Nuova conferma dell’eccellenza dello staff del dottor Scaglione
Un gioiello della nanotecnologia medicale ha incontrato l’eccellenza dello staff del Reparto di Cardiologia dell’ospedale Cardinal Massaia di Asti e pochi giorni fa una donna cardiopatica di 55 anni ha avuto l’onore di vedersi impiantato un pacemaker di nuovissima generazione.
Il suo nome (del pacemaker) è Leadless Micra A/V e rappresenta un balzo in avanti rispetto al classico apparecchio sui si era abituati per risolvere il problema delle aritmia. Grandi le differenze, sia in termini di dimensioni che di funzionalità che, ancora, di risultati.
Piccolo come una monetina
Dimensioni. Il nuovo Leadless Micra A/V è grande come un euro e ricorda un po’ una pillola di antibiotico: molto più piccolo di quello tradizionale grande come circa due orologi da polso.
Non ha fili
Funzionalità. Il pacemaker tradizionale, spiegano da Cardiologia, prevede il posizionamento della centralina sotto la clavicola e da lì partono da uno a tre elettrodi o cateteri che raggiungono il cuore. E questo determina una serie di problemi che vanno dalla visibilità dell’apparecchio alla relativa cicatrice cutanea oltre all’esposizione del paziente a rischio di infezioni esterne che potrebbero anche arrivare al cuore tramite i cavi collegati alla centralina. Il nuovo micro pacemaker, invece, è “wireless”, ovvero senza fili. Viene inserito attraverso la vena femorale con un tubo della misura di un dito fino al ventricolo dove viene rilasciato e fissato tramite quattro ancore.
“Serve” atrio e ventricolo
Risultati. I primi micropacemaker presentavano un limite importante, ovvero quello di poter lavorare su un’unica camera ventricolare lasciando scoperto l’atrio. Il Micra A/V, invece, tramite un sensore, consente di mantenere la sincronia tra le camere garantendo con l’impianto di un solo apparecchio il corretto dialogo tra atrio e ventricolo.
Tutto questo in un gioiello tecnologico grande come una monetina.
Impianto primo in Piemonte e fra i pochissimi in Italia
L’impianto alla cardiopatica astigiana è avvenuta per mano del primario di Cardiologia, il dottor Marco Scaglione e del dottor Paolo Di Donna che fra i primissimi in Italia e primi in Piemonte hanno utilizzato il micropacemaker. E con questo hanno cambiato la vita alla paziente che, già sottoposta a diversi interventi cardiochirurgici, era affetta da sincopi ricorrenti che causavano, in completa assenza di segnali, un’improvvisa perdita di coscienza che portavano a ripetuti traumi per le cadute..
«Il nosocomio astigiano, che già da anni pratica, tra i pochi centri italiani, interventi con i micro pacemaker, conferma anche oggi la sua posizione di centro di
riferimento nazionale, garantendo un servizio all’utenza sempre più avanguardistico ed efficace», sottolinea il primario Marco Scaglione.