38 schede per altrettanti progetti, molti cantierabili in pochi mesi o alcuni anni, altri immateriali, ma mirati all’inclusione sociale e al miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini. Asti approda al primo step del Recovery Plan con una lunga lista di idee che il sindaco Maurizio Rasero ha inoltrato alla Regione per avviare il primo passaggio burocratico necessario all’acquisizione delle stesse da parte del Governo. Un dossier che vale 113.089 milioni di euro nato mettendo insieme desiderata, progetti “storici”, nuove proposte maturate dal confronto con una serie di soggetti che il Comune ha interpellato, oppure che si sono fatti avanti di loro iniziativa. «È stato un lavoro in evoluzione se si pensa che a inizio dicembre la Provincia ci diede le schede da compilare e al 31 dello stesso mese avevamo già messo insieme progetti per 25 milioni di euro – spiega Rasero – Poi la Regione ha predisposto un suo documento, dove non si parlava di Asti e io stesso ho chiesto a Cirio un confronto. Da lì ne è nato anche il giro nei territori fatto dall’amministrazione regionale. Avendo più tempo abbiamo continuato ad ascoltare le proposte e siamo passati da progetti per 25 milioni a un dossier che ne vale 113».
La minoranza consiliare? «Non ha collaborato»
Confronto con molti, ma non con tutti. Rasero lamenta che non sono arrivate proposte per il Recovery Plan dai banchi della minoranza, ad eccezione della consigliera Angela Motta che ringrazia per aver suggerito e lavorato su un doppio progetto per la Casa di Riposo. «Ho tenuto con i consiglieri di minoranza due incontri – continua il sindaco – e, ad eccezione di Motta, ho solo riscontrato il nulla assoluto. C’era la possibilità di lavorare insieme per tracciare idee condivise da portare avanti indipendentemente che, in futuro, io sia ancora sindaco o meno, ma dopo 40 giorni non mi hanno fatto sapere nulla». I progetti sono tanti e molti potrebbero essere avviati, se non cantierabili, in tempi rapidi se e quando i soldi necessari verranno stanziati. Certezze sull’erogazione dei soldi non ne esistono, ma il sindaco evidenzia come il Recovery Plan «sia un’occasione di dibattito e confronto che ha arricchito tutti». Ora si attende di sapere chi gestirà i fondi e quanto verrà riconosciuto al Piemonte, quindi anche alla città di Asti.
Gli interventi più costosi in città
Sono tanti i progetti che il Comune vorrebbe realizzare sfruttando il Recovery Plan. Alcuni di vecchia data, altri innovativi. Nel dossier è inserito il nuovo ponte sul Borbore nei pressi del campo scuola (3,1 milioni di euro), la passerella sul ponte Ogerio Alfieri e il cavalca-ferrovia di corso Savona (1 milione), la costruzione del nuovo parcheggio in centro, ma nell’ex ospedale (15 milioni), alleggerimento del traffico su corso Torino con viabilità alternativa e collegamento a villaggio Bellavista (4 milioni), un nuovo parcheggio a servizio dell’Università (4 milioni), vari interventi per evitare dissesti stradali e smottamenti (6 milioni), incentivo della mobilità pedonale e ciclabile (5,5 milioni), nuovo Palazzetto dello sport (2 milioni), recupero dell’ex Casermone da destinare a servizi per la cittadinanza (20 milioni), recupero della Palazzina Comando nell’ex Caserma Felizzano da destinare a residenza universitaria, polo di ricerca e innovazione sull’enomeccanica e a centro servizi smart (5,2 milioni), copertura del cortile della biblioteca Faletti (1 milione), ristrutturazione del cavalcavia Giolitti (3 milioni), un teatro all’aperto nelle Antiche Mura (1 milione), un distretto della cultura in piazza San Giuseppe (2 milioni), 100 telecamere per 100 strade (1,5 milioni), progetti al Parco Paleontologico (2 milioni).
Speranza per la linea Asti – Moncalvo – Casale?
Tra i progetti che non rientrano nel dossier del Comune, ma che l’amministrazione vorrebbe veder finanziato con un gioco di squadra insieme ad altri Comuni e le Province di Asti e Alessandria, c’è la riattivazione di una linea ferroviaria. «Si tratta della riapertura della ferrovia Asti-Casale che per noi significa l’interconnessione con Moncalvo, Mortara e Milano – spiega il sindaco Rasero – E di questa tratta chiederemo anche l’affiancamento di una pista ciclabile». In totale si parla di 70 milioni di euro di investimento.
Per quanto riguarda la Casa di Riposo “Città di Asti”, sono due le schede che la riguardano e che sono state predisposte su suggerimento della consigliera Angela Motta. La prima, da 4 milioni di euro permetterebbe, dopo l’adeguamento strutturale, di destinare 40 posti letto all’accoglienza di malati cronici, ma necessitanti di una risposta sanitaria ed assistenziale di alta intensità, e 10 posti letto come Hospice. Mentre il secondo progetto, da 2 milioni, prevede di costruire al Maina una “Casa di Comunità” così da accogliere soggetti colpiti dalla crisi che seguirà la pandemia, italiani o stranieri, dando loro servizi residenziali che potranno essere fruiti anche da altri cittadini.
Corsi e ricorsi: il parcheggio nell’ex ospedale
Tra i desiderata che il Recovery potrebbe finanziare non poteva mancare l’intramontabile parcheggio multipiano in centro città. Opera che avrebbe bisogno di 15 milioni di euro per la sua realizzazione, ma che, questa volta, non sarebbe scavata sotto piazza Alfieri, ma costruita come multipiano al posto dell’ala moderna del vecchio ospedale.
«Il recupero e la riqualificazione di questo spazio – si legge nella scheda dedicata – sarà fondamentale per il rilancio del quartiere e della città. Il nuovo parcheggio consentirà di valutare la possibilità di ampliare l’area pedonale a scapito dei posti auto attualmente in superficie oltre a creare una nuova area commerciale sui fronti stradali della struttura».
L’opera sarebbe cantierabile entro 2 anni e fruibile entro il 5° anno.