Maurizio Rasero tv cinese
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Il caso

Asti, il sindaco Rasero si rivolge alla tv cinese: «Sono un convinto sostenitore della Via della Seta»

Mentre Meloni e Biden alla Casa Bianca si confrontano anche sui futuri rapporti con Pechino, il sindaco chiede che i rapporti tra l’Italia e Pechino non vengano penalizzati

Piazza San Secondo 1, ad Asti, non è il 1600 di Pennsylvania Avenue, a Washington, e Maurizio Rasero non ha, ancora, “il potere politico” né del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden né quello del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma tutti e tre, nelle ultime ore, hanno parlato della Via della Seta e dei futuri rapporti economici e strategici con la Cina. Ognuno, va da sé, dal suo punto di vista e tirando acqua al proprio mulino.

Biden e Meloni lo hanno fatto alla Casa Bianca, al 1600 di Pennsylvania Avenue, Rasero dal suo più modesto ufficio del municipio di piazza San Secondo rivolgendosi, però, alla televisione cinese attraverso China Media Group, la “Voce della Cina”, il principale gruppo televisivo che opera nella Terra del Dragone.

Come la pensi il sindaco di Asti sulla Cina è ormai noto agli astigiani, ma non solo. Negli ultimi tempi in città è stato molto facile incontrarlo in giro per il centro storico alla guida di questa o quella delegazione cinese fatta da imprenditori, politici, rappresentanti di prefetture popolate da milioni di abitanti ai quali il nome Asti sta diventando sempre più familiare.

«Io sono un convinto sostenitore della Via della Seta e farò tutto quello che è nelle mie possibilità per dire, in ogni dove, che questo accordo debba essere riconfermato, o nel caso sostituito con qualche altro accordo: Italia e Cina non possono rimanere separate. – spiega il sindaco di Asti alla televisione cinese – È la storia che lo insegna, nell’interesse reciproco e dei popoli che dobbiamo amministrare. La Cina, dal mio punto di vista, ha contribuito a dare stabilità al mondo e ha dimostrato di essere un partner credibile di cui il mondo non può più fare a meno».

La questione è nota ed è nell’agenda del governo italiano: Giorgia Meloni, come vorrebbero gli Stati Uniti, porterà l’Italia ad abbandonare la Via della Seta, o quantomeno ad allontanatesene distanziando i rapporti di collaborazione tra il nostro Paese e Pechino? Durante l’incontro istituzionale a Washington il tema è stato solo toccato. Nessun dubbio che sia la classica patata bollente, come dimostra lo stesso sindaco Rasero, sostenuto da una maggioranza in quota Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che in realtà non sembrano avere il suo stesso trasporto verso Pechino. Non è forse un caso che nell’ultima visita fatta dall’amministrazione Rasero in Cina, appena pochi mesi fa, nessun esponente di questi tre partiti ha fatto parte della delegazione, ma solo due assessori e un consigliere espressioni di liste civiche.

Per Rasero, invece, primo sostenitore della Cina tra i sindaci italiani espressione del centrodestra, “ambasciatore” della piemontesità nei suoi diversi viaggi in Oriente, promotore di un gemellaggio con la città di Nanyang siglato in occasione del Santo Patrono di Asti, il 2 maggio scorso, lasciare la Via della Seta rappresenterebbe un errore strategico enorme. «La Cina sta diventando un importante promotore della stabilità dell’ordine internazionale nel mondo di oggi, – si legge nell’articolo pubblicato sul sito di China Media Group che riporta le parole di Rasero – ed è anche un importante partner cooperativo stabile e affidabile dell’Italia. Le relazioni bilaterali sino-italiane amichevoli, cooperative, reciprocamente vantaggiose e vantaggiose per tutti dovrebbero essere continuamente proseguite e rafforzate».

[nella foto un momento dell’intervista a Cina media Group]

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