Quanti dei lettori si ricordano il “pecoro Artù”? Questo il soprannome con il quale è conosciuto il montone più popolare di Asti grazie alla sua docilità e, soprattutto, alla sua passione per i selfie. Decine le persone e i bambini che, passeggiando fra Viatosto e Valmanera, si sono fermati per farsi una foto con Artù il quale non ha mai negato un suo primo piano a nessuno.
Ma pochi forse sanno che dietro Artù c’è Roberto Manina, un angelo custode che si occupa di lui.
Aveva solo 12 anni quando, passando per caso davanti ad un campo nomadi della città, aveva notato un agnellino legato ad un paletto con una corda. Aveva preso tutto il coraggio che aveva, si era presentato al capofamiglia del campo e aveva chiesto cosa ne facevano di quell’agnellino. «Sarebbe finito sulla griglia di lì a pochi giorni e non potevo sopportarlo – ricorda – Mi dissero che poteva essere mio. Se lo avessi pagato il giusto». Roberto ci pensò su tutta la notte, convinse la sua famiglia a prenderlo a casa e il giorno dopo si presentò al campo con tutti i suoi risparmi e salvò la vita ad Artù.
«La mia vita, i miei pensieri sono cambiati e migliorati grazie ad Artù e, poi, ai suoi “fratelli” che sono arrivati dopo» dice Roberto, che da quel giorno si occupa assiduamente insieme a Ludovica del benessere del suo “pecoro”.
Perchè questo è un altro punto fondamentale della filosofia di Roberto nell’accudimento di Artù e degli altri suoi animali considerati d’affezione a tutti gli effetti.
«Non mi accontento di farli sopravvivere. Io voglio che vivano nel miglior modo e nel miglior luogo possibile. Voglio dare qualità alla loro esistenza come loro l’hanno data alla mia».
Trasferiti da Valmanera, Artù e gli altri ora vivono in un’oasi verde al Palucco, con un ampio prato a disposizione, l’ombra degli alberi, ricovero e fienile a misura in un luogo non troppo isolato che li protegge anche da eventuali malintenzionati con la voglia di fare dispetti e incursioni sgradite.
«E’ difficile spiegare il rapporto e il senso di responsabilità che sento verso questi animali – dice ancora Roberto – Ai più sembrano uguali e sembrano delle “bestie” mentre io ne distinguo la personalità in ognuno di loro e so che loro mi considerano un punto di riferimento e provano per me l’affetto che io provo per loro. Per questo mi sento anche responsabile di difenderli da chi invece non ha lo stesso rispetto nei loro confronti».
Una risposta
Ho conosciuto Roberto tramite mio figlio.
Ho conosciuto Artù, il pecoro, e abbiamo fatto un selfie insieme…lui sembrava sorridere
Siete fantastici, ce ne fossero di persone come voi.
❤