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Attualità

Asti, il Comune taglia 22mila euro all’ISRAT

La consigliera di minoranza Quaglia lancia l’allarme e invita il sindaco a cambiare idea che replica: «Quando lei era in Provincia non ha fatto nulla per aumentare gli stanziamenti»

Asti, mannaia sull’ISRAT: scoppia la querelle politica

Mentre l’amministrazione Rasero è al lavoro sul Bilancio di previsione 2020, spunta la prima querelle sulla decisione di tagliare gli stanziamenti alle partecipate. Tagli che interessano, per cominciare, l’ISRAT – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Asti. A sollevare il caso è la consigliera di minoranza Angela Quaglia (CambiAMO Asti) con un’interpellanza urgente al sindaco Rasero.

«Sono venuta a conoscenza che sarebbe intenzione del Comune ridurre del 50% il contributo di partecipazione all’ISRAT e che tale intenzione sarebbe stata comunicata dal sindaco con una semplice letterina – scrive la consigliera – L’ISRAT è un Consorzio tra Enti e il Contributo di Asti andrebbe a condizionare (e a ridurre di conseguenza) anche il contributo degli altri Comune aderenti. Considerato che il “risparmio” da tale decisione ammonterebbe a circa 22.000 euro, molto meno di tante altre iniziative che il Comune ha sostenuto con costi analoghi e che la riduzione del contributo impatterebbe pesantemente sul funzionamento dell’Istituto, il quale potrebbe permettersi soltanto più un’unità di personale con evidenti limiti di funzionamento e alla ricerca storica, ho interpellato il sindaco per conoscere se la notizia sia vera e per chiedere alla Giunta di ripensare a tale decisione al fine di consentire all’ISRAT di poter continuare la propria attività a favore della ricerca storica, della scuola e della città».

Oggi l’ISRAT, ospitato al secondo piano di Palazzo Ottolenghi, conta solo due dipendenti in pianta stabile: il direttore Mario Renosio e la ricercatrice Nicoletta Fasano. L’ISRAT è un consorzio cui partecipano la Provincia di Asti al 6,06%, il Comune di Asti al 56,29%, i Comuni di Nizza e Canelli con il 3,79% delle quote e via via altri 49 Comuni con quote marginali tra 2,53% e 0,19%. Il Bilancio consuntivo del 2018, approvato dall’assemblea consortile, si è chiuso con un avanzo di amministrazione di 16.217,71 euro.

Una gestione finanziaria, si legge nel documento contabile, «improntata nel rispetto dell’economicità, pur riuscendo a proseguire in modo positivo le attività istituzionali dell’Ente». L’ISRAT è ospitato gratuitamente a Palazzo Ottolenghi, ma in cambio si occupa di accogliere e guidare visitatori e turisti interessati a vedere il Museo del Risorgimento con sede nello stesso edificio e a collaborare a varie iniziative culturali e divulgative per la città. Va da sé che il taglio di circa 22.000 euro da parte del Comune inciderebbe in maniera rilevante sull’attività dell’Istituto che potrebbe, questo il timore della consigliera Quaglia, perdere un dipendente.

La replica del sindaco Maurizio Rasero

Rasero, però, non attende il Consiglio comunale e replica ad Angela Quaglia motivando così la scelta: «Noi per anni abbiamo pagato di più rispetto alla nostra storica quota per andare a coprire cosa non metteva più la Provincia, passata dai 48.000 euro di finanziamento dei primi anni Duemila ai 4.800 euro erogati dal 2014. Ora pur condividendo le finalità dell’Istituto non possiamo più permetterci questo sacrificio, ma continueremo a sostenerlo con 23.000 euro che è comunque una cifra importante. In campo culturale non diamo a nessuno tutti questi soldi». Ma contro la consigliera, non risparmia una stoccata: «Quand’era ai vertici della Provincia (consigliera provinciale ndr), dal 2014 al 2016, cosa ha fatto Quaglia per aumentare il contributo dell’Ente se l’ISRAT è davvero così importante?»

Parla la ricercatrice Nicoletta Fasano

La dott.ssa Fasano, ricercatrice dell’ISRAT, interpellata sul caso commenta quanto sta accadendo tra l’Istituto e il Comune lanciando un appello al dialogo. «Per Statuto l’ISRAT impiega i soldi erogati dai Comuni per pagare gli stipendi di chi ci lavora, quello del direttore amministrativo e dei revisori dei conti. Si tratta di costi che bisogna sostenere, ma chiediamo un incontro con il sindaco Rasero per confrontarci di persona e valutare altre soluzioni. Ad esempio, se proprio sono costretti a tagliare il budget, potrebbero però farsi carico della gestione amministrativa che richiede davvero poco in termini di tempo e di denaro».

Ma c’è dell’altro. L’ISRAT collabora con numerosi Enti comunali e scuole (150 incontri all’anno) e coinvolge oltre 4.000 persone ogni anno nelle sue iniziative che riguardano molti aspetti della storia contemporanea. E’ associato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, con sede a Milano, che coordina una rete di oltre 60 Istituti della Resistenza e di storia contemporanea sul territorio nazionale e quello di Asti è tra i più attivi.

«Non abbiamo intenzione di fare guerra al Comune – precisa la dott.ssa Fasano – e abbiamo chiesto un incontro con Rasero, ma ad oggi non abbiamo avuto risposta. Chiediamo un confronto per discutere con calma del problema anche se sappiamo che l’intenzione di tagliare il budget sembra data per certa».

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