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Natasha
Attualità
Appello

Asti, si cercano famiglie per regalare una vacanza serena a bambini ucraini

L’appello è di Smile per Chernobyl. I ragazzi bielorussi per ora bloccati a causa di visti impossibili. L’associazione ha ricevuto richieste per i ragazzini che vivono sul fronte di guerra

Riparte la straordinaria “macchina” di accoglienza nata per ospitare bambini e ragazzini provenienti dalle aree contaminate intorno a Chernobyl, a seguito della drammatica esplosione nucleare di quasi 40 anni fa.
Fino alla pandemia Covid, anche diverse famiglie astigiane hanno continuato a ricevere questi ragazzini per i quali vivere anche solo un mese all’anno in un ambiente totalmente decontaminato porta benefici al sistema immunitario.
Anche se, fortunatamente, anche per loro si stanno abbassando i livelli di rischio di malattie cancerogene.
Servono però più famiglie per fare fronte alla richiesta di soggiorni e l’associazione astigiana “Smile per i Bambini di Chernobyl” rivolge un accorato appello.
«L’ultimo soggiorno risale all’estate 2019, quella prima del Covid – spiega Giuseppina Vercelli, presidente dell’associazione – Ora vorremmo riprendere l’accoglienza, anche se non ancora con i bambini bielorussi perchè il loro Governo, dopo la guerra in Ucraina, ha bloccato i visti per l’Europa. Abbiamo però ricevuto richieste di accogliere bambini e ragazzi provenienti dal fronte di guerra (Palograd, Kiev, Zaporisha, Mykolayiv) per donare loro un mese di serenità e tregua».
Il periodo di accoglienza sarà di 40 giorni, da metà giugno a fine luglio. Saranno un centinaio i ragazzini destinati al Piemonte, in età dai 7 ai 17 anni.
«Normalmente sono famiglie già con figli ad accogliere questi ragazzini – spiega ancora Giusy Vercelli – e c’è la facoltà, per quanto possibile, di scegliere di ricevere in casa un maschietto o una femminuccia in età che si avvicini a quella dei propri figli, per una maggiore integrazione».
Come per quanto funzionava per i bambini bielorussi, il soggiorno in Italia è visto sia come un momento di svago dal fronte della guerra in cui vivono da anni, ma anche coe un’occasione di check up medico. Saranno organizzati degli screening sanitari per prestare eventuali cure di base di cui i ragazzini necessitano e, a seconda delle possibilità delle famiglie, anche cure odontoiatriche laddove necessarie.
Anche se nessuno di questi impegni economici è imposto, ovviamente.
Come per i bambini bielorussi, l’associazione si impegnerà ad organizzare iniziative comuni per almeno quattro giorni alla settimana, in modo da non isolarli, lasciando invece il restante tempo per la vita con la famiglia di accoglienza.
L’associazione può contare su privati ed aziende che contribuiscono alle spese di viaggio.
Le famiglie che volessero aderire all’appello di Smile, possono contattare direttamente la presidente Giusy Vercelli con messaggio whatsapp al numero 328/6884999 oppure inviando mail a paolo.giusi@virgilio.it entro il 16 marzo.

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