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Case popolari

Asti, l’Atc lavora ad uno sportello socio-assistenziale dentro i quartieri popolari

Deciso anche che gli amministratori di condominio delle case popolari torneranno a farlo dei dipendenti dell’Agenzia Territoriale per la Casa.

Obiettivi a medio termine quelli che si sono dati i componenti del direttivo dell’Atc Asti Alessandria, rinnovato da poco, con l’ingresso, in rappresentanza del territorio astigiano, di Alberto Mossino.
In agenda una serie di punti del giorno che sono stati approvati e che introdurranno importanti novità nella gestione delle case popolari astigiane.

Amministratori interni

Sarà un iter graduale, ma l’Atc di Asti intende riprendere la gestione diretta dei suoi condomini. Attualmente è l’unica Atc piemontese ad aver affidato l’amministrazione dei suoi stabili a professionisti esterni. «Stiamo facendo valutazioni economiche per questo passaggio – dicono Mossino e il presidente Leonardo Prunotto – ma la strada sarà quella. Un amministratore dipendente dall’Atc potrà fare un monitoraggio più stretto sulle criticità degli stabili e avrà canali di comunicazione più efficaci con gli inquilini. Sarà più facile anche valutare le situazioni caso per caso».

Presidio socio assistenziale direttamente in quartiere

E’ un progetto molto ambizioso, proposto dallo stesso Mossino sulla falsariga di quanto già attivo a Trieste dal 1998 con i piani di microarea. «Si vorrebbe partire con il quartiere di via Madre Teresa di Calcutta in cui aprire uno sportello dove Oss, assistenti sociali, personale del Serd, del dipartimento di salute mentale e del Comune si avvicenderanno per ricevere gli utenti. A costo zero per le varie amministrazioni perchè le aperture avverrebbero in orari di lavoro. Solo in sede diversa. Per le altre spese, stiamo cercando fondi extra con bandi ad hoc da sottoporre anche alle fondazioni bancarie. Una modalità di ulteriore accompagnamento, anche fisico, dell’utenza più fragile che spesso non si rivolge ai servizi perchè non ha neppure la possibilità di raggiungerne le loro sedi».

Interventi di efficientamento energetico
nei condomini

Il Governo sul piatto ha messo 1 miliardo e 350 milioni di euro. Sono quelli destinati al bonus energetico per interventi sull’edilizia residenziale pubblica. L’obiettivo è quello di un abbattimento del 30% dei costi energetici a fronte di unbonus del 65%.
«I nostri uffici tecnici stanno lavorando per poterlo sfruttare a pieno – dice il presidente Prunotto – Vorremmo accedere a questo fondo per tutte e tre le Atc del Piemonte Sud, Asti compresa».
Si parla di 10 milioni di euro per ogni lotto che consentirebbero l’efficentamento energetico di 4-5 condomini. Grazie poi a contrattazioni con i fornitori di energia, si punta ad un meccanismo economicamente virtuoso che produrrà miglior confort abitativo per gli alloggi popolari, una riduzione dei consumi in bolletta (a beneficio anche degli inquilini morosi) e un sensibile calo degli interventi di manutenzione degli impianti.

Palazzina di via Gancia

E’ un punto dolente per l’Atc di Asti perchè da ormai due anni e mezzo il condominio fatto sgomberare di urgenza dai Vigili del Fuoco per rischio crollo, è vuoto e disabitato. O meglio, di tanto in tanto occupato abusivamente da senzatetto che non si fermano neppure davanti a porte e finestre murate.
In tempi di fame abitativa a prezzi popolari come questi, quei 12 alloggi sono una risorsa importante. Da risolvere c’è l’accordo con i proprietari privati di due alloggi che, contrariamente ad altri due, non hanno ancora deciso per la cessione degli appartamenti inagibili all’Atc a fronte di un compenso in permuta su altri immobili. Secondo indiscrezioni, sarebbe state fatte nuove proposte per questo passaggio.
«Un passo necessario – spiega il presidente Prunotto – perchè solo con la proprietà del 100% dello stabile di via Gancia per l’Atc sarà possibile fare un progetto definitivo e cercare risorse che vadano a ripristinare il piccolo condominio. Per noi è una priorità».

Il consigliere Alberto Mossino: «C’è una percezione negativa e sbagliata dell’operato Atc»

Sul mondo delle case popolari di Asti e provincia pesa ancora tanto l’ombra dello scandalo che ha riguardato l’ex direttore amministrativo Pierino Santoro, accusato di essersi intascato una cifra molto vicina ai 10 milioni di euro dalle casse dell’Ente. Ammanchi che, inevitabilmente, hanno condizionato lavori ed interventi degli anni a seguire ma anche alimentato una sfiducia nella gestione dell’Atc.
«C’è una percezione negativa ed ingiusta sull’operato attuale dell’Atc – interviene a difesa Mossino nominato in “quota minoranza” – Il direttivo è formato da buoni amministratori attenti a spese e gestione. Ricordo che l’Atc vive con i soldi degli affitti (bassi e spesso non pagati) e con ricerca continua di bandi e finanziamenti. Giusto per inquilini e cittadini segnalare le criticità ma senza creare conflitti per poter progettare con gradualità gli interventi.
Proprio per questa penuria di risorse a disposizione che rischierebbero di essere assorbiti interamente solo con interventi di urgenza. Sottolineo anche, con piacere, la disponibilità di banca e Fondazione a valutare il finanziamento di progetti che riguardano le case popolari.
Sarebbe la prima volta che accade, ad Asti».

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