Un’installazione semplice ma di grande effetto visivo e simbolico quella che questa mattina è stata svelata nell’atrio del tribunale di Asti in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
Un grande albero secco al quale sono stati appesi tanti cartoncini rossi a forma di scarpetta, simbolo dell’impegno di tutti contro i crescenti femminicidi. Su ogni scarpetta una frase sulla libertà delle donne, sul loro diritto ad autodeterminarsi e a pretendere un amore vero.
Le hanno realizzate le donne vittime di violenza che, con i loro figli, sono ospitate nella comunità Il Mughetto di Castello d’Annone.
Un’iniziativa, l’ennesima, del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Asti.
«La trovo bellissima – ha detto la presidente del tribunale Ombretta Salvetti – perché tutti dobbiamo lavorare affinché la nostra società non si trasformi in un “ramo secco” in tema di diritti verso le donne e non solo. Purtroppo i dati statistici parlano di un aumento di autori di violenza sulle donne sempre più giovani o giovanissimi. E’ dovere di tutte le istituzioni andare verso la stessa direzione per vincere questo fenomeno».
La presidente dell’Ordine, Giorgia Montanara ha espresso un parere giuridico sull’introduzione del nuovo reato di femminicidio (non senza qualche critica all’analisi di come è stato enuncaito) chiedendo, ad esempio, che si affianchi anche l’introduzione dell’educazione sentimentale e sessuale a scuola e percorsi di riabilitazione per chi già ha sbagliato in questo ambito. «Questo deve essere trattato come un fenomeno culturale e non solo sul fronte repressivo».
Punta il dito sui silenzi, invece, l’assessore al Comune di Asti Paride Candelaresi: «Va condannato anche il silenzio di chi sa, di chi vede, di chi è comunque a conoscenze di casi di violenza e non fa nulla» rivelando di conoscere bene la legge sul femminicidio avendola trattata nella sua tesi per la prossima laurea in Legge.