Sabato 18 maggio, alle ore 11, si svolgerà un nuovo presidio per la pace, per fermare l’escalation militare, per il cessate il fuoco e per il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione. Un appuntamento promosso dall’associazione A Sinistra – Casa del Popolo, Cgil Asti, Arci Asti Langhe Roero e Monferrato, Anni, Rete Welcoming Asti, Noix De Iola, Acli, Lagambiente e Asti Lab. L’appuntamento sarà sotto la Prefettura di Asti, in piazza Alfieri.
«Il rischio di una guerra generalizzata nel mondo è sempre più forte – ricordano gli organizzatori – In Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan e in altre aree del mondo proseguono e si allargano la carneficina e la corsa al riarmo, che di giorno in giorno viene presentato come inevitabile. In Palestina, dopo più di 35.000 morti civili, Israele pensa di entrare a Rafah dove i valichi sono già stati bombardati e poi occupati dai militari israeliani. Occorre un’urgente presa di posizione. L’annunciato intervento di terra provocherebbe un’ulteriore carneficina di civili e comporterebbe una intollerabile violazione del diritto umanitario, come ha sostenuto fra gli altri il Segretario Generale dell’Onu Guterres. La guerra in Ucraina sta vivendo un escalation senza precedenti: lo stato maggiore Russo e lo stesso Putin sventolano l’utilizzo della bomba atomica. Dall’altra parte, vedi Macron, si ipotizza ormai l’invio di truppe Nato da schierare al fronte contro i soldati russi. L’escalation, di giorno in giorno, non solo viene presentata come inarrestabile ed inevitabile, ma anche come necessaria».
«Ci pare necessario, dunque, – sottolineano gli organizzatori – dare un chiaro e immediato segnale, per richiedere l’immediato cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi e i prigionieri, la fine della corsa al riarmo e l’apertura di tavoli negoziali per risolvere i conflitti internazionali, così come previsto dalla nostra Costituzione all’articolo 11. Benessere e prosperità di un paese non si costruiscono con le bombe, con la morte e con la devastazione ambientale degli Stati avversari, ma con il lavoro, i diritti, la cooperazione e la solidarietà sociale»
[nella foto una precedente manifestazione per la pace]