Il pericolo più grande per gli operatori del 118 è quello di rimanere coinvolti in incidenti stradali con le ambulanze in emergenza.
Lo ha anticipato il sindacalista NurSind Salvatore Lo Presti chiedendo un tavolo regionale per la sicurezza durante il servizio e lo confermano i volontari di Croce Verde e Croce Rossa che ogni giorno si trovano in questa situazione.
E che hanno registrato un profondo decadimento dell’educazione stradale degli automobilisti su queste particolari circostanze: nonostante il Codice della Strada parli chiaro e venga spiegato durante le lezioni per prendere la patente che bisogna lasciare strada alle ambulanze in sirena, sempre più spesso chi è alla guida non muove un dito per agevolare l’autista del mezzo di soccorso.
«Ogni giorno facciamo la collezione di automobilisti che ostacolano il nostro lavoro – dice Stefano Robino, presidente Croce Rossa di Asti ed esso stesso volontario – In città, nelle ore di punta, è impossibile fendere il traffico e sono pochi gli automobilisti che si fermano o accostano in modo da farci passare. In molti casi proprio non sentono la sirena. Un po’ perché guidano con gli auricolari nelle orecchie, un po’ perché sono distratti dall’uso del cellulare nonostante sia vietato, un po’ per pigrizia e disinteresse: il risultato è che noi restiamo bloccati nel traffico e il paziente aspetta. Non parliamo poi delle auto in sosta vietata. E’ capitato personalmente a me, pochi giorni fa, in una via stretta del centro storico, di dovermi fermare con l’ambulanza perché non riuscivo a passare a causa di una vettura ferma contro il muro di casa, in divieto. E sono dovuti intervenire polizia municipale e carro attrezzi per farci proseguire la corsa perché non riuscivamo neppure a tornare indietro. Pensate a chi ci stava aspettando per un’emergenza».
E se in città il rischio dell’ambulanza è di restare imbottigliata nel traffico, sulle provinciali o sulle statali, è la velocità a creare il maggior pericolo.
«Si rischiano sorpassi azzardati di chi dalla corsia opposta non si è accorto di noi che arriviamo veloci o chi salta gli incroci perché sa che lì il traffico è scarso ma non calcola che potrebbe arrivare un’ambulanza. Senza contare il rischio dato dai ciclisti che, come gli automobilisti spesso viaggiano con gli auricolari e musica sparata a palla e affiancati a 2 o 3 occupando tutta la corsia».
C’è poi anche una carrellata di “fenomeni”: quelli che approfittano del traffico paralizzato per il passaggio dell’ambulanza per lanciarsi dietro e, approfittando della sua scia, saltano le code nelle ore di punta – prosegue Robino – oppure i furbi che in autostrada usano la corsia di emergenza per guadagnare strada senza capire che ad un certo punto incontreranno l’incidente e non potranno rientrare. E noi dobbiamo lasciare l’ambulanza anche a 150-200 metri dal luogo dell’incidente perché non riusciamo ad arrivare più vicini».
Circostanze pienamente condivise da Maurizio Santero, coordinatore provinciale dell’Anpas Croce Verde di Asti.
«Se ogni giorno si evitano incidenti in ambulanza è solo perché gli autisti sono sempre più attenti e svegli e prestano una vigilanza assoluta al traffico, proprio perché sanno che c’è sempre meno rispetto del loro lavoro. Un esempio? Pochi giorni fa un’ambulanza è intervenuta all’Istituto Castigliano per soccorrere una studentessa che si era sentita male. Il mezzo si è fermato davanti all’ingresso della scuola e durante l’intervento l’autista ha dovuto litigare con un corriere che pretendeva che interrompessero il soccorso per spostare l’ambulanza perché lui doveva finire il giro di consegne».
Un malvezzo che si è acuito dopo il Covid. «Durante i mesi della pandemia gli automobilisti come sentivano una sirena ci lasciavano strada – sottolinea ancora Robino – poi tutto è stato dimenticato».
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- 13 Settembre 2024
- Redazione