Il fascino della carta che racconta, con un solo sguardo d’insieme, come è cambiato il territorio astigiano negli ultimi 60 anni.
Grazie alla donazione dell’architetto Maria Federica “Marica” Chiola insieme alla sorella Mara e ai fratelli Paolo e Flavio, si aggiunge un pezzo importante di storia del suolo di colline e frazioni della città.
«Dopo il Covid ho deciso di dismettere lo storico studio di corso Dante – racconta – e ho radunato centinaia di mappe catastali e fogli militari che erano appartenuti a mio padre, il geometra Giovanni Battista Chiola. Non avevo posto per tenerli a casa e non volevo che andassero persi, così ho proposto una donazione all’Archivio storico del Comune di Asti che l’ha accettata».
Circa 360 fogli, tutti classificati e suddivisi per Comune contenuti in una cassettiera costruita su misura anch’essa data in dono.
«Mio padre, che ebbe una vita a dir poco avventurosa, al ritorno dalla seconda guerra mondiale in cui fu fatto prigioniero, iniziò la sua attività professionale di geometra sviluppando in Piemonte e nell’Astigiano progetti e costruzioni di acquedotti, strade, aziende agricole e fabbricati rurali oltre a quelli di edilizia residenziale – spiega Marica Chiola – Le mappe derivano dalla sua imponente attività di consulenza per l’allora Piano Verde, finanziamenti agevolati o a fondo perduto alle aziende agricole che avessero voluto migliorare la loro produttività. Mio padre faceva sia i progetti edilizi, sia eventuali acquisizioni, vendite e permute di terreni, sia la pratica di finanziamento».
In un’epoca in cui non esistevano i computer, per ogni pratica doveva passare ore al Catasto, in coda, per avere accesso alle mappe. Così, poco per volta, le acquistò di quasi tutti i Comuni del sud astigiano (lui era originario di Castagnole Lanze), le bordò in fettuccia di stoffa per non rovinarle e le archiviò nella cassettiera per averle sempre a portata di mano.
«Ricordo quando lo aiutavo a bordare le mappe, a tracopiare e colorare i lucidi, a “cancellare” le inesattezze con le lamette perchè i fogli costavano cari. Ora – prosegue l’architetto Chiola – queste mappe potrebbero essere utili per una ricerca sul consumo di suolo ma anche per avere i tracciati vecchi delle infrastrutture, soprattutto sulle mappe militari, particolarmente puntuali».
Il lavoro di geometra al servizio del Piano Verde svolto dal geometra Giovanni Battista Chiola era anche segno di un profondo attaccamento alla sua terra di origine.
Dopo essersi diplomato geometra, nel 1935 emigrò in Africa Orientale, alle dipendenze dell’allora Società Italiana e Lavori Pubblici in Libia poi avvioò una sua impresa edile in Etiopia e prese residenza ad Addis Abeba. Nel 1938 prese in concessione un vasto appezzamento di terreno, circa 270 ettari in Valle Ramis, nell’Harar e lo trasformò in una cittadella per la piantagione di caffè, di teft, granoturco, cereali ed agrumi. Tracciò le strade interne, i canali di irrigazione, i terrazzamenti, costruì la casa padronale per sè e per il socio ma anche decine di tucul per i lavoratori alle sue dipendenze perchè potessero viverci con le famiglie.
Nel 1941 bande irregolari occuparono la grande azienda agricola e tutto andò perduto; nel 1940 andò sotto le armi, nel 1941 venne fatto prigioniero degli inglesi e rientrò in Italia solo nel 1946.
Quella africana fu una parentesi importante nella sua vita, ma non dimenticò mai le sue radici.
«Con i primi stipendi guadagnati appena andato a lavorare per la Sicelp da dipendente – racconta la figlia – chiese al padre di comprare un terreno a Castagnole Lanze che in seguito avrebbe coltivato a campo e a vigna».
Grande giocatore di tennis, parlava correttamente italiano, inglese e lingua indigena etiope.
«Sono davvero orgogliosa di essere riuscita a conservare questo materiale che gli apparteneva e ad averne fatto una donazione a tutta la città a suo nome.
Sono documenti che testimoniano un pezzo importante del passato e della storia locale».
La cerimonia di consegna ufficiale del fondo Giovanni Battista Chiola (oltre alle mappe sono stati donati anche molti libri di settore) avverrà venerdì all’Archivio storico.
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- 4 Novembre 2024
- Marta Martiner Testa