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Asti Pride 2019143
Attualità

Asti Pride: svelato il programma del “Pride Week”, ma esplode la querelle del sottopassaggio arcobaleno

Salta l’inaugurazione del “Sottopasso Rainbow” in piazza Marconi che l’amministrazione Rasero ha deciso di far riqualificare per metà ad un’altra associazione ideologicamente lontana dalla comunità LGBTQI

Ad un anno dal primo Pride di Asti scoppia una nuova querelle con l’amministrazione Rasero

Il presidente e il vice presidente di Asti Pride, Vittoria Briccarello e Patrizio Onori, hanno avuto appena il tempo di ufficializzare, in un video su Facebook, il programma del “Pride Week” di Asti, dal 6 all’11 luglio, organizzato per ricordare il primo Pride cittadino avvenuto un anno fa, che subito è scoppiata una turbolenta querelle con il Comune i cui retroscena saranno svelati lunedì pomeriggio durante una conferenza stampa aperta a tutti. Il 6 luglio, proprio quando avrebbe dovuto esserci il primo di questi eventi, l’inaugurazione del “Sottopassaggio Rainbow” tra piazza Marconi e via Cavour, voluto per ricordare le lotte contro le discriminazioni ai danni della comunità LGBTQI.

“Ci sono state prese di posizione, dal nostro punto di vista incomprensibili, sorprendenti e al limite della pretestuosità, da parte dell’amministrazione comunale che ci hanno imposto una decisione – spiega lo stesso Patrizio Onori in un secondo breve video messaggio – Il primo degli eventi, l’inaugurazione del “Sottopassaggio Rainbow”, non si potrà fare. Il perché ve lo diremo alla conferenza stampa indetta per lunedì 6 luglio alle 18 proprio nelle immediate vicinanze del sottopassaggio stazione”.

https://www.facebook.com/AstiPride2019/videos/302804920855385/

Un sottopassaggio condiviso con un’associazione ideologicamente distante

Ma quale sarebbe la presa di posizione incomprensibile dell’amministrazione Rasero che ha fatto andare tutto a monte? E’ presto detto. Oltre all’associazione Asti Pride, che si era proposta di riqualificare il sottopassaggio con un progetto inviato al Comune il 9 giugno, un altro sodalizio ha chiesto di poter fare un’analoga attività di riqualificazione della stessa struttura, colorando le pareti con la Bandiera Italiana e forse con il logo delle eccellenze del territorio. Si tratta dell’associazione “Sole che sorgi” la cui attività culturale, contestano gli esponenti di Asti Pride, “non è compatibile con i valori e le rivendicazioni della comunità LGBTQI”.

Sulla pagina Facebook del secondo sodalizio sono pubblicati commenti contro le Ong e i flussi migratori nel Mediterraneo, ma anche un post, molto criticato dall’Asti Pride, con la foto di una targa a ricordo di Benito Mussolini e la scritta: “Oggi l’associazione compatta come un unica Legione si è recata a Dongo e S. Giulino di Mezzegra”.  Giulino di Mezzegra è il paese dove furono giustiziati Mussolini e Claretta Petacci il 28 aprile 1945.

Il post sulla pagina Facebook dell’associazione Sole che sorgi

In una lettera del 30 giugno il sindaco Rasero ha informato i sodalizi che avrebbero curato insieme il sottopassaggio, ognuna al 50%, ma la proposta ha scatenato la replica, immediata, degli esponenti del Pride pronti a fare un passo indietro.

“I valori promossi dall’altra associazione culturale sono distanti dai nostri e crediamo che condividere quello spazio sia impossibile – commenta Patrizio Onori – Quindi ritiriamo il nostro progetto perché avremmo preferito che l’amministrazione scegliesse uno o l’altro, ma non l’ha fatto. Ci chiediamo se prima di concedere spazi pubblici il sindaco approfondisca quali siano gli ideali e valori promossi dalle varie associazioni”.

Il sindaco Maurizio Rasero, interpellato a riguardo, ha rimandato al mittente le accuse mosse da Onori: “Avremmo avuto da una parte l’arcobaleno, che a me neanche piace molto, e dall’altra la Bandiera Italiana. Asti Pride cambia idea? Non c’è problema, vuol dire che l’altra associazione farà tutto da sola dipingendo di verde, bianco e rosso quel sottopassaggio. Qui c’è qualcuno che sta solo facendo strumentalizzazione”.

Più cauto l’assessore alle pari opportunità Elisa Pietragalla (I Giovani Astigiani) che ha aggiunto: “Sono stata e resto favorevole al percorso iniziato l’anno scorso con il Pride o con la riqualificazione della panchina contro le violenze di genere. Quando la pratica arriverà in Giunta farò le valutazioni del caso”. Pratica che, secondo il vice sindaco Marcello Coppo (Fratelli d’Italia), non passerà dalla Giunta perché basterebbe l’autorizzazione dell’assessorato per dare il via libera ai lavori.

Per il vice sindaco la questione non si sarebbe neanche dovuta porre: “Avrei scelto subito il progetto di quelli che coloreranno il sottopassaggio con la Bandiera Italiana – commenta – e che hanno una concezione di Dio, Patria e Famiglia ancora come si deve, rispetto agli altri i quali, non rispettando le idee avverse, denotano squadrismo culturale e intolleranza”.

Parole forti che probabilmente riceveranno una seconda replica lunedì pomeriggio durante la conferenza stampa nei pressi del sottopassaggio.

La replica del presidente dell’associazione “Sole che sorgi”

Sul caso scoppiato nelle ultime 24 ore è intervenuto anche il presidente dell’associazione “Sole che sorgi”, Franco Chezzi.

“La lettera del sindaco l’ho ricevuta ieri e anch’io mi sono chiesto che senso avesse dividere a metà l’opera di riqualificazione – spiega interpellato pochi minuti fa al telefono – Ma lasciatemi precisare che l’associazione non è politica perché è nata per organizzare eventi, presentazione di libri, dibattiti, proiezioni cinematografiche che vogliono raccontare certi momenti della storia d’Italia anche guardando ad una sorta di lato B della vicenda. In ogni caso non siamo negazionisti o cose di questo genere. Per quanto riguarda il sottopassaggio della stazione, – continua Chezzi – non avremmo avuto alcun problema, nell’interesse del decoro pubblico, a collaborare con Asti Pride o con qualunque altra associazione, anche distante dalle nostre idee, dal momento che si vuole intervenire per migliorare l’utilizzo di uno spazio della città”.

Sulla foto nei luoghi dell’esecuzione di Mussolini, Chezzi ha aggiunto: “Quella foto è stata scattata durante una gita nei luoghi della fine della Seconda Guerra Mondiale, della caduta e dell’arresto di Mussolini. Lì anche il Comune di Dongo organizza gite culturali con delle guide lungo gli itinerari dei luoghi storici, ma l’attività della nostra associazione non ha nulla a che fare con ideologie del Ventennio Fascista e mai succederà che durante futuri eventi, organizzati da noi, prenderemo posizioni che lo possano far pensare”.

Giovedì sera l’associazione “Sole che sorgi” si troverà per discutere se e come procedere con il progetto di riqualificazione del sottopassaggio Marconi.

Gli altri appuntamenti in programma

Sempre lunedì sera, alle 21,30, il “Week Pride” continuerà nella rassegna Cinema Cinema, al Michelerio di corso Alfieri, per la proiezione del film “Girl” di Lukas Dhont a tema LGBTQI. Gli associati Pride avranno diritto a uno sconto sul biglietto d’ingresso che bisogna prenotare o acquistare fino a mezz’ora prima dell’evento.

Sabato 11 luglio, alle 17.30 nel Cortile del Diavolo Rosso, ad Asti, si svolgerà invece l’incontro con il giornalista dell’Espresso Simone Alliva che presenterà il suo libro inchiesta “Caccia all’omo – Viaggio nel paese dell’omofobia” (Fandango Libri).

“Alliva era venuto a trovarci l’anno scorso reduce da un’inchiesta sull’omotransfobia – hanno ricordato i rappresentanti dell’Asti Pride – Ora, con la pubblicazione del libro, fresco di stampa, Simone ha costruito una mappa italiana di questo fenomeno. Un appuntamento importante che vogliamo tenere proprio in questi giorni nei quali sta per essere varata una legge contro l’omotransfobia in Italia”.

Maggiori informazioni sul sodalizio sono disponibili sul nuovo sito www.astipride.com, sulla pagina Facebook di Asti Pride o anche scrivendo una mail a astipride2019@gmail.com.

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