«Non vogliamo fare allarmismo ma prevenzione. Però i dati parlano chiaro ed è un trend che va fermato» a parlare è il Prefetto di Asti Claudio Ventrice e il trend cui si riferisce è quello evidenziato dall’Asl in riferimento ai casi di violazione della sicurezza alimentare riscontrata durante i controlli sanitari. Stesso numero di controlli dal 2021 ad oggi ma raddoppio della percentuale di sanzioni.
La ristorazione pubblica è quella che detiene il triste primato di sanzioni seguita dal commercio al dettaglio, produzioni primarie, prodotti da forno, ristorazione collettiva.
«La nostra impressione è che ci sia un calo collettivo di attenzione su questo tema – ha detto il direttore Asl Giovanni Gorgoni – Che ha portato anche a quadruplicare il numero di sospensioni di attività per le gravi carenze riscontrate durante i controlli».
Le violazioni più comuni
Il motivo più comune di chiusura di attività di produzione, trasformazione, somministrazione o vendita di generi alimentari è quello della scarsa igiene prestata nelle lavorazioni e scarsa pulizia generale che si lega ad un’altrettanta scarsa manutenzione dei locali e delle attrezzature utilizzate. A seguire la mancata applicazione del’Haccp (il piano di autocontrollo in materia sanitaria) e la non ottemperanza delle prescrizioni dettate da precedenti controlli.
Il picco di infezioni a trasmissione alimentare si è avuto l’anno scorso con prevalenza di salmonella e campylobacter.
I casi astigiani
Anche se, in ospedale, le persone curate per intossicazioni alimentari, sono state quelle che dovevano incolpare solo se stesse per il malore. Soprattutto per interruzione della catena del freddo (spesa lasciata al caldo sull’auto prima del rientro) oppure per sbagliata conservazione dei cibi che, all’origine erano di qualità ma si sono deteriorati per contaminazioni domestiche, congelamenti e scongelamenti non corretti, manipolazione inappropriata.
Segnalata anche la chiusura di un intero reparto di salumeria e gastronomia di un market a causa del batterio della listeria portata dalle olive in salamoia che ha contaminato tutto.
L’estate fa paura
Perchè se ne parla adesso al punto da spingere il Prefetto a radunare tutte le forze dell’ordine, l’Asl, l’Ispettorato del Lavoro, sindacati e associazioni di categoria allo stesso tavolo?
Lo spiega ancora Gorgoni: «Siamo di fronte ad un trend in crescita di mancato rispetto delle norme sanitarie e siamo all’inizio della stagione calda, che per sua natura mette più a dura prova la conservazione dei cibi. Inoltre questi sono i mesi in cui più persone (turisti, visitatori o anche locali) preferiscono consumare cibo fuori casa o acquistarne di pronto per non dover cucinare e, ancora, inizia la lunga stazione delle sagre di paese con distribuzione di migliaia di pasti all’aperto. Ai nostri occhi serve riportare tutti coloro che lavorano in questa filiera ai dettami sanitari altrimenti si profila “la tempesta perfetta”».
Annunciata dunque un’estate di controlli anche estesi alle numerose sagre paesane in programma da qui a settembre.
Controlli sulle piazze
«Riconosciamo il ruolo fondamentale e volontaristico delle Pro loco – ha affermato il colonnello Paolo Lando, comandante dei Carabinieri che al loro interno hanno il reparto speciale dei Nas specializzato nella tutela della salute dei cittadini – ma è importante che tutti ottemperino alle norme igienico sanitarie per evitare intossicazioni collettive».
Come il cittadino può difendersi
Dalla dottoressa Renza Berruti, responsabile del Sian dell’Asl arrivano invece i consigli per riconoscere eventuali rischi di intossicazioni e contaminazioni.
«Il cittadino, da parte sua, deve farsi parte attiva e vigilare sui posti che sceglie per acquistare cibo o consumarlo. In primo luogo deve verificare la pulizia dei locali e l’ordine. Poi deve fare attenzione a costi troppo bassi dei prodotti perchè sono una spia di qualità. Inoltre consiglio di leggere sempre bene il menù e valutare quanti sono i prodotti di stagione, quelli congelati e quelli che provengono da zone molto lontane. Ultimo consiglio è quello di verificare anche gli addetti del locale (camerieri o commessi) che devono essere sempre in ordine e con uniformi pulite. E devono servire i piatti alle temperature giuste: caldo e freddo a seconda delle portate». A rischio infezioni e contaminazioni i buffet degli antipasti con piatti a vista non protetti e gli stuzzichini per l’happy hour che vengono preparati in anticipo e non tutti i locali hanno la possibilità di avere sufficiente spazio per tenerli in fresco.
Anche questione di cultura
Giansecondo Bossi, direttore di Confartigianato, ha sollevato un aspetto della filiera agroalimentare astigiana che rappresenta non solo una attrattiva folkloristica ma anche un notevole indotto economico. «Da parte nostra da tempo cerchiamo di fare cultura igienico sanitaria a imprenditori che si sono affacciati da poco sul nostro territorio e provengono da culture diverse dove non sempre si comprendere la ragione di aderire strettamente alle prescrizioni dell’Asl. Ma non sempre ci riusciamo».