Il Piemonte riscopre il valore della donazione di organi e l’anno 2023 ha segnato valori record con un saldo finale di 536 trapianti che rappresenta un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. I dati sono stati illustrati dal direttore del Centro regionale Trapianti Federico Genzano Besso, dal coordinatore regionale Donazioni e Prelievi di Organi e Tessuti Anna Guermani e dal direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino Giovanni La Valle.
Nel 2023 sono cresciuti anche i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo: le donazioni sono passate da 12 nel 2022 a 23 nel 2023, quasi un raddoppio.
I donatori sono stati 179, il miglior risultato di sempre e in aumento del 36% rispetto al 2022. Notevole l’aumento delle donazioni di tutti i tessuti, soprattutto delle cornee (+31% rispetto all’anno precedente) e sono stati tanti i giovanissimi piemontesi più di 2300, che si sono messi a disposizione per donare le loro cellule staminali o il midollo osseo. Meno lusinghiera la posizione di Asti, 76.ma su 107 province italiane. Nel 2023 gli espianti registrati all’ospedale di Asti sono stati di 35 cornee, 4 reni, 5 fegati, 2 di cute mentre le osservazioni di morte encefalica sono state 7 delle quali 5 si sono concluse con donazione.
La storia di Stella
«La donazione è vita e mia figlia ne è l’esempio che si può toccare con mano. Se abbiamo potuto fare la festa per i suoi 9 anni è solo grazie al disperato ma infinitamente generoso gesto di due genitori che hanno trasformato il loro dolore nel dono più grande che potevamo ricevere». A parlare è Natascia, la coraggiosa e incrollabile madre di Stella, bambina astigiana che ha sfiorato il record italiano di “dipendenza” da un cuore artificiale esterno. La sua storia era stata conosciuta da tutti in seguito alla raccolta fondi che gli alpini le avevano dedicato nell’anno dell’adunata nazionale. Servivano per sostenere le spese di viaggio del padre da Asti al Regina Margherita di Torino, ogni giorno, per andare a trovare la piccola che allora aveva poco più di 2 anni seguita notte e giorno dalla madre.
Colpita ad 8 mesi da un virus che le aveva dimezzato il cuoricino, Stella era stata per 527 giorni collegata al Vad (Ventricular Assist Device) e la sua libertà di movimento aveva una misura: 2 metri, tanto era lungo il tubo che collegava il suo cuoricino a quello artificiale.
«Non dimenticherò mai quel 27 aprile del 2017 – racconta la madre – quando il cardiochirurgo ci disse che era arrivato un cuoricino compatibile per il trapianto. In poco venne preparata e l’intervento durò circa 3 ore e mezza».
E come tutti coloro che ricevono un dono così grande, la gioia non può essere slegata dalla consapevolezza che deriva dal dolore enorme per un’altra famiglia.
«Per una incredibile coincidenza del destino – racconta Natascia – ho saputo dell’arrivo del cuore prima ancora che mi venisse comunicato dai medici. Infatti la madre del piccolo di 30 mesi deceduto per crisi respiratoria che aveva il cuore compatibile con quello di Stella, aveva messo uno straziante messaggio di saluto sul suo profilo Facebook aggiungendo che il cuore del suo bimbo stava volando verso Torino. Un’amica comune, sapendo che Stella era in cima alla lista trapianti, mi ha contattata e poco dopo ci è arrivata la notizia ufficiale».
Era proprio quel cuoricino lì e, nel tempo, Natascia ha contattato l’altra madre, piena di sofferenza. «Ho vissuto il suo dolore, anche se solo attraverso i messaggi, poi, poco per volta, siamo riuscite anche a parlarci con più serenità e ci siamo promesse che prima o poi le nostre famiglie si sarebbero incontrate. Ogni anno a Natale manda un regalo a Stella e quando sarà pronta, la incontrerà sapendo che nel suo petto batte il cuore del suo bimbo».
Oggi Stella è una bimba con la voglia di recuperare quei quasi due anni passati da “prigioniera” di un macchinario, in un letto di ospedale. Lei si ricorda poco di quel periodo ma, istintivamente, tiene sempre al riparo il torace all’altezza del cuore. Gli esami vanno bene, non si sono verificati problemi di rigetto, non è stata più ricoverata ed è l’orgoglio dei medici che le hanno salvato la vita.
«Quando Stella aveva 30 mesi il nostro traguardo si spostava da un giorno all’altro – conclude Natascia – Questa foto in cui compie 9 anni racchiude tutta la straordinarietà di ciò che può fare la donazione degli organi».