Se da un lato al campo rom di via Guerra è in corso un progetto per “prevenire il disagio sociale ed educativo” finalizzato alla promozione dell’autodeterminazione delle persone di etnia rom che vivono nella baraccopoli (per un investimento di circa 81 mila euro), dall’altro il Comune di Asti deve comunque effettuare nuovi interventi di manutenzione straordinaria dal momento che le condizioni igieniche sono comunque precarie, ancora di più dopo i violenti temporali o in questi mesi più caldo afoso.
Una di queste criticità, che si ripropone ciclicamente, riguarda i servizi igienici della baraccopoli. Nei giorni scorsi il Comune ha appaltato a una ditta di Lecce la fornitura di nuovi monoblocchi con sei servizi igienici, due docce e lavandini da installare nel campo rom di via Guerra 36. Una spesa di 3.477 euro considerata non più rimandabile proprio per cercare di rendere più consone le condizioni di vita degli abitanti, tutti occupanti senza titolo e che si attende che lascino la baraccopoli entro il 2026.
In realtà la prima ipotesi di dismissione del campo rom, ufficializzata dall’amministrazione comunale e dall’Associazione 21 luglio, cui è stato affidato il progetto per superare la baraccopoli, aveva previsto un termine entro il 31 dicembre 2024 per sgomberare l’area e chiuderla per sempre. Una tempistica che però era sembrata molto ottimistica e abbastanza improbabile. Infatti, nel febbraio scorso, il cronoprogramma del superamento della baraccopoli indicava la chiusura entro i prossimi due anni, quindi, al massimo, entro febbraio 2026. Ma è difficile stabilire date certe perché i rom ancora residenti nel campo sono quelli che hanno maggiore difficoltà a trovare una soluzione abitativa alternativa a via Guerra, sia nel comune capoluogo sia in altri paesi della provincia.
Sempre per questioni di sicurezza e igiene, il Comune ha anche predisposto un servizio di interventi di aspirazione e lavaggio di quattro caditoie e pozzetti e di effettuare il trasporto dei fanghi residui, nonché di aspirazione e pulizia della fossa settica. Anche in questo caso una piccola spesa, pari a 2.437 euro, però necessaria per rendere l’area dei rom più adeguata, soprattutto in queste settimane di caldo afoso e persistente.
Infine, è stata decisa la demolizione di sei manufatti in disuso, tra baracche e roulotte, che una volta erano l’abitazione di famiglie residenti nel campo. In questo caso il costo per il Comune è stimato a 2.989 euro.
[foto di repertorio del campo rom]
Una risposta
Chi paga ?
I Rom ?