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Nomadi, zingari, campo rom (5)
Attualità

Asti: nei campi nomadi solo più permessi annuali e utenze singole

Il Comune rifarà l’impianto elettrico al campo dei rom, spendendo 40.000 euro, ma questo permetterà alle famiglie di chiedere l’installazione di contatori individuali per pagare quanto consumato

Asti: via alla “fase 2” della nuova gestione

Mentre al campo nomadi, a distanza di un anno dagli ultimi episodi, sono tornati gli incendi di rifiuti (ma non di cavi elettrici) che hanno sprigionato alte nuvole di fumo e destato la preoccupazione dei cittadini, l’amministrazione comunale ha avviato la “fase 2” della nuova gestione delle aree dedicate ad ospitare le famiglie di rom e sinti.

Una riunione tecnica con il neo prefetto Alfonso Terribile, i rappresentati delle forze dell’ordine, quelli dell’Asl e dell’Asp, che si è svolta giovedì, è stata l’occasione per il sindaco Maurizio Rasero e per il suo vice Marcello Coppo di illustrare i dettagli di questa nuova fase gestionale nata dopo l’approvazione, a luglio, del nuovo Regolamento sui campi nomadi.

E’ proprio attraverso le norme più restrittive contenute nel documento, composto da 18 articoli, che l’amministrazione comunale intende gestire diversamente i campi attrezzati da come avvenuto fino ad oggi, «ma sempre con l’obiettivo di cessare il servizio e chiuderli una volta per tutti» precisa l’assessore Coppo. Anche il prefetto ha riconosciuto la funzionalità del nuovo Regolamento rispetto alla necessità e all’urgenza di risolvere alcune criticità presenti nell’area dei rom, in via Guerra.

40.000 euro per rifare l’impianto elettrico ai rom

L’urgenza principale è rifare tutto l’impianto elettrico generale che oggi non garantisce più idonei standard di sicurezza.

«Avevamo già stanziato 40.000 euro nel bilancio per affrontare questo intervento che, come sottolineato dal prefetto, è urgente e se dovesse succedere qualcosa a uno dei residenti il Comune ne sarebbe responsabile – commenta Rasero – Mi spiace, però, notare che anche in questo caso la strumentalizzazione politica non è mancata. La situazione dei campi nomadi è stata costantemente monitorata dagli uffici comunali e l’incontro con il prefetto era già programmato ancor prima che si verificassero gli ultimi incendi, che comunque non si vedevano da oltre un anno. C’è un ottimo coordinamento con le altre istituzioni e il nuovo Regolamento è uno strumento di forte aiuto per garantire la sicurezza di quell’area».

Assegnazioni annuali fino al 2020, poi cesserà il servizio

A partire da lunedì 20 agosto le famiglie nomadi, che risiedono nei due campi di via Guerra e in quello di Revignano, hanno 60 giorni di tempo per presentare domanda di nuova assegnazione dell’area già occupata dal momento che tutte le attuali concessioni decadranno automaticamente. «I rinnovi delle assegnazioni, se presentati con tutti i documenti del caso e in osservanza alle condizioni previste dal nuovo Regolamento, saranno concesse per un anno con un eventuale rinnovo di un altro anno» precisa il vice sindaco Coppo. Questa formula dovrebbe – è l’intenzione del Comune- mantenere inalterata la volontà di chiudere i campi nomadi entro il 2020. Nella prima bozza del Regolamento, infatti, era stata inserita la data del 31 maggio 2020 come termine ultimo per sopprimere il servizio, ma la data è stata cancellata prima della votazione in Consiglio.

Il commento del vice sindaco Coppo

«La volontà non cambia perché l’assegnazione, al massimo per un biennio, non può andare oltre al 2020 come già indicato in precedenza» continua l’assessore Coppo. Quest’ultimo spiega come cambia la gestione delle utenze a carico dei nomadi.

«Con il rifacimento dell’impianto elettrico installiamo un solo contatore generale che passa dagli attuali 60 KW a 3, come quello di una famiglia normale. Con questo daremo la corrente ai servizi comuni, ma non più alle singole casette. Chi vuole la corrente dovrà contattare l’Enel per chiedere l’installazione del contatore individuale e pagare l’utenza sul consumato. Se non si paga, la luce viene staccata».

Analogo discorso per l’acqua, una delle spese più importanti che il Comune deve sobbarcarsi ogni anno per poi procedere alla bollettazione individuale (bollette che, sovente, non sono state pagate provocando l’indignazione dei cittadini). Solo di recente l’Asp ha quantificato al Comune i consumi dei campi nomadi per il 2017 e che ammontano a circa 84.000 euro.

Contatori individuali anche per l’acqua

«Anche l’acqua verrà erogata solo per le parti comuni (i bagni ndr) e con una valvola a monte del contatore generale che servirà ad impedire un consumo illimitato se dovesse persistere una morosità rispetto a quanto dovuto. Poi – prosegue Coppo – ogni famiglia del campo chiederà l’installazione del suo contatore, direttamente all’Asp, e pagherà a seconda della lettura dei consumi».

Per l’amministrazione comunale la gestione dei campi, a partire da ottobre, sarà quindi meno costosa per le casse del Comune e servirà anche a responsabilizzare le famiglie, soprattutto del campo rom, rispetto ai pagamenti delle utenze. «Chi dice che questo Regolamento non cambia nulla – conclude Coppo – nega l’evidenza perché se non fosse stato approvato avremmo dovuto fare lavori per centinaia di migliaia di euro, ma così non sarà».

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