Non dev’essere stato facile per Rasero creare una nuova giunta rinunciando ad alcuni suoi ex assessori “strategici” che avrebbero continuato, più che volentieri, a ricoprire un ruolo nell’esecutivo bis. Il sindaco, come spesso succede in questi casi, ha dovuto guardare ai voti, alle ambizioni personali, al Manuale Cencelli e alle richieste dei segretari e dirigenti di partito che devono essere soddisfatte perché, alla fine, tutti vincano e nessuno resti insoddisfatto. Più o meno.
Nove caselle, come quelle dello schema di un Sudoku dove ogni numero vincola la posizione di tutti gli altri, non solo vicini. Rasero ha fatto il suo Sudoku a schema facilitato perché il numero 2, il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture, Edilizia Scolastica, Patrimonio, Viabilità (con delega speciale al progetto “Vino e Cultura”) era già scritto: Stefania Morra. Un tecnico, una donna, un “problem solving” che Rasero ha posto come “condicio sine qua non” per varare il suo secondo esecutivo. È indubbio che, così facendo, ha bypassato la presenza di un vicesindaco politico che potrebbe chiedergli conto, con maggior vigore, di alcune scelte che sarà chiamato a definire (il caso sul patrocinio al primo Asti Pride ne è stato un esempio). Come dire: la politica rimane un gradino sotto.
Politica che c’è nelle figure di Marcello Coppo (Fratelli d’Italia), ex vicesindaco ed ex assessore al Commercio e all’Urbanistica passato sul fronte “caldo” della Sicurezza, Polizia municipale, Protezione civile, Controllo del vicinato, Periferie e Ambiente. Perché? Certo, qualche scelta operata da Coppo (vedi la rivoluzione del mercato di piazza Alfieri) ha creato tensioni, anche dentro l’ex giunta, ma c’è chi potrebbe accelerare il nastro fino 2023 e vedere Coppo eletto in Parlamento. Un assessore che, come fece prima di lui Andrea Giaccone, prende il largo per Roma lasciando il sindaco con una surroga “meno impegnativa” da gestire. Che Rasero abbia già predisposto tutto per affrontare l’eventuale “promozione” del suo ex vicesindaco?
Vedremo. Di certo Fratelli d’Italia porta in giunta Eleonora Zollo con deleghe importantissime, vista la crisi in atto: Servizi Sociali, Pari Opportunità, Famiglia, Sanità e Volontariato. Zollo da cui molti si aspettano un intervento pressoché immediato anche sui progetti di Vita Indipendente mettendo mano al complesso iter di erogazione dei contributi.
Mario Bovino, assessore dimissionario, torna più forte di prima grazie al fatto di essere stato il più votato tra tutte le liste. Rientra nell’esecutivo sotto la bandiera di Forza Italia e a farne le spese è Piero Ferrero che ne aveva preso il posto (ma non le deleghe) nell’ultima parte del primo mandato di Rasero. Ferrero torna ad occuparsi, da consigliere delegato, di Cimiteri e Frazioni.
Dura lex, sed lex, specie alla luce del fatto che in giunta viene riconfermata Loretta Bologna che di preferenze ne ha prese 12 in meno di lui. Questa volta, però, cambia parzialmente le sue deleghe e lascia, immaginiamo a malincuore, il Turismo, le Manifestazioni e l’Unesco per Istruzione, Asili nido e Università, Coordinamento fondi europei, all’attuazione del PNRR e alla Coesione territoriale. Rasero ha però voluto precisare che la delega al PNRR «è un po’ sopra a tutte le altre».
Ma se Ferrero deve fare un passo indietro, anche Marco Bona (Lega) torna, per una manciata di voti, a fare il consigliere comunale lasciando il posto in giunta alla collega di partito Monica Amasio che ottiene le deleghe all’Urbanistica, Pianificazione e Sportello Unico. Potremmo chiederci, a questo punto, se passare tutto il “pacchetto sicurezza” a Fratelli d’Italia sia stato più un favore alla Lega per toglierle le castagne dal fuoco che una precisa richiesta di Coppo, specie dopo tutto il lavoro fatto da Bona sulle telecamere e sul fronte della polizia municipale.
Paride Candelaresi (Giovani Astigiani) incassa la Cultura perché, come detto dal sindaco, in quanto a professionalità e passione sul tema non lo batte nessuno (tra gli altri papabili). Dopo i Lavori Pubblici e i Servizi Sociali, la Cultura è la delega più difficile perché deve tenere in piedi situazioni molto delicate dal punto di vista economico (Biblioteca Astense e Teatro Alfieri, per dirne due) con un bilancio che da sempre la penalizza per garantire altre priorità. La sua sfida più difficile? Trovare nel pressoché inesistente mecenatismo astigiano una stampella per finanziare e rilanciare il settore di cui è referente.
Giovanni Boccia “salta” l’ennesimo mandato come presidente del Consiglio per sperimentare deleghe amministrative importanti, ma ha dalla sua due carte vincenti: è democristiano («ci tiene a precisare non vecchio») ed è talmente addentro nella macchina comunale che Rasero gli ha offerto il Personale, Servizi Demografici, Urp, Attuazione del programma, Sistemi informativi e Comunicazione.
Infine Riccardo Origlia, nuovo volto in Giunta, di cui Rasero ha molta fiducia e che impareremo a conoscere meglio nelle prossime settimane.
[foto Billi]