asti fa parte che, Ghiglione, che ha chiesto di avere un conto molto dettagliato di queste spese perchè, in quanto ente pubblico, a sua volta deve riferire alla Corte dei Conti perchè le casse di Atc dovranno esporsi per una cifra così alta fuori bilancio.

Ma questa richiesta di dettaglio è arrivata un po’ da tutti perchè l’idea dei proprietari è quella di valutare, con i loro legali, se è possibile pagare solo la differenza del valore di esproprio e non le altre due voci.

«In fondo la causa legale era fra chi ha venduto e il Comune. Noi non siamo mai stati una “parte” del processo e dunque non abbiamo mai potuto dire la nostra nei vari gradi di giudizio. E dunque non è ascrivibile a noi il lungo tempo di contenzioso che compone le altre due voci della somma dovuta».

Su tutte la richiesta accorata di sospendere il termine di pagamento (che ora si ridurrebbe a meno di un mese dal ricevimento della lettera) e di rateizzazione del dovuto.

«Il che non significa accettare il debito così come ci è stato presentato dal Comune – sottolineano – ma avere tempo di capire se davvero dobbiamo capire tutta la somma richiesta e, per quella che eventualmente verrà stabilita, avere tempo di mettere insieme cifre che sono molto importanti per famiglie che, nella maggior parte, sono formate da pensionati».

Esiste ancora un altro punto esposto da diversi proprietari: perchè l’ultimo intestatario degli immobili deve pagare l’intera somma? «Io ho comprato la casa 7 anni fa – dice una signora molto spaventata dalla lettera ricevuta – perchè devo pagare occupazione e interessi di 34 anni? Se proprio venisse fuori che vanno pagati, lo dividano fra i vari proprietari che si sono succeduti nel tempo».

Sindaco, giunta e dirigenti hanno appuntato tutte le osservazioni, hanno suggerito una lettera  collettiva di tutti i proprietari con le loro richieste annunciando che la utilizzeranno per chiedere alla Corte dei Conti una sospensione dei termini di pagamento.

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