E’ una storia di Natale, di quelle che finiscono bene e che fanno inumidire gli occhi perchè sanno di miracolo. E anche i miracoli, si sa, a Natale sono ancora più belli.
Un miracolo che ha due volti e due nomi: quello di Mariuccia Avidano e quello di Luigi Ferrero. La loro, su fronti diversi, è una storia di coraggio.
Mariuccia è una energica e battagliera signora di “quasi” 90 anni, vedova, senza figli.
Luigi Ferrero è il sindaco di Frinco che è riuscito in una missione impossibile per riportare Mariuccia a casa sua.
Il 5 febbraio sarà l’undicesimo anniversario di una giornata che Mariuccia, ma neppure l’intera Frinco, dimenticherà mai. Da qualche settimana c’erano segni di cedimenti e all’improvviso l’avamposto sud del grande castello che domina il paese è crollato portandosi dietro uno dei muri di sostegno, il giardino e la centrale termica della casa di Mariuccia, una bomboniera ristrutturata ai piedi del maniero.
Per lei, già ottantenne, è iniziato un calvario che solo la sua determinazione e la sua forza di volontà hanno potuto percorrere.
Decreto di inagibilità della casa (bisognava verificare se il resto della struttura aveva retto e, soprattutto, c’era la paura che cedessero altre parti del castello), l’impossibilità per lei di farvi rientro, l’ospitalità d’emergenza da un parente ad Asti, la ricerca di una casa da affittare. E, soprattutto, il cuore spezzato nel vedere la sua casa sempre così ben curata, ora chiusa e appoggiata ad una montagna di macerie.
«Quando divenni sindaco poco dopo il crollo – ricorda oggi Luigi Ferrero – Mariuccia mi chiese “Tornerò nella mia casa?”. Io, allora, le risposi onestamente “No, mi spiace”».
Ma non c’è stato giorno in cui non abbia pensato a come fare per riportare la Mariuccia a casa sua.
E la soluzione è arrivata cavalcando un’idea che sembrava impossibile da realizzare: acquistare il castello e metterlo in sicurezza. Non certo con i fondi del piccolo Comune, ma con quelli ottenuti, faticosamente e dietro un complesso lavoro di progettazione, della Regione Piemonte.
La fortuna aiuta gli audaci e il castello, al centro anche di una serie di procedure fallimentari delle vecchie proprietà (in cui si è imbattuta anche Mariuccia per ottenere il risarcimento dei danni) nel 2019 viene acquisita dal Comune che ne dispone immediatamente la messa in sicurezza.
Sono passati 5 anni da allora, ma il sindaco ha potuto mantenere la promessa fatta in cuor suo alla Mariuccia: muraglione di contenimento del castello rifatto e collaudato, avamposto ricostruito da terra e cielo, macerie rimosse e, a fronte dei lavori fatti alla casa sottostante dalla sua proprietaria, ritiro dell’ordinanza di inagibilità.
Mariuccia è tornata a vivere a casa sua e questo è stato il primo Natale, dopo dieci passati in casa d’affitto, passato fra le mura testimoni della cura che lei e il marito ebbero sempre riservato a questa bella abitazione arroccata in posizione panoramica. Una casa che fu degli suoceri della donna, storici titolari di bottega del paese.
Mura testimoni dell’amore di Mariuccia e di suo marito capaci di restituire la sensazione di “casa” ad una donna che, 90 anni fra qualche mese, da sola ha affrontato ostacoli inimmaginabili per ottenere giustizia su quanto accaduto.
Mariuccia è tornata, fra i suoi mobili, le foto e le tante cose che una casa custodisce per marcare la memoria di una vita intera.
Il dolore per l’assenza del marito è forte ma tutta la brutta avventura della donna non è passata inosservata.
«Voglio ringraziare tutte le persone del paese che, in vario modo, mi hanno aiutato per farmi tornare a casa mia. In primo luogo il sindaco Luigi. Non nego che in certi momenti sono stata dura con lui, in questi anni, ma riconosco tutti gli sforzi che ha fatto per arrivare a questo».