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Il caso

Asti, stanziati dal Comune 150.000 euro per una nuova bonifica del campo rom di via Guerra

Approvata la delibera 319 che spiega quali interventi si andranno a realizzare, tra cui i nuovi bagni – La decisione è stata presa dopo le pressanti richieste della prefettura

Mentre si attende che il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese risponda alla lettera del sindaco di Asti Maurizio Rasero (quella nella quale suggerisce di spostare, temporaneamente, le famiglie rom nell’hub di accoglienza profughi di Castello di Annone) e a quella del sindaco di Castello di Annone Silvia Ferraris (che suggerisce di fare esattamente il contrario perché il suo paese non potrebbe sostenere una situazione di quel tipo), l’amministrazione di Asti si vede costretta a procedere, per conto proprio, con l’ennesima bonifica del campo rom di via Guerra.

Bonifica, caldamente suggerita da Prefettura e Questura, necessaria per disinnescare quello che il prefetto di Asti Carlo Ventrice e il questore Sebastiano Salvo hanno più volte indicato come un potenziale pericolo sanitario. A poco è servito che il sindaco Rasero abbia evidenziato che il campo rom sia, dal suo punto di vista, più un problema di ordine pubblico che sanitario. Tant’è che lo stesso Rasero e l’assessore alla sicurezza Marcello Coppo sono riusciti a ottenere una vigilanza h24 in via Guerra, da parte delle forze dell’ordine. Presidi e controlli che hanno impedito nuovi roghi e ulteriori abbandoni di rifiuti, ad opera di ignori, all’ingresso dell’area.

Ma neanche Rasero, che è riuscito nell’impresa di farsi rieleggere per un secondo mandato di fila con la sua amministrazione di centrodestra, ha potuto evitare di dover spendere soldi nel campo rom, in questo caso si parla di 150.000 euro, nel tentativo di bonificare l’area e metterla in sicurezza nell’attesa che si prenda una decisione sui tempi, modi e costi di un suo definitivo superamento.

Il 9 agosto la Giunta ha votato la delibera 319 nel quale si conferma lo stanziamento di 150.000 euro «per la gestione delle forti criticità presenti nell’ex campo rom di via Guerra 36», e si indicano i lavori previsti: rimuovere i manufatti presenti presso le postazioni abbandonate occupandole con blocchi di cemento affinché non possano più essere usate, ridurre le pozze d’acqua stagnanti nelle piazzole e installare dei bagni prefabbricati comuni accessibili a tutti.

È intenzione del Comune, inoltre, ridefinire gli accessi delle aree affinché ci sia un maggiore controllo al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza.

Questo sebbene l’amministrazione Rasero abbia cambiato il Regolamento per la sosta dei nomadi trasformando tutte le persone residenti nei vari campi di Asti, in primis via Guerra, in occupanti senza titolo e pur avendo diminuito il numero dei rom presenti da 250 che erano nel 2017 a circa 100 (come indicato nella delibera, ma in realtà oggi si stimano circa 80 residenti). Disinnescare una potenziale “bomba sanitaria” rappresentata dalle precarie condizioni igieniche del campo rom di Asti è diventato più urgente dell’eventuale risposta del Ministro Lamorgese e del braccio di ferro tra Comune e Prefettura su chi debba intervenire per risolvere le criticità.

È anche vero che grazie alle scelte operate dall’amministrazione Rasero i rom hanno iniziato, almeno negli ultimi anni, a pagarsi l’energia elettrica e l’acqua potabile che ogni anno cubavano sulle casse del Comune per 125.000 euro. Quindi il saldo finale è ancora positivo. La speranza di tutti è che i lavori possano essere risolutivi e definitivi, anche se già in passato i bagni erano stati fatti e rifatti più volte, ma poi ridotti nuovamente in condizioni precarie e non più adoperabili. Questa volta cambierà qualcosa? Vedremo.

I nuovi lavori in via Guerra, che saranno effettuati con l’assistenza delle forze dell’ordine, non cancellano però l’obiettivo dell’attuale amministrazione: arrivare a chiudere per sempre il campo rom, costi quel che costi.

[sopra una foto di repertorio del campo rom]

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