Cerca
Chiudi questo box di ricerca.
piccioni
Attualità
Associazioni animaliste contro Provincia

Asti, secondo ricorso al Tar contro l’ordinanza sui piccioni

A supporto della richiesta di annullamento anche un articolato intervento scientifico del professor Albonetti

Sul tavolo dei giudici del Tar Piemonte arriva un secondo ricorso contro la delibera di fine luglio della Provincia di Asti in tema di abbattimento dei piccioni.
A firmarlo le associazioni SEquS, Lida di Asti, Pro Natura di Alessandria, Cuneo Veg, il gruppo “Piccioni Paralimpici” e il gruppo “Svuota Canili” tutte rappresentate dall’avvocato Virginia Cuffaro.
Numerosi sono i motivi di ricorso che vanno dall’assenza di un’istruttoria adeguata con contestazione del censimento riferito dall’amministrazione provinciale al mancato utilizzo dei metodi non cruenti previsti come prioritari dalle linee guida della Regione Piemonte e di una legge del 1992. E poi l’assenza del parere obbligatorio dell’Ispra bypassato con la procedure “in urgenza”. Questo punto è già stato sollevato dall’associazione Heart che ha presentato in estate un primo ricorso al Tar che verrà discusso a inizio novembre con richiesta del tribunale amministrativo di produzioni aggiuntive da parte della Provincia. E poi la violazione delle norme europee sulla protezione degli animali e sulla conservazione degli uccelli selvatici. Infine gli animalisti puntano sulla mancanza di motivazioni e dati verificabili che giustifichino cattura con soppressione dei piccioni o direttamente l’abbattimento in volo.
«Le associazioni animaliste E.N.P.A.
Guardie Zoofile di Asti e U.N.A. – rivela Giuseppe Sammatrice presidente di SEquS – hanno interpellato tutti i Comuni della Provincia di Asti per conoscere quale tipo di emergenza rappresenta sui loro territori la presenza di piccioni, quanti censimenti di esemplari siano stati eseguiti e quali tecniche dissuasive siano state applicate. Ci ha risposto la metà dei 117 Comuni della Provincia di Asti e, di questi, il 50% ha detto di non aver mai avuto alcun problema con la gestione e il numero di colombi sul loro territorio. Dunque dove sta tutta questa urgenza?». Fra gli interventi scientifici alla base del ricorso, anche quello del professor Paolo Pietro Albonetti, zoologo dell’Università di Genova.
«Il metodo cruento è inefficace, perché lo spazio lasciato libero dagli esemplari abbattuti viene immediatamente preso dai sopravvissuti che aumentano la loro attività di riproduzione. Così, alla fine, si arriva ad avere più piccioni di prima. La tecnica più ragionevole è quella di intervenire con una mappa puntuale dei luoghi in cui i piccioni creano più danni e attuare interventi di dissuasione. Se si tratta di colonie numerose, applicare la sterilizzazione attraverso un apposito mangime che, se somministrato correttamente, disperde la colonia nell’arco di 5-6 anni. Per sempre».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri inoltre: