Un progetto educativo per affiancare i giovani che frequentano le scuole secondarie di primo grado e sono a rischio di dispersione scolastica: «Germogli di futuro» è una delle azioni messe in campo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.
Il progetto ha preso le mosse dalle riflessioni svolte nella Commissione «Servizi alla persona» in seno al Consiglio di Indirizzo della Fondazione, nella prospettiva di preparare il nuovo Piano Programma Pluriennale (PPP), per il triennio 2026-28 e il Documento Programmatico Previsionale 2026.
«La ricognizione e la valutazione dei dati socio-economici della provincia di Asti – sostiene il coordinatore della Commissione, Gianpiero Poncino – ha portato a riconoscere, oltre a varie aree in sofferenza dal punto di vista del welfare (anziani, salute, povertà diffusa), un gap evidente nel dominio di istruzione e formazione, con evidenti ricadute sulla reale possibilità delle fasce più giovani di maturare una solida preparazione alla maturità civile e professionale, e attivare l’ascensore sociale verso l’uscita da condizioni di disagio socio-economico. Nel Rapporto Benessere Equo e Sostenibile del Piemonte (Best) del 2024 a cura dell’Istat si mettono in evidenza, infatti, dati peggiori della media nazionale per persone con almeno il diploma (25-64 anni): 61,4 contro 65,5%, laureati e altri titoli terziari (25-39 anni): 24,1 contro 30,0%, Partecipazione alla formazione continua: 7,2 contro 11,6%)».
Il frutto di tali riflessioni è confluito nel nuovo PPP, che recita: «La scelta strategica è di promuovere progetti finalizzati al contrasto del disagio minorile e della povertà educativa, per favorire il pieno sviluppo umano, culturale e professionale di ragazzi e giovani, in modo da potenziare la formazione del capitale umano sul territorio, elemento trainante per lo sviluppo sociale ed economico».
«Con questo progetto vogliamo affrontare in modo concreto e strutturato una delle emergenze più silenziose del nostro territorio – spiega il presidente della Fondazione Livio Negro – La dispersione scolastica e la povertà educativa si combattono intercettando quel “malessere sommerso” che precede l’abbandono. Vogliamo essere al fianco degli studenti più fragili prima che sia troppo tardi».
La Fondazione ha, pertanto, deciso di investire su un progetto proprio per il potenziamento educativo nella scuola secondaria di primo grado, contro la dispersione scolastica diretta (abbandono) e indiretta (istruzione inadeguata) e con l’offerta di ulteriori opportunità di apprendimento nel tempo scolastico ed extra-scolastico, a favore dei ragazzi in condizioni di disagio. Il nome del progetto, «Germogli di futuro», descrive l’importanza di ragazze/i per il territorio, e l’importanza di averne cura.
Per la realizzazione del progetto la Fondazione si avvarrà di un partner operativo con una consolidata esperienza nella gestione di servizi educativi complessi. Il progetto, che verrà articolato su tre annualità, rappresenta un cambio di paradigma nell’approccio alla dispersione scolastica. Non si tratta di un semplice doposcuola, ma di un vero e proprio «progetto educativo» che accompagna costantemente i ragazzi nello studio e in spazi laboratoriali dedicati.
L’iniziativa partirà in via sperimentale, a inizio 2026, con un Istituto della scuola secondaria di primo grado di Asti collocato in un’area caratterizzata da un forte disagio e fragilità con una emergenza educativa rilevante (da anni particolarmente attivo sulle tematiche del progetto), per poi estendersi, nel secondo e terzo anno, anche ad altri istituti astigiani: l’obiettivo è testare e affinare un modello replicabile in altre realtà.
Al cuore di «Germogli di futuro» c’è la convinzione che non ci sia apprendimento efficace senza benessere emotivo. Molti ragazzi sviluppano un rapporto conflittuale con la scuola, percepita come luogo di giudizio e fallimento. Perciò il modello operativo prevede la presenza anche di un educatore specializzato che collaborerà con gli insegnanti per sperimentare metodologie innovative, e monitorare i casi suscettibili di potenziamento educativo. L’educatore accoglierà gli studenti individuati nello «Spazio Doposcuola», dove offre supporto allo studio personalizzato e coordina laboratori progettuali. Il progetto punta anche a stabilire un’alleanza forte con le famiglie attraverso incontri dedicati.
Chi potrà partecipare allo “Spazio Doposcuola”
Potranno partecipare ragazze/i dagli 11 ai 14 anni che frequentano le scuole secondarie di primo grado, con un’attenzione particolare a ragazze/i in condizioni di vulnerabilità:
- Gli alunni verranno segnalati alla Fondazione dagli Istituti di riferimento attraverso i relativi Consigli di classe
- Verrà data priorità alle classi I e II in quanto considerate le più critiche per la lotta alla dispersione scolastica
- Ragazze/i segnalati dagli Istituti verranno inseriti in una graduatoria, entro cui verranno selezionati coloro che, col consenso delle famiglie, verranno iscritti alle attività extrascolastiche pomeridiane, i cui costi saranno interamente sostenuti dalla Fondazione
I criteri di selezione saranno incentrati su: indisponibilità di altre proposte di supporto / potenziamento educativo; ISEE non superiore a 15.000 euro / anno; appartenenza alle categorie di persone vulnerabili; presenza di difficoltà nell’apprendimento o relazionali.