Lettera al giornale
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera giunta alla redazione.
«Buongiorno, da oltre due mesi la parola d’ordine è quella di evitare il contagio da coronavirus. Soprattutto fra i lavoratori che, in ragione della natura della loro prestazione, hanno continuato a presentarsi ogni giorno sul loro posto di lavoro.
E, a questo proposito, non mi spiego una decisione presa dai vertici dell’Asp a partire da metà marzo. In quella data, infatti, sono stati chiusi tutti i distributori automatici di acqua, snacks e caffè in tutte le sedi dell’Asp. Tutti bloccati per ragioni di igiene, è stato detto.
Ma l’Asp non era una di quelle aziende in lockdown chiusa per settimane. L’azienda non ha mai smesso di lavorare e con essa una parte (non tutta) del personale: autisti degli autobus, addetti alla raccolta rifiuti, operatori di igiene urbana, personale amministrativo, manutentori.
Per quanto riguarda l’acqua va sottolineato che l’azienda ne passa una bottiglietta ad inizio turno a chi lavora per strada insieme alle mascherine e ai guanti. Ma spesso non basta, così gli operatori si sono visti costretti, da molte settimane ormai, a rifornirsi presso i distributori automatici sparsi per la città, aperti a tutti e sulle igienizzazioni dei quali non saprei dire.
Il risultato è stato questo: per evitare contagi nelle sedi Asp (dove i distributori erano sotto controllo e potevano essere sanificati con regolarità), si sono esposti i lavoratori ad un ben maggiore rischio di contagio ai distributori automatici pubblici.
Una situazione che è tuttora perdurante seminando molto malumore fra il personale in servizio che ha dimostrato spirito di sacrificio combattendo ogni giorno contro il rischio di prendersi il Covid visto che hanno continuato ad avere contatti con il pubblico (sugli autobus) e hanno continuato a passare di casa in casa a ritirare ogni tipo di rifiuti».
(foto di repertorio)
Lettera firmata