Il Santuario Beata Vergine del Portone, ad Asti, è a un passo dal diventare un “Luogo del Cuore” del Fai. Entro mercoledì si può votare la candidatura del complesso storico, culturale e religioso, ma sembra che tra i voti on line e quelli cartacei l’obiettivo sia stato raggiunto. A spiegare le bellezze della “Madonna del Portone” sono il rettore del Santuario, don Simone Unere e Rossana Macagno che fa parte del Comitato “Amici del Santuario”.
«ll luogo custodisce l’immagine della Beata Vergine con Bambino tra i santi Secondo e Marco affrescata da Gandolfino da Roreto sopra l’antica porta della cinta muraria di borgo San Marco – raccontano – Si tratta dell’ultima antica porta della città, di cui rimane una porzione visibile. Per i credenti la Madonna del Portone rappresenta una guida nella vita quotidiana e una “porta del Paradiso”». Laici e non credenti possono apprezzarne il significato storico e culturale. Se il complesso riuscisse a ottenere i fondi del Fai, al termine del concorso, come li impiegherebbe? «Dobbiamo ancora valutare, ma le priorità includono le bollette per il sistema di riscaldamento, l’abbattimento delle barriere architettoniche per una maggiore accessibilità e il restauro degli affreschi interni».
Oggi, a prendersi cura del luogo, oltre al rettore, ci sono gli “Amici del Santuario”, volontari che dedicano il loro tempo a gestire il sito che comprende anche la cripta e la ricostruzione della Grotta di Lourdes nel giardino esterno. Ma la “Madonna del Portone” è anche una chiesa giubilare e questo aggiunge un’ulteriore importanza al luogo. Diventare un “Luogo del Cuore” significherebbe riconoscere l’importanza, su più livelli, di questo posto che gli astigiani considerano uno dei simboli della città e che resta, al di là della fede, uno scrigno di opere d’arte e di momenti di storia locale. Davanti all’affresco di Gandolfino da Roreto c’è l’inginocchiatoio usato da Papa San Giovanni Paolo II quando fece visita al Santuario nel 1993 e sovente la chiesa ospita le reliquie di Santi, segno della devozione popolare.
«In passato – ricorda il rettore Unere – sono state esposte reliquie di Santa Rita, dello stesso San Giovanni Paolo II e di Carlo Acutis. Questo aspetto, pur non essendo il fulcro dell’attività del Santuario, è un elemento della sua identità». Con la sua cupola, alta oltre 50 metri, la Madonna del Portone “veglia” sulla città, testimone da oltre un secolo della sua storia.
Per questi e altri motivi, che vi lasciamo scoprire facendo una visita in loco, è importante che la comunità astigiana continui a sostenere l’iniziativa del Fai che valorizza luoghi affascinanti di cui sovente non si conoscono le bellezze. Il Santuario è aperto dalle 9 fino alle 19. Le funzioni si svolgono nel pomeriggio alle 17.30. «Nel mese di maggio, mese mariano, alcune serate si tengono nella Grotta di Lourdes, costruita negli anni ’30. – conclude il rettore – La grotta rappresenta un modo per rendere accessibile ai fedeli una riproduzione del celebre santuario francese, in un’epoca in cui i viaggi erano meno agevoli».
Maggiori informazioni sul sito https://www.madonnadelportone.net
2 risposte
Ottimo e appassionato lavoro.Come sempre.
Buongiorno,
complimentandomi per il bellissimo articolo vorrei soltanto ricordare che la Paternitá delle opere appartiene ad un autore attualmente in vita chiamatosi Marco Aru. Sarebbe doveroso e necessario fare in modo che almeno il suo nome possa comparire prossimamente. Credo che un riconoscimento sia perlomeno dovuto. Grazie