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Storia e degrado

Asti: muffe, buchi nel tetto, infiltrazioni d’acqua, furti, intrusioni: Palazzo Gazelli “tiene duro” ma è allo stremo

Viaggio all’interno di una delle dimore storiche più antiche ed affascinanti del centro medievale

Possono la desolazione di un luogo abbandonato e l’eco dei fasti dei suoi tempi d’oro convivere nello stesso edificio? Sì, possono.

E’ l’anima di Palazzo Gazelli che attende, con la pazienza di un “gigante” storico, che i lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione corrano più veloci del degrado e dell’abbandono che sta ingiustamente subendo.

Ingiustamente perché è una delle dimore storiche più antiche di tutta Asti (la sua costruzione deriva dall’accorpamento di alcuni edifici medievali fra via Quintino Sella e via San Martino). E’ stato in passato sede di importanti eventi culturali, artistici e teatrali e, nonostante le condizioni critiche, offre ancora, soprattutto al piano nobile, pregiatissimi affreschi, pavimenti in quercia ad intarsio, tappezzerie in seta lavorata.

Ma è un gigante dai piedi argilla. Anzi, dalla testa di argilla. Perché se i suoi piani inferiori e le cantine sono ancora staticamente solide, è la parte più in alto che sta correndo dei rischi enormi di tenuta.

A cedere, negli anni, è stata la copertura: dalle tegole alle travature che sostenevano il tetto, torre compresa, e questo sta già provocando danni da infiltrazioni. Ogni volta che piove, ci sono buchi nel tetto che fanno passare l’acqua impregnando muri, solette e gli orditi di legno che “mettono in forma” le tante tipologie diverse di soffitti di cui il palazzo può vantarsi. L’acqua infiltrata dal tetto trasforma i muri e i soffitti dei piani di sotto in enormi spugne che, nonostante il loro spessore, ad un certo punto esauriscono la capacità di assorbire e collassano. Con un disastro a catena perché dai piani superiori, visto proprio lo spessore dei muri, i crolli peserebbero inevitabilmente sui piani inferiori rovinando irreparabilmente il gioiello medievale con totale ristrutturazione seicentesca a cura dell’architetto Benedetto Alfieri.

Altra acqua si infiltra dalle finestre rotte e sgangherate e i giardini interni sembrano ormai due giungle urbane più che intime zone verdi nel cuore del centro storico.

E se non bastassero i danni del tempo e dell’incuria, arrivano anche quelli dei senzatetto e dei vandali a metterci il carico da undici. Con un ponteggio allestito da 3 anni in attesa della conclusione delle diatribe giuridiche, Palazzo Gazelli è stato più volte violato, con ingressi sia da una porticina su strada (oggi murata) sia dalle finestre ai piani superiori raggiunte attraverso il ponteggio (le cui botole sono state poi bloccate). I segni dentro i saloni sono rimasti: dai corridoi usati come gabinetto alle bottiglie di birra vuote lasciate a terra e, nel primo cortile in cui è installata la gru inutilizzata, il mucchietto di cenere rimasto dopo l’incendio dei cavi elettrici da cantiere per rubare il rame contenuto.

Palazzo Gazelli aspetta di essere risanato e aspetta che i suoi affreschi, i suoi stucchi, i suoi pavimenti, i suoi ornamenti architettonici vengano salvati e ripristinati. Nel frattempo tiene duro, ma la stessa Soprintendenza, dopo i sopralluoghi, ha concluso per una “massima urgenza” nel ripristino del tetto e delle facciate al fine di contenere il degrado.

Tiene duro, ma è allo stremo.
Il suo volto è ormai molto lontano dalle foto che restituisce una breve ricerca su Google.

 

Per Natale la decisione del tribunale

Potrebbe arrivare pochi giorni prima di Natale la decisione del giudice civile del tribunale di Asti sulla riapertura del procedimento che riguarda Palazzo Gazelli e la necessità di intervenire al più presto per la sua messa in sicurezza. Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza e il giudice ha fissato per gli inizi di dicembre il termine ultimo per depositare le memorie delle parti e per il 16 la sua decisione.

Come riferito dall’avvocato Claudio Bechis dello studio Frus di Torino su mandato della finanziaria in capo alla famiglia Schiappapietra comproprietaria di Palazzo Gazelli: «All’udienza di martedì scorso, il giudice, anziché utilizzare un modello decisorio avente tempi più lunghi, tenuto conto dell’urgenza evidenziata dalla Schiappapietra Finanziaria srl in merito al riavvio dell’esecuzione immobiliare del 2023, ha disposto la decisione con discussione orale che si terrà in data 16 dicembre». L’esecuzione è quella già richiesta da alcuni istituti bancari nei confronti dell’altra comproprietaria di Palazzo Gazelli facenti capo alla famiglia Currado-Mazzarolli. Cui si aggiunge quella recente, di qualche settimana fa, richiesta dalla stessa Schiappapietra srl. Se a dicembre verrà già accolta la prima, quella del 2023, verrà nominato un custode giudiziario dell’immobile in attesa dell’asta e sarà con questa figura che si interfaccerà per dare finalmente inizio ai lavori di messa in sicurezza.

(Fotoservizio Billi)

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