Asti: al centro di accoglienza maschile ogni giorno 23 persone
Il lockdown e la fase più critica dell’emergenza sanitaria non ha impedito all’amministrazione comunale, in particolare all’assessorato alle politiche sociali, di occuparsi dei soggetti più fragili ed emarginati della popolazione. I cosiddetti “invisibili” hanno dovuto affrontare l’epidemia in una situazione non semplice, ma hanno potuto contare sul supporto del centro di accoglienza maschile come luogo sicuro nel quale trovare un minimo di conforto. I senzatetto, infatti, sono più a rischio di contrarre il virus e per l’amministrazione comunale si tratta di un potenziale pericolo che bisogna evitare.
Da metà marzo il centro di accoglienza maschile ha implementato gli orari restando aperto anche di giorno, garantendo l’erogazione del servizio sulle 24 ore sotto l’attento monitoraggio degli operatori della cooperativa che si occupano della gestione. Gli stessi si sono assicurati della sanificazione degli spazi e dell’utilizzo dei dispositivi di protezione. «Il numero medio degli utenti presenti dall’inizio del lockdown ad oggi è di 23 persone. – fanno sapere dai servizi sociali – Le possibilità d’uscita sono state inizialmente ridotte al minimo, una al mattino e una al pomeriggio, per dare la possibilità agli utenti di soddisfare le loro esigenze quotidiane. Dal 25 maggio c’è stata una maggiore apertura degli orari d’uscita fino ad arrivare al 1 di giugno con la chiusura del centro nelle ore diurne consentendo, comunque, di rientrare a pranzo per consumare il pasto ritirato alla mensa sociale».
Aiuti anche da due parrocchie
Ad aiutare il il centro anche le parrocchie di San Paolo e Santa Caterina che si sono rese disponibile ad ospitare 5 persone senza fissa dimora. Inoltre si sono verificati tre casi che hanno richiesto una particolare attenzione e gestione, non avendo voluto usufruire dell’ospitalità comunale o della Caritas, per i quali si è lavorato su diverse soluzioni, dal supporto dell’unita di strada, all’accompagnamento e all’inserimento in dormitorio, ad una sistemazione abitativa alternativa. Una volta alla settimana la Caritas offre a queste persone la possibilità di usufruire delle docce nel Centro diurno cittadino.
«Da una verifica del servizio – continuano dal Comune – non si sono evidenziati casi di possibile contagio ma per i soggetti più fragili si è provveduto sia ad attuare interventi di inserimento in casa di riposo sia in progetti di Housing First, modello d’azione innovativo nell’ambito delle politiche sociali, che consente di ospitare l’utente in singoli appartamenti indipendenti, allo scopo di favorirne uno stato di benessere dignitoso».
«Il Comune è costantemente presente sul territorio per rilevare e valutare le situazioni di criticità – spiegano il sindaco Rasero e l’assessore Cotto – predisponendo nuovi provvedimenti e misura di tutela dei soggetti più fragili».