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Il caso

Asti: ogni sera bivacca ubriaco sotto un condominio, ma rifiuta di essere aiutato

Trascorre le notti in via Emanuele Filiberto creando problemi di decoro sotti i portici, ma nessuno può obbligarlo a trovare ricovero altrove

Fino a pochi giorni fa trovava riparo dal freddo della notte all’interno dell’ex chiosco Gamberini. Abbattuta la struttura, che si trovava nei giardini pubblici di Asti, non ha trovato alternative se non i portici di via Emanuele Filiberto iniziando a creare fastidi ai condomini di un palazzo.

È iniziata così la vicenda che ha per protagonista un senzatetto, di circa 50 anni, originario della Romania, giunto in Italia anni fa per lavorare nelle vigne, ma poi caduto nella trappola dell’alcool. Un uomo ai margini della società che però rifiuta ogni genere di aiuto da parte del Comune, della Croce Rossa, dell’Asl preferendo la vita da vagabondo, con problemi di alcolismo noti anche alle forze dell’ordine. Una situazione che l’ha portato anche a scontrarsi con chi abitata in un condominio di via Emanuele Filiberto davanti al quale trascorre le sue notti.

Il caso del senzatetto romeno è stato sollevato dal consigliere comunale Giorgio Spata (M5S) che ha chiesto all’amministrazione se ne fosse al corrente e cosa intendesse fare per risolvere la vicenda. Una storia già nota agli uffici dei servizi sociali, ma di quelle che sembrano essere irrisolvibili se ci si limita ad applicare la legge tout court.

«È da luglio che lo seguiamo e sono tredici notti che si ripresenta il problema – spiega l’assessore ai servizi sociali Mariangela Cotto – È stato anche accolto al dormitorio, dove ci sarebbe posto per lui, ma non può restarci se continua a bere. Gli agenti della polizia municipale sono più volte intervenuti, l’hanno anche portato al pronto soccorso, ma anche lì non vuole aiuti e appena può firma per uscire. Gli era stato anche offerto un posto a Castello di Annone, nell’hub gestito dalla Croce Rossa e che ospita i richiedenti asilo, ma con gli immigrati di colore non ci vuole stare».

Stessa storia per il SERT che lo aiuterebbe a superare la sua dipendenza dall’alcool, «ma solo se decidesse spontaneamente di farsi seguire» aggiunge l’assessore. Sembra che l’uomo, che vive con l’elemosina racimolata davanti ai negozi, sia anche stato colpito da un Daspo della polizia al quale, però, non dà alcun peso.

Va da sé che il mancato rispetto del Daspo farebbe scattare l’arresto, ma il soggetto non è nelle condizioni di salute per stare in prigione. In ogni caso, il carcere non sarebbe il luogo dove poterlo aiutare a risolvere i suoi problemi di dipendenza.

«Alcuni chiedono di fargli un TSO, – continua l’assessore Mariangela Cotto – ma non è così semplice come dirlo. In Romania ha una sorella, pronta a pagargli il viaggio di ritorno e ad aiutarlo; eppure preferisce restare qui, passando le notti in quelle condizioni. L’appello che rivolgono agli astigiani è di non fargli l’elemosina perché userebbe quei soldi per bere e continuare a vivere in una situazione molto precaria e rischiosa per la sua salute».

Senza considerare che un TSO avrebbe validità solo per pochi giorni. Poi, salvo proroghe (che comunque devono essere tutte motivate), l’uomo tornerebbe in libertà e riprenderebbe a vita di prima.

Mercoledì mattina ci sarà una riunione tra l’assessorato ai servizi sociali del Comune, l’Asl, il SERT e i rappresentanti delle forze dell’ordine per capire come prestare soccorso all’uomo, nel rispetto delle leggi. C’è la consapevolezza che la sua vicenda rischia di trasformarsi in una dramma della solitudine. Se la situazione non cambia, se l’uomo continuerà a bere e dormire al freddo, allontanando chiunque tenti di aiutarlo, c’è il rischio che presto o tardi possa rimetterci davvero la vita.

[foto di repertorio]

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