Ad Asti è mancato Carlo Serafino, per tutti “l’uomo delle stelle”
Asti piange il suo “uomo delle stelle”. Carlo Serafino, 91 anni, pittore, astrofilo, già tra i dirigenti della Società Promotrice delle Belle Arti, uomo di grande spessore culturale, è mancato all’ospedale Cardinal Massaia dov’era stato ricoverato per l’aggravarsi delle condizioni di salute. Da tempo era ospite della Casa di Riposo Tellini dove la moglie Gloria Dorato è a sua volta mancata un paio di giorni dopo. Se ne sono andati quasi insieme, salendo in quel cielo che Carlo conosceva come casa sua e che a lungo ha raccontato a centinaia di astigiani appassionati di astronomia.
Serafino resterà per tutti l’uomo delle stelle perché, fin dagli anni ’80, è stato tra le anime del Gruppo Astrofili Astigiani Beta Andromedae. Tutte le sue lezioni, da quelle per le scuole dell’infanzia a quelle tenute nei corsi per adulti organizzati anche dal Comune, erano un momento di confronto e condivisione del sapere accessibile anche ai non addetti ai lavori. Perché, come Carlo ripeteva, il cielo è di tutti e tutti possono alzare lo sguardo verso il firmamento per viaggiare con gli occhi e l’immaginazione.
I ricordi degli astrofili astigiani
“Il mio primo ricordo di lui risale al primo corso da astrofilo – racconta Pieraldo Miroglio del Beta Andromedae – Al termine della lezione andai da lui carico di entusiasmo e pronto a spendere quanto serviva per acquistare un telescopio. Gli chiesi consiglio sul modello, ma lui, con quel tono un po’ burbero e diretto, rispose: “Non comprarlo, assolutamente. Compra una mappa per guardare il cielo e capirlo meglio. In quel momento rimasi un po’ male, poi ho intuito che è stato il miglior consiglio di sempre, lo stesso che oggi do a tutti coloro che mi chiedono quale telescopio acquistare”.
Sono numerosi i ricordi che gli astrofili di Asti hanno del loro instancabile Carlo. “Mi affascinava sentirlo parlare anche se a volte rimaneva delle sue idee” commenta Roberto Cazzola; parole cui fanno eco quelle di Irene Scotto: “Il ricordo che conservo è quello sulla sua passione per le meridiane: ne ha costruita una anche al pensionato, rimanendo attivo fino alla fine con conferenze e mostre. Faceva delle tournée negli altri pensionati del Faro”.
Per Alessandro Cavalotto, oggi tra i docenti delle lezioni di astronomia del gruppo, Carlo è stato un punto di riferimento insostituibile fin dai primi anni del sodalizio: “Il mio ricordo più vecchio è la mia prima apparizione pubblica in una conferenza a Sommariva Bosco, in un teatro – ci racconta – Ero andato con Carlo; poi una serie infinita di serate, conferenze, corsi anche fuori provincia. Il padre ufficiale del Gruppo Astrofili Astigiani è stato Pietro Baudino, ma dietro le quinte c’era Carlo, conosciuto in occasione dell’ultimo passaggio della Cometa di Halley”.
La passione per la montagna e la lettura
Carlo Serafino ha potuto coltivare appieno le sue passioni una volta raggiunta la pensione. Aveva tanti hobby che non riguardavano solo il cielo. “Papà aveva una memoria invidiabile e quando lo ascoltavo mi affascinavano i ricordi della sua vita passata, anche in tempo di guerra. – racconta la figlia Marina – C’è tutto da ricordare di lui, compreso il suo amore per la montagna, per le lunghe passeggiate in Val di Susa, accompagnato dal nostro cane. Erano passeggiate che spesso duravano più giorni dal momento che dormiva nei rifugi”. Quindi la pittura, un’altra sua grande passione che esprimeva con talento nei quadri paesaggistici delle colline dell’Astigiano. “Spero, quando questa emergenza finirà, di organizzare una mostra con i suoi quadri, quelli che raccontano scorci di paesaggi oggi molto cambiati”. Carlo leggeva tantissimo e l’ha fatto fino agli ultimi giorni nella consapevolezza che un libro non finisce mai di insegnarci qualcosa di nuovo. Aveva frequentato l’UTEA, sempre alla ricerca di nuove conoscenze anche se era difficile trovarlo impreparato in un qualche campo del sapere.
Anche sulla religione si interrogava spesso; era un credente, pur con le sue idee.
Chi scrive ha avuto modo di frequentare diversi suoi corsi di astronomia e di essersi confrontato con lui su vari temi quasi sempre inerenti l’universo. Con qualche rimpianto, come quello di non aver visto nascere ad Asti un planetario che, in futuro, se si trovassero i soldi per realizzarlo, sarebbe bello che portasse il suo nome. Non sarà mai abbastanza la riconoscenza di Asti verso il suo “uomo delle stelle”.