Quando la tenacia (e lo spavento) di una mamma si sommano alla sua competenza professionale di architetto, ne nasce un’azione martellante che ha portato alla soluzione di una vicenda annosa.
Riguarda una strada che, letteralmente, non è di nessuno. O almeno così si credeva.
E’ quella che parte dal ponte prima del semaforo di Vaglierano Basso, quello che, a sua volta, porta alla stazione ferroviaria. La strada che si imbocca dalla provinciale, corre parallela ai binari fino ad una centrale elettrica a servizio esclusivo della stazione. Su un lato i binari, sull’altro una fila di case con cortili.
Fino al 2020 le cose erano abbastanza tranquille, perché la strada era in buone condizioni, vi passavano i residenti e i mezzi della ferrovia verso la centrale e piccole riparazioni erano fatte direttamente da chi abitava lì in zona. Poi la strada comincia a degradarsi, si aprono buche continue e profonde, si deforma il sedime a causa del peso dei grandi mezzi d’opera della ferrovia. I residenti chiedono i primi interventi ma non viene nessuno. Nel 2023 il figlio dell’architetto Debora Burgio, che vive in una delle case affacciate alla strada, mentre fa un giro in bici finisce in una buca profonda e si fa male. La madre, dopo lo spavento, comincia la trafila di richiesta di risarcimento danni anche come sollecitazione ad intervenire per tappare le buche in modo che nessun’altro possa farsi male.
E qui la sorpresa. «La prima richiesta l’ho inviata al Comune, convinta che fosse il proprietario della strada visto che quel tratto è presente in piano regolatore – dice l’architetto Burgio – Invece mi viene risposto che, dopo un sopralluogo dell’ufficio tecnico, la strada risulta di proprietà delle Ferrovie e non è classificata come strada comunale». L’architetto non si dà per vinta e scrive alle Ferrovie, allora, che, a loro volta, dopo innumerevoli solleciti, ammettono la costruzione della strada ma anche la cessione al Comune alla luce di una consolidata prassi pubblica che affonda in una normativa del 1865. «Mi rivolgo di nuovo al Comune che dice di non aver trovato nei suoi archivi alcun atto di passaggio o cessione della strada e che dunque non la ritiene sua».
Insomma, da due anni va avanti il rimpallo su quella strada che, oltre a non avere neppure un nome (gli indirizzi sono un generico “località Vaglierano” con il numero civico, non censiti dalle mappe digitali e impossibili da trovare per i corrieri) peggiora sempre più. Buche sempre più numerose, sempre più profonde, avallamenti sempre più pronunciati che mettono a rischio chi ci passa in auto, in bici, in moto e pure a piedi.
«Rfi aveva già un obbligo di ripristinare il sedime entro maggio. Non lo ha ottemperato e solo dopo nuovi solleciti il Comune, finalmente, ha firmato l’ordinanza nei giorni scorsi. Ora le Ferrovie hanno 30 giorni per rimettere a posto finalmente la strada. Sappiamo di un sopralluogo di pochi giorni fa di tecnici Rfi. Chissà se questa è la volta buona?».
Nella speranza che finalmente Rfi ceda formalmente la strada al Comune per sperare in una manutenzione ordinaria continua. Anche in caso di neve.
Quella “via degli specchi” dove uscire dal cortile è ogni volta una scommessa
La strada che, arrivando da Asti attraversa Revignano nel tratto dal ponte sulla ferrovia fino all’incrocio sulla provinciale per San Damiano (punto molto delicato della circolazione), potrebbe serenamente essere ribattezzata “Via degli Specchi”. Basta passarci una volta per capire il perché. Ad ogni cancello di casa che si affaccia direttamente sulla strada, corrisponde uno specchio sull’altro lato per avere qualche chance di immettersi senza essere travolti dalle auto di passaggio. Ma a volte non basta. E sicuramente non basta a rasserenare le famiglie che senza mezzi termini affermano di essere angosciati ogni volta che devono uscire da casa propria.
Questo perché quel tratto di strada, che passa attraverso due file ininterrotte di case, non solo è fortemente trafficato, ma lo è da veicoli che non rispettano la velocità nè il fatto di essere in un centro abitato. Insomma, vanno (quasi) tutti veloci e per i residenti questa situazione è fonte di grandi ansie.
Per questo motivo gli specchi non servono più perché sempre più spesso, pur “puntando” su di essi per uscire di casa, le auto arrivano così velocemente da vederle spuntare solo all’ultimo e rischiare ogni volta lo scontro.
«In passato erano già stati messi dei dossi – ricorda Beppe De Mita, ex rappresentante di circoscrizione e oggi referente della zona – ma erano stati poi gli stessi residenti a chiedere che venissero rimossi perché i veicoli passavano sopra a velocità sostenuta e rumori e vibrazioni erano insopportabili».
Nell’incontro dei giorni scorsi, (fra i promotori anche l’ex consigliere comunale Finotto) hanno chiesto al sindaco di installare un autovelox, o meglio un “tutor” che rilevi la velocità media fra due punti in cui vengono installate telecamere con rilevatore di velocità, ma sarà difficile che il desiderio possa essere esaudito. Alla luce delle nuove norme volute dal ministro Salvini sui requisiti di installazine dei velox, si devono registrare ripetuti incidenti mortali prima di accedervi.
«E senza un deterrente concreto, le auto e tutti gli altri continuano a sfrecciare in mezzo alle case ad ogni ora del giorno e della notte» conclude amaramente De Mita.
Che ricorda anche i quotidiani rischi di scontri sul ponte della ferrovia, così stretto da consentire il passaggio solo di un’auto per volta e, per giunta, con una curva in uscita verso Revignano. «Sappiamo quanto sia complicato allargare i ponti sui binari – dice ancora De Mita – ma basterebbe eliminare il muretto che fa da spalletta e già si arriva ad una larghezza di incrocio fra due auto installando delle robuste ringhiere per la sicurezza dei veicoli in caso di scontro».
Scia di furti ma per ora solo una telecamera al cimitero
La zona di Revignano, Palucco, Vaglierano è stata oggetto di predazione dei ladri che la scorsa estate hanno battuto le case come mai accaduto in passato.
Era un altro dei punti all’ordine del giorno dell’affollato incontro con l’amministrazione comunale. Anzi, l’idea dell’incontro con l’assessore alla sicurezza Giacomini era nato proprio da quei furti a ripetizione che da giugno in avanti hanno spaventato i residenti.
Furti avvenuti ad ogni ora del giorno e della notte, approfittando delle case vuote per le ferie. In alcune sono stati rubati oggetti di valore, in altre utensili da giardinaggio. Emblematico il caso di padre e figlia le cui abitazioni sono state razziate a distanza di qualche giorno di distanza l’una dall’altra.
L’assessore Giacomini ha proposto l’istituzione del controllo di vicinato, sistema di sorveglianza affidata ai cittadini secondo un preciso protocollo che è già stato applicato in altre frazioni della città.
Dai residenti si è levata alta invece la richiesta di installazione di telecamere di sorveglianza, portando ad esempio il calo di furti, rapine e truffe nelle zone dove maggiore è stata la densità di presenza di questi occhi elettronici.
E sanno che funzionano. A seguito di una serie di scippi avvenuti al cimitero della frazione, una delle telecamere è stata installata sul piazzale e da allora non si sono registrati altri episodi.