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Attualità
Carcere di Asti

Asti, morire in carcere e morire di carcere: focus dei Garanti dei Detenuti

Incontro al Foyer delle Famiglie per il triste aggiornamento del contatore di chi muore in carcere (detenuti e agenti) per suicidio o malasanità

Ha toccato anche Asti, sede di Casa di Reclusione ad Alta Sicurezza, l’iniziativa nazionale voluta dalla Conferenza dei Garanti dei detenuti per richiamare l’attenzione sui suicidi in carcere.

Sabato scorso il Foyer delle Famiglie ha ospitato un incontro in cui il garante regionale Bruno Mellano e quella comunale Paola Ferlauto hanno diffuso i dati sulle morti per suicidio in carcere in Piemonte dall’inizio dell’anno. Sono già 3 (nelle carceri di Ivrea, Cuneo e Torino) che vanno ad ingrossare quel numero complessivo di 35 a livello nazionale cui aggiungere 4 agenti di polizia penitenziaria. Ma se si allarga lo sguardo a tutti i detenuti che sono morti in carcere per cause da accertare o per malasanità, il numero sale a 62.

E i loro nomi sono stati letti, tutti, corredati di età e carcere di detenzione, per dare, almeno per un giorno, un segnale di attenzione nei confronti della loro morte.

Un fenomeno seguito da vicino dalla rivista Ristretti Orizzonti, attiva al carcere di Padova, la cui banca  dati registra 1750 suicidi dal gennaio 1992, data in cui ha iniziato la sua attività di raccolta.

Insieme ai Garanti hanno affrontato il delicato argomento anche l’avvocato Davide Gatti, residente astigiano della Camera Penale di Piemonte e Valle d’Aosta, Beppe Passarino e Domenico Massano dell’associazione di volntariato penitenziario Effatà e Mauro Ferro per le Acli.

Si è parlato delle problematiche crroniche del sistema penitenziario cui cercano di rispondere i progetti positivi messi in campo anche ad Asti ma la conclusione condivisa è stata la necessità di interventi urgenti e radicali. Sono state segnalate sia la recente riforma sulla cosiddetta “giustizia riparativa” che stenta a decollare nella sua attuazione. Si è parlato anche della decisione della Corte Costituzionale in tema di affettività in carcere. Fra il pubblico anche l’assessore Loretta Bologna e i consiglieri Crivelli, Saracco e degli avvocati Arri, Cardello, Coda oltre a numerosi volontari penitenziari che le problematiche sollevate le incontrano ad ogni loro servizio in carcere a contatto con i detenuti.

Significativa la concomitanza con la giornata nazionale della visita alla Casa Circondariale di Verona del Pontefice che ha avuto parole chiare e ferme sulla questione, con un diretto appello ai detenuti “non cedete allo sconforto: la speranza è un diritto”. Proprio sabato 18 maggio, infatti, Papa Francesco ha affermato: «Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità. Sì, è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni, e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto».

Ha inoltre sottolineato:«Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate   con conseguenti tensioni e fatiche. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l’appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria».

Il Garante regionale Mellano ha rilanciato l’appello pubblico che ha preso avvio dalle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel  marzo scorso, parlando alla Polizia Penitenziaria al Quirinale ha sottolineato come “elemento prioritario” sia «l’esigenza di assistenza sanitaria nelle prigioni, che è una esigenza diffusa ampia, indispensabile». E come sia « indispensabile che si affronti sollecitamente questo aspetto. Il numero dei suicidi nelle carceri dimostra che servono interventi urgenti. E’ importante ed indispensabile affrontare il problema immediatamente e con urgenza. Tutto questo va fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione, per rispetto di chi negli istituti carcerari è detenuto e per chi vi lavora».

Il Garante regionale ha ricordato le iniziative intraprese dalla Conferenza nazionale anche in Piemonte  dando appuntamento a Torino per giovedì 23 maggio presso il Tribunale con l’Ordine degli Avvocati e al prossimo 18 giugno, evento conclusivo della mobilitazione nazionale che ha l’obiettivo di sollecitare l’attenzione delle istituzioni e della politica alla questione, iniziative sotto lo slogan “Non basta più indignarsi!”, anche perché nella stessa giornata il tragico contatore si è aggiornato a 36 suicidi.

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