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Maurizio Rasero
Attualità

Asti, l’opposizione attacca: “L’amministrazione comunale viola le regole della democrazia consiliare”

Si contesta al sindaco Rasero di aver atteggiamenti “da imperatore”, ma lui replica: “Quei consiglieri sono solo in cerca di un po’ di visibilità”

Asti: scoppia l’ennesima querelle tra minoranza e maggioranza accusata di non rispettare le regole democratiche per la convocazione del Consiglio comunale

Giovedì, alle 19.30, si riunirà in videoconferenza (qui il link per seguirlo) il Consiglio comunale di Asti per una seduta che si può definire “ordinaria”, ma la cui convocazione, non in presenza, quindi non in aula, ha scatenato un putiferio di accuse, repliche, controrepliche e anche una conferenza stampa convocata per mercoledì mattina dal presidente dell’assemblea Giovanni Boccia.

Ma qual è il motivo del contendere? A scatenare l’ennesima querelle sono stati tutti i consiglieri di minoranza (Angela Quaglia, Mario Malandrone, Michele Anselmo, Mauro Bosia, Maria Ferlisi, Luciano Sutera, Giuseppe Dolce, Massimo Cerruti, Davide Giargia, Giorgio Spata, Martina Veneto e Angela Motta) in una nota stampa inviata non solo al sindaco, ma anche al prefetto di Asti Alfonso Terribile.

“Non possiamo fare a meno di rilevare – accusano i consiglieri – come né la data né l’oggetto della convocazione siano stati concordati con i capigruppo di minoranza, che non sono neppure stati sentiti. E ciò in piena violazione della consuetudine, ormai ampiamente invalsa all’interno del Consiglio comunale, di consultare la conferenza dei capigruppo nel decidere le date e gli argomenti dell’assemblea. Rileviamo inoltre che la seduta si terrà in forma telematica. Per parte nostra, abbiamo tuttavia sempre ribadito l’impossibilità di discutere online argomenti di così grande importanza: argomenti che meriterebbero senz’altro il grado di approfondimento e di trasparenza che solo una discussione in presenza può garantire”.

All’ordine del giorno anche la discussione di due mozioni presentate dai consiglieri Malandrone e Quaglia. Un motivo in più per accendere il dibattito sull’opportunità di trovarsi in presenza, anziché in remoto sul web.

“Alla luce di ciò, – incalza l’opposizione – ci vediamo costretti a chiedere che la discussione delle due mozioni sopra citate venga rinviata ad una data che ne consenta la discussione in presenza; data che, va da sé, dovrà comunque essere concordata con i capigruppo di minoranza. La presidenza potrà decidere di procedere con il Consiglio comunale già convocato per quanto riguardi eventuali altri punti all’ordine del giorno che dovessero aggiungersi.  Per parte nostra, riterremmo comunque più sensato rinviare la discussione di tutti gli argomenti ad un momento più opportuno, senza duplicare le riunioni e, anche in un’ottica di risparmio, i relativi gettoni”.

I consiglieri di minoranza si dicono anche pronti a partecipare ad un Consiglio fuori dall’aula, anche in piazza, per rispettare le distanze di sicurezza dovute dai protocolli sanitaria anti Covid. “Procedere con il Consiglio comunale già convocato – aggiungono – costituirebbe una chiara violazione, se non formale, di certo sostanziale, delle più elementari regole della democrazia consiliare, su cui non intendiamo soprassedere”.

Rasero: “Hanno un comportamento poco costruttivo e creano problemi”

Manco a dirlo il sindaco di Asti Maurizio Rasero non ha fatto passare molto tempo prima di rispondere, punto per punto, alle accuse mosse, mettendo a conoscenza della risposta anche il prefetto Terribile.

“Rimango esterrefatto dalla nota pervenuta dai consiglieri di minoranza in relazione alla convocazione del Consiglio comunale del 10 settembre, – ribatte il sindaco Rasero – seduta da me proposta nei mesi scorsi e da loro sollecitata durante l’ultimo Consiglio comunale. In questi mesi, infatti, a causa dell’emergenza sanitaria, sono state discusse, a distanza, pratiche complesse e mi stupisco del fatto che sia esplosa questa sterile polemica in relazione all’ordine del giorno di questo Consiglio che prevede la discussione di alcune mozioni e la risposta alle interpellanze. A conferma di quanto appena sostenuto, desidero ricordare agli astigiani che, nel corso di questi mesi, in modalità videoconferenza, grazie alla piattaforma GoTooMeeting Plus messa a disposizione dall’Anci Piemonte, si sono svolte sedute consiliari che hanno previsto la discussione e l’approvazione di pratiche di complessità tecnica e di impatto sull’Ente particolarmente significative quali le variazioni di bilancio, il rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2019, i regolamenti per la disciplina dei tributi comunali, le modifiche allo statuto ed ai regolamenti”.

Rasero evidenzia che le pratiche in discussione giovedì avrebbero un “peso” non così straordinario rispetto a molte altre, motivo per cui non si spiegherebbe la presa di posizione della minoranza.

“Quella di giovedì – continua – è una seduta finalizzata alla discussione di temi, quali, ad esempio, l’opportunità di consentire ai circhi di esibirsi in città, attraverso l’approvazione di un ordine del giorno, chiarimenti sui tigli, la concezione di “Dio Patria e Famiglia”, sicuramente meritevoli di attenzione, ma meno importanti rispetto a quelli già trattati e a quelli che interessano veramente i cittadini. Alcune di queste interpellanze sono datate, una risale persino al 2019; al riguardo pare evidente che ai proponenti non interessi avere una risposta e risolvere problemi, ma semplicemente sollevare inutili polemiche recuperando un po’ di visibilità attraverso uno scontro non produttivo. Una parte della minoranza non avendo evidenti temi da discutere, continua, infatti, ad avere un comportamento poco costruttivo mirato a creare problemi e rallentando decisioni dell’Amministrazione comunale contro l’interesse dei cittadini”.

“Rasero confonde il ruolo di sindaco con quello di imperatore”

Come prevedibile, la replica di Rasero non ha spento il fuoco della querelle, ma ne ha alimentato la fiamma stando alla prima controreplica da parte della consigliera Angela Quaglia.

“Forse Rasero ha confuso il ruolo di sindaco con quello di imperatore. Noi consiglieri (almeno quelli di minoranza) non siamo i suoi portavoce e non gli diciamo “bravo” ad ogni sospiro. Ci spiace, ma abbiamo un altro concetto di democrazia e di rispetto delle regole. In tutti i mesi di lockdown ci siamo comportati in modo più che responsabile: abbiamo accettato di discutere le pratiche on line proprio nell’interesse della città (variazioni di bilancio e consuntivo ad esempio) per permettere alla giunta di affrontare le incombenze amministrative in modo agile e produttivo. Abbiamo anche accettato – continua Quaglia – di non discutere le interrogazioni e interpellanze che di volta in volta presentavamo, proprio nell’ottica di risparmiare tempo ed energia per le esigenze dei cittadini. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: crediamo che dopo sei mesi si dovrebbe trovare il modo di discutere in presenza argomenti molto importanti, quali ad esempio il ruolo della Fondazione Asti Musei che, dopo la figuraccia della Mostra sugli Arazzi, è ancora più attuale. Crediamo che di argomenti importanti ce ne siano parecchi ma chiediamo di farlo “in presenza”, con tempi e modalità concordate”.

Da qui la stoccata contro Rasero è presto inferta: “Argomentare, come fa il sindaco, che la minoranza avrebbe un “atteggiamento poco costruttivo mirato a creare problemi e a rallentare decisioni contro l’interesse dei cittadini” è una falsità: all’ordine del giorno erano state previste soltanto le risposte alle interrogazioni e due mozioni proposte dalle minoranze. Nulla che rallenti l’attività dell’amministrazione, peraltro già lentissima, a parte le nomine. Abbiamo aspettato 6 mesi, aspetteremo ancora qualche tempo. Nel frattempo il sindaco e la giunta si affrettino a risolvere qualche problema, come la situazione igienico-sanitaria del campo nomadi o lo stato di incuria e degrado della città, così anche i loro portavoce potranno dire qualcosa visto che in Consiglio Comunale (né in presenza né on line) non aprono mai bocca”.

L’affondo del PD: “Il sindaco usa la pandemia per dettare le sue regole”

Ulteriore benzina sul fuoco è stata poi gettata dal Partito Democratico che non ha lasciato alla consigliera Quaglia l’onere di replicare da sola alle parole del sindaco. Così anche Maria Ferlisi, Luciano Sutera Sardo e Giuseppe Dolce tornano alla carica per ribadire le accuse contro l’amministrazione chiamando in causa anche la maggioranza che lo sostiene.

“Siamo stati ligi, collaborativi e propositivi sempre e solo nell’interesse dei cittadini – sottolineano – e se siamo anche critici e vigili è sempre per lo stesso motivo. È il nostro compito, anzi siamo fin troppo tolleranti e silenziosi visto il difficile periodo storico. Non siamo noi a rallentare l’attività amministrativa ma l’incapacità di questa giunta con sindaco in testa con tacito consenso della maggioranza consiliare. Vorremmo solo discutere interpellanze e mozioni in presenza, rispettando tutte le precauzioni. Le pratiche urgenti e non che ci sono state sottoposte le abbiamo esaminate e discusse e votate , anche se in più occasioni abbiamo fatto notare, per quanto riguarda le commissioni consiliari permanenti , la non convocazione degli iscritti all’Albo dei cittadini. È evidente che il sindaco sta usando la pandemia per dettare le sue regole comportandosi come gli fa più comodo”.

Mercoledì toccherà al presidente del Consiglio Giovanni Boccia dire la sua su quanto accaduto e, molto probabilmente, provocare l’ennesima controreplica da parte dei consiglieri di minoranza.

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