Non si spegne l’eco dei commenti politici sulla vicenda che ha come protagonisti l’ex assessore Bovino e il sindaco e presidente della Provincia Maurizio Rasero su quei bigliettini che quest’ultimo distribuì a tutti i consiglieri di maggioranza per indicare loro come avrebbero dovuto votare alle elezioni di secondo grado per la Provincia, nel 2022.
Pressione che, venuta a conoscenza di Bovino, lo ha spinto a presentare un’esposto in Procura.
Una condotta, quella di Rasero, che ha incontrato la compattezza dell’opposizione in consiglio comunale ad Asti firmataria all’unanimità di un documento che riportiamo integralmente qui di seguito.
«La vicenda Rasero-Bovino mette in evidenza una profonda crisi di credibilità delle istituzioni e
richiede una riflessione seria su come si sia arrivati a questa situazione. Da tempo affermiamo che
tutte le Assemblee elettive – Consigli comunali, provinciali, regionali nonchè parlamento – stanno
perdendo ruolo ed efficacia. L’elezione diretta di Sindaci e Presidenti di Regione ha causato un
rafforzamento dei poteri esecutivi, il venir meno del confronto politico – interno ed esterno alle forze
politiche -, una palese riduzione della democrazia e della partecipazione dal basso dei cittadini: non
ci si stupisce del fatto che si voglia istituire la medesima dinamica anche per l’elezione del presidente
del consiglio dei ministri.
Ma nella vicenda Bovino – Rasero ci sono aspetti che vanno oltre lo strapotere degli esecutivi.
L’elemento grave non è l’indicazione di voto, esercitata da qualsiasi maggioranza che
democraticamente cerchi di perpetuare la propria prevalenza in una istituzione, quanto il controllo e
la verifica sul voto stesso. Ipotesi e metodi di controllo e verifica, che potrebbero essere stati usati
anche in altre occasioni, sono pratiche al di fuori dell’ambito costituzionale, infatti l’Art. 48 della
Costituzione asserisce che “il voto è personale ed eguale, libero e segreto”. Dalle notizie emerse
invece si è appreso che contestualmente alla indicazione del voto sono state attuate procedure di
asfissiante controllo proprio per poter valutare chi avesse rispettato le indicazioni stesse. Sorge
spontanea la domanda: se le indicazioni non fossero state rispettate cosa sarebbe accaduto? Sarebbero
arrivate pesanti ritorsioni, spiacevoli condizionamenti e possibili ricatti? Se il controllo non sottende
a queste domande non si capirebbe perché attuarlo, in modo scientifico, perché non attenersi,
semplicemente, all’indicazione di voto in una normale logica democratica con libertà costituzionale
di non avere vincolo di mandato.
Avere dei consiglieri fidati, oppure escludere qualcuno poco allineato, può essere molto utile nel caso
l’ente debba fare delle nomine, e la Provincia di Asti dá l’incarico a tre membri del direttivo della
fondazione CrAsti. Ruolo molto delicato, almeno nell’ultima tornata, che hanno portato all’elezione
dell’outsider Negro contro lo stagionato Pia. La notizia riportata dalla stampa, secondo cui Bovino
avrebbe registrato una conversazione con una collega è un altro spiacevole elemento.che sottolinea
le dinamiche preoccupanti e scorrette interne alla maggioranza.
Vi è un modo di dire secondo il quale non vi sarebbero tanti persecutori se, contestualmente, non vi
fossero tanti soggetti disponibili a farsi perseguitare. Non ci si può esimere dall’esprimere un giudizio
su tutti coloro, Consiglieri eletti direttamente dai cittadini, che si sono prestati supinamente ad una
vergognosa imposizione ed umiliazione personale. Comportamenti che, appunto come si diceva
all’inizio, dimostrano quale sia il valore che si dá al ruolo di Consigliere comunale. Come è possibile
permettere ad un sindaco-padrone di farsi manovrare in questo modo, scambiando i consiglieri per
burattini? Come è possibile essere rimasti in silenzio così a lungo, preferendo l’omertà alla
trasparenza? Sono ormai più di 7 anni che la città di Asti subisce imposizioni, atteggiamenti arroganti,
continue forzature del buon comportamento istituzionale, oltre alla costante “silenziatura” di tutta la
maggioranza, determinando l’assenza di confronto politico, da parte del Sindaco/Presidente Rasero
che utilizza posti, assessorati, nomine, indicazioni e controlli come se stesse giocando ad una
personale partita di Risyko. A questa gestione arrogante del potere non è corrisposto alcun
miglioramento della città, anzi siamo in pieno declino. Le problematiche, a partire dai contenitori
vuoti, dalla serrande abbassate, dai lavori pubblici non eseguiti, da ASP e banca cittadina dal futuro
incerto, sono tutte incancrenite e irrisolte.
Ci auguriamo che qualche collega di centro destra di fronte questa triste vicenda, a prescindere da
quale sarà l’evolversi del procedimento penale, abbia un sussulto di dignità e voglia, se non altro,
dare qualche spiegazione credibile a quanto è successo, rompendo la cappa di silenzio. Se i fatti
saranno provati, il sindaco Rasero non potrà che dimettersi senza esitazioni.
Come forze di opposizione, questa vicenda ci spinge a lavorare con ancora più forza a lavorare uniti
per una alternativa, fatta di idee e programmi al servizio della città e non di questo o quel “gruppo
di potere”. La città merita di meglio e dobbiamo essere pronti a offrirle un futuro diverso».