Continuano, ad Asti, le prese di posizione sul “caso Mussolini”: la revoca della cittadinanza onoraria al Duce votata in Giunta venerdì dopo l’approvazione, giovedì sera, di un ordine del giorno votato dalle forze di maggioranza. Un vero e proprio caso politico che nasce dalla mancata messa ai voti di un altro ordine del giorno, quello della minoranza, con cui si chiedeva la revoca della cittadinanza al capo del Fascismo.
Un odg depositato a ottobre, voluto dalle forze di minoranza, che ha portato alla luce una situazione kafkiana. Specie dopo la decisione, nel 2020, di concedere la cittadinanza onoraria di Asti alla Senatrice Liliana Segre vittima del Fascismo, delle leggi razziali e deportata nei campi di sterminio nazisti.
Com’era possibile mantenere nello stesso Albo dei cittadini illustri il carnefice e la vittima? Qualcosa non quadrava.
A lavorare all’articolato ordine del giorno che ha dato mandato al sindaco di «verificare la presenza di onorificenze conferite dalla Città di Asti a persone che siano state organiche a regimi definibili dittatoriali e totalitaristici, così come individuati dalla risoluzione del Parlamento Europeo, o che si siano macchiati di crimini definibili “contro l’umanità” e, di conseguenza, a procedere alla revoca di tali riconoscimenti nei modi consentiti dalla legge» è stato il consigliere di maggioranza Federico Garrone (nella foto).
Ha lavorato giorni per scrivere un ordine del giorno di 8 pagine che richiama un atto del Parlamento Europeo, la risoluzione sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa.
«Il mio intento è stato quello di redigere un documento che fosse condiviso da tutti, dai consiglieri di maggioranza, con i quali c’è stato un confronto per arrivare a una sintesi, e dai colleghi della minoranza – spiega Garrone interpellato a riguardo – Prima del conferimento della Cittadinanza Onoraria a Liliana Segre il caso non era mai stato posto e, onestamente, io non sapevo che Benito Mussolini fosse cittadino onorario di Asti. Non era mia intenzione togliere ai consiglieri di minoranza il fatto di aver presentato per primi un ordine del giorno, a ottobre, per chiedere la revoca di quella cittadinanza concessa nel 1924 con un atto calato dall’alto, ma la storia si studia, è incolore, non la si può cancellare o adattare a seconda delle convenienze. Per questo dico che la memoria è da tramandare perché, con il passare del tempo, si perdono i ricordi e si rischia di dimenticare ciò che è stato e che nessuno potrà mai cambiare. Però, con questo odg, piantiamo un seme di cultura oltre ogni schieramento e tramandiamo un messaggio importante che spero non venga sprecato in polemiche o accuse reciproche. Se succedesse si oscurerebbe il valore di quello che stiamo facendo».
Il consigliere di maggioranza non nega che «si sarebbe potuto fare di più e meglio, ma stiamo facendo qualcosa che prima di noi nessuno ha avuto la forza, l’ardire, la voglia o l’opportunità di realizzare». «Mi dispiace che il mio lavoro sia stato frainteso o svilito – continua Garrone – La seduta di giovedì è finita nel caos, ma confido che lunedì, alla votazione della pratica, si trovi un accordo che lanci un messaggio inequivocabile contro tutti i totalitarismi. L’odg non ha cancellato di fatto la Cittadinanza Onoraria, ma ha incaricato il sindaco di predisporre un provvedimento amministrativo che deve tornare in Consiglio dove tutti potranno votarlo. Non trasformiamo questa opportunità in uno scontro che, visto l’obiettivo comune, non ha senso di esistere».
Per Rita Levi Montalcini e Amos Luzzatto non si pose il problema
In passato ci sono state almeno altre due occasioni per chiedersi cosa ci facesse ancora Mussolini nell’Albo dei cittadini onorari di Asti. A ricordalo è il sindaco Maurizio Rasero in una sua lunga nota stampa diffusa dopo la querelle scoppiata venerdì.
«È triste constatare che la richiesta di revoca della cittadinanza a Mussolini – commenta Rasero – sia stata avanzata solo durante la seduta del conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, ritenendo che i due conferimenti rappresentassero “un controsenso incomprensibile ed inaccettabile poiché i valori veicolati dal conferimento della cittadinanza alla Segre sono inconciliabili con quelli stanti nel mantenimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini”. Fatto che si sarebbe dovuto valutare e sostenere anche in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Rita Levi Montalcini nel 1987 e al Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Amos Luzzatto nel 1998 che sicuramente, al pari della senatrice a vita, sono portatori e rappresentanti dei valori dell’antifascismo e della Resistenza. Troppo bello e troppo facile, e naturalmente spudoratamente incoerente, agire così ed ora».
Anni, il 1987 e il 1998, nei quali c’erano altri sindaci e altri consiglieri comunali, alcuni dei quali oggi presenti in aula, che secondo Rasero non ritennero il caso di porre una “questione Mussolini”. Di certo il caso Mussolini è una di quelle, rare, occasioni nelle quali anche in un Consiglio comunale si possono affrontare temi di un certo peso politico che non siano solo un Piano del Traffico o un nuovo insediamento commerciale.
La “concessione” richiesta dell’alto
Un altro aspetto non secondario della faccenda è proprio il modo con cui venne concessa la cittadinanza onoraria a Mussolini in quel 24 maggio 1924.
In una lettera scritta il 15 maggio 1924 dall’avvocato e Segretario Federale Ettore Francheo della Federazione provinciale degli Enti Autarchici Locali di Alessandria (da cui dipendeva anche Asti), che reca come oggetto “Conferimento cittadinanza onoraria S. E. Benito Mussolini Capo del Governo e Duce del Fascismo” i toni usati per rivolgersi ai sindaci non sono propriamente quelli di un suggerimento informale su cui aprire una discussione: «Per tale data (24 maggio 1924 ndr) – scrive Francheo – è stato proposto con l’accordo di alte autorità politiche, che in tutta Italia venga conferito a S. E. Benito Mussolini la Cittadinanza Onoraria di tutti i Comuni Fascisti a conferma dei sentimenti di riconoscenza e fedeltà già manifestati con la splendida votazione nelle recenti elezioni politiche. Prego la S.V. Ill.ma pertanto entro il 20 corrente di radunare il Consiglio comunale per deliberare ed approvare l’ordine del giorno che qui sopra è riportato come oggetto. Appena avvenuta l’approvazione voglia la S. V. Ill.ma darne comunicazione telegrafica all’Ill.mo Signor Prefetto di Alessandria e a questa Segreteria Federale».
Una risposta
Non posso non apprezzare il tentativo di Federico Garrone, tanto onesto quanto, forse, ingenuo, di riportare ad un ambito di razionalità una polemica che comunque mi lascia perplesso. Per tempi e per toni. Ineccepibile, dal mio punto di vista, la richiesta di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini. Ma non posso non domandarmi perché tale esigenza sia divenuta indifferrebile nel 2021, quando le forze polutiche, attualmente all’opposizione, non la hanno ritenuta altrettanto necessaria nei decenni in cui hanno detenuto la maggioranza