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Cortile Diavolo Rosso
Attualità
Il caso

Asti: il mondo della cultura difende il Diavolo Rosso

Perplessità per le tempistiche del cantiere a Palazzo Ottolenghi che penalizzano il locale

I gestori del Diavolo Rosso, uno dei luoghi culturali e locali più vivi e frequentati di Asti, hanno temuto il peggio quando, nei giorni scorsi, avevano ricevuto dal Comune l’avviso che, nel giro di poco, avrebbero dovuto fare a meno del cortile interno e del loggiato in vista dell’apertura del cantiere “Vino e Cultura” a Palazzo Ottolenghi. Quello che ha innescato una nuova querelle, anche politica, è stato il fatto che la “restituzione” al Comune di loggione e cortile sarebbe dovuta avvenire a breve, mentre il cantiere vero e proprio è previsto per settembre. Inibire al Diavolo Rosso l’uso di quei due spazi, strategici, teatro di numerosi eventi durante l’estate, con diversi mesi d’anticipo provocherebbe un danno ingente.

Così è scattato un vero passaparola tramite social, gruppi WhatsApp, email e il “caso” è arrivato alle orecchie della politica locale già in fibrillazione per la campagna elettorale. Si è venuto così a sapere che i consiglieri comunali di minoranza Mario Malandrone (Ambiente Asti), Mauro Bosia e Michele Anselmo (Uniti si può) avevano presentato, il 31 marzo, un’interrogazione al sindaco proprio sul cantiere “Vino e Cultura” nella quale chiedevano anche di preservare il più possibile gli spazi del Diavolo Rosso nonostante l’allestimento del cantiere. «Si verrebbe a privare il Diavolo Rosso del cortile e di un sala annessa, il loggiato – avevano commentano Bosia, Malandrone e Anselmo – Questa privazione, insieme ai tempi del cantiere, rischia di pesare molto sull’attività del Diavolo e più in generale di fargli perdere una parte consistente del suo potenziale attrattivo, specialmente per quanto riguarda il periodo primaverile ed estivo».

L’allarme è però rientrato, almeno per ora, dal momento che il Diavolo Rosso continuerà ad avere la disponibilità dei due spazi ancora per un po’, si ipotizza anche durante l’estate. Il caso è comunque esploso e in molti hanno voluto dire la loro non solo sull’episodio in sé, ma anche sull’importanza di preservare quei pochi spazi vitali per la musica e la socialità dei più giovani.

«Asti ha spazi molto interessanti, uno su tutti il Diavolo Rosso che ci invidiano per la location e le proposte musicali città più importanti, eppure rischia di essere già sacrificato nei prossimi mesi – commenta il musicista Beppe Giampà, candidato alle prossime elezioni con Ambiente Asti – Dall’impegno di giovani è nato Fuoriluogo, questi sono segnali che la creatività ad Asti non manca. Questi spazi vanno valorizzati. Occorre che vengano tutelati […] Perché nei progetti di Asti vengono sempre penalizzati spazi aggregativi? Prima il Centro Giovani, oggi il Diavolo Rosso. Si sognano di realizzare progetti eclatanti dal punto di vista culturale, turistico, ma poi si colpiscono quelle realtà aggregative che sono già “territorio e memoria”, “vino e cultura”».

Sul caso “Diavolo”, anche se in parte rientrato, interviene il maestro elementare Giampiero Monaca promotore di Bimbisvegli. «Pericolo scampato, bene ma non benissimo. Non benissimo, perché ancora una volta abbiamo assistito ad una espressione muscolare di una amministrazione che prima di dialogare tenta di annichilire con un atto di forza. Questa volta la risposta della città e del mondo associativo è stata unanime e robusta e l’amministrazione Rasero ha preferito fare dietro front, ma io, personalmente inizio ad essere piuttosto esausto di una dinamica, in cui ci si devono guardare continuamente le spalle, in cui gli accordi e le esperienze di successo possono essere spazzate via da un momento all’altro perché invise alla corte. […] Il cortile del Diavolo è salvo, ma non sarebbe mai dovuto essere messo in discussione, non perché i gestori ci sono simpatici, ma perché il Diavolo Rosso è un presidio culturale ed un bene comune per tutte le astigiane e gli astigiani».

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