Piazza Cairoli, nel cuore di Asti, perde la storica barberia di Rosario Mannini
Se è vero che il barbiere, dopo il dottore, è il confidente per antonomasia degli uomini, chissà quante storie, quanti frammenti di vite, quanti momenti di gioia, ma anche di dolore, ha sentito raccontare Rosario Mannini, storico barbiere di piazza Cairoli che, dopo 50 anni, ha chiuso per sempre l’attività. Una vittima indiretta del Covid perché Rosario, classe 1941, avrebbe voluto continuare ancora per qualche anno il suo lavoro iniziato a Catanzaro quando aveva appena 7 anni.
“Andavo a scuola, – racconta Rosario – ma nel frattempo in famiglia mi suggerirono di iniziare ad imparare un mestiere e così andai da un barbiere per apprendere le basi della professione. Quando avevo 13 anni mi spostai a Roma, ma ci rimasi poco perché, alla fine, scelsi di vivere in una città più a misura d’uomo. Arrivai ad Asti e iniziai a lavorare, come barbiere, per altri colleghi. Quando decisi di mettermi in proprio aprii un’attività in corso Volta e ci restai un paio d’anni. Quindi, nel 1970, mi trasferii qui in piazza Cairoli e ci sono rimasto per 50 anni fino a quando, a inizio marzo, anche i barbieri hanno dovuto chiudere per l’epidemia del Coronavirus”.
Una chiusura temporanea, almeno così credeva Rosario, ma alla fine le nuove norme e le direttive anti contagio (con obblighi molto severi, prenotazioni, registro delle presenze, pagamenti prevalentemente digitali, etc.) l’hanno convinto che non fosse più il caso di andare avanti.
Mezzo secolo trascorso nello stesso luogo
Giovedì pomeriggio, quando lo incontriamo nei locali (già smontati) di quella che è stata la barberia di piazza Cairoli, Rosario ci mostra diverse foto d’epoca nel quale, fin da giovane, si vedeva non solo la sua passione per il lavoro scelto, ma anche la confidenza e l’amicizia creata con i suoi clienti.
“Per me sono stati una grande famiglia – continua – e ringrazio davvero tutti coloro che hanno voluto onorarmi di essere miei clienti. Certo è la parte più dura di questo momento sapere che quella routine di sempre, quelle due parole con loro, verranno a mancare”.
Perché la barberia di Rosario non era soltanto un luogo dove farsi barba e capelli; era un posto dove, prima di tutto, si socializzava, si passava il tempo in compagnia parlando di politica, sport, dei problemi di Asti, ma dove ognuno poteva condividere con lui momenti belli o tristi avvenuti in famiglia sapendo che Rosario avrebbe ascoltato, mai giudicato, mantenendo l’assoluta discrezione.
Tra i clienti, avvocati, imprenditori, politici e gli oblati di San Giuseppe
D’altro canto Rosario ha avuto una clientela molto vasta: avvocati, imprenditori, commercianti, operai, politici, dottori, professori e anche molti sacerdoti della vicina Congregazione degli Oblati di San Giuseppe. E, mentre si attendeva il proprio turno, oltre a leggere e commentare le notizie pubblicate sui giornali (Rosario era il primo a leggere i quotidiani dopo aver tirato su la saracinesca), si poteva guardare uno spaccato di Asti attraverso le vetrine della barberia che danno proprio sul platano di Palazzo Alfieri e sul severo monumento a Re Umberto I.
Ai social ha preferito il contatto umano
A loro modo due diversi simboli di questa città, ma al di là della storia più antica, la barberia di Rosario era diventata con il passare degli anni un punto altrettanto storico per gli astigiani dove il tempo sembrava essersi fermato prima dell’era digitale quando dal barbiere si andava anche per fare soltanto due chiacchiere. Non a caso Rosario sottolineava sempre di non aver un sito internet, né Facebook o Instagram, ma di preferire il contatto umano ad ogni surrogato tecnologico. Però nel taglio dei capelli e della barba ha visto passare le mode più diverse e lì sì che si teneva aggiornato per essere pronto ad ogni richiesta.
Ma ora che è andato in pensione, come trascorrerà il tempo l’ex barbiere di piazza Cairoli?
“Farò il nonno (ha due nipotine della stessa età ndr) – conclude Rosario – e passerò più ore con mia moglie. Gli astigiani mi hanno dato molto e avrò bisogno di un po’ di tempo per abituarmi a questa nuova vita da pensionato”.
Per tutti i suoi clienti, che avranno ancora modo di incontrarlo in giro per la città, Rosario Mannini è e resterà sempre il “barbiere” di piazza Cairoli. Siamo certi che passando davanti al suo ex salone verrà loro spontaneo girare lo sguardo verso quelle vetrine immaginando di vederlo ancora lì, seduto sul divano, con il camice blu, intento a leggere il suo quotidiano pronto per una nuova impegnativa giornata di lavoro.